mercoledì 17 giugno 2015

Neotaddarita cresce: i primi passetti lungo l'abisso del Purgatorio

 Appuntamento sabato 13 giugno alle 7,30 davanti Oceania, con una puntualitá quasi da orologio svizzero, le Taddarite  sono pronte ad affrontare un nuovo weekend all'insegna della speleologia in buona compagnia! Ultimo controllo del materiale necessario e poi si va, incuranti della giornata afosa perché sicuri di trovare frescura all'interno dell'abisso del Purgatorio. Strano nome, pensai durante il tragitto, e iniziai ad immaginare la lunghezza dei pozzi in verticale ma la realtà superò le mie aspettative! Questa volta l'avventura, per me neotaddarita ,avrebbe avuto un sapore diverso  rispetto a tutte quelle vissute durante il corso...non più amici-istruttori appollaiati nelle postazioni più ostili per controllare ogni minimo movimento, niente più cronologie delle sciocchezze commesse, né sguardi di incoraggiamento ed approvazione. "Ora sono ca... tuoi" così ha esordito Simone prima della mia discesa. Beh, ero talmente nervosa da montare il discensore con un fastidioso tremolio  alle mani...cercavo di ricordare alla lettera tutto ciò che dovevo compiere ma la tensione,si sa, gioca brutti scherzi!! Prime gocce di sudore provocate da un turbamento iniziale ma non appena udì il suono della corda scivolare agevolmente, ogni paura è svanita! Ero sola con il mio piccolo bagaglio di esperienze acquisite durante le palestre ma sapevo di non esserlo totalmente perché gli Speleo veterani volgevano un occhio attento ad ogni azione, proprio come fanno i genitori quando insegnano a camminare al loro bambino... Lo osservano da lontano facendogli credere di muovere i primi passetti in autonomia ma son sempre lì pronti per evitargli delle brutte cadute! Giù per il primo pozzo, giù per il secondo e senza accorgermene notai che la mia paura del vuoto era scomparsa. Dopo la classica foto sullo Speleo-vespino color ruggine antichizzato, scesi giù per il terzo pozzo...più scendevo, più l'aria diventava frizzantina e più i miei occhi si riempivano di immagini suggestive che nemmeno il migliore architetto riuscirebbe a riprodurre con così tanta perfezione! Parete solcata da rigoli d'acqua, stalattiti e concrezioni a forma di vela medusoide si aprirono davanti ai miei occhi increduli e, come se fosse una ringhiera, lasciai scorrere la mia mano tra il maestoso drappeggio ondulato per sentirne il suono! Raggiunsi i miei amici aspettando l'arrivo dei compagni  per la foto di rito e per il pranzo, tutto acquista più gusto  se condiviso con gli altri!

Se scendere è stato paradisiaco perché, si sa, tutti i Santi aiutano,  risalire è stato il vero inferno!!! Ginocchiate, capocciate sono state una costante lungo la salita ma almeno ho osservato meglio ciò che scendendo avevo solo guardato! Su per quella corda, la stanchezza cominciò a farsi sentire lentamente: a volte è scivolata senza impedimenti, a volte non scendeva lungo il croll nemmeno se cominciavo a parlare aramaico, a volte si trasformava in una liana che, come Tarzan, mi faceva oscillare allegramente rompendo con le mie risate il sacro silenzio nella grotta. Continuai a salire dopo questa giostra finché non giunsi ad un frazionamento e in attesa del "libera" dei miei amici di avventura, mi riposai! Appesa ad una parete, mi lasciai ciondolante sul mio imbrago, ormai, di fiducia e la lucina del mio casco mi permise di osservare ciò che mi circondava e con stupore pensai alle meraviglie celate in una montagna apparentemente impenetrabile! Guardai giù, buio pesto che solo uno speleologo sa cosa significa, guardai in alto...sentii il rumore degli attrezzi di Filomena, le sue pedalate lungo quella corda che ci avrebbe fatto vedere l'uscita.  Nonostante lo strapiombo sotto i miei piedi, mi sentii sicura allongiata al moschettone  tanto che il tempo trascorse senza quasi accorgermene tra una chiaccherata con Simone e una risata con Angelo. Ripresi a salire nonostante la fatica, nonostante i lividi e la puzza di piccoli topolini morti scivolati giù... Forse non sapevano come montare correttamente un discensore!!!
Con un poco di lentezza, continuai le mie pedalate, sentii il mio respiro affannato, la gola un poco secca ed il sudore scivolarmi lungo la fronte ma una strana gioia pervase il mio cuore...era l'emozione di essere riuscita a superare le mie ansie, di non aver mollato quando le mie braccia erano stanche e di aver proseguito finché non ho intravisto la fiammella sul casco di Simone che ad ogni clic di accensione credevo di saltare in aria come un birillo!!! Solo allora capì di esser vicina all'uscita ed fu proprio nell'ultimo tratto che abbandonai la mia pseudo andatura aggraziata per sostituirla con le movenze goffe di un bradipo!!!! Ero fuori, sotto il sole cocente di giugno, travolta da quell'aria talmente afosa da farmi pentire di essere risalita...
Ps Un' esperienza emozionante dall'inizio alla fine peccato non aver incontrato i famosi mostri leggendari, né Dante e Virgilio lungo il tragitto...probabilmente il famoso vespino l'hanno dimenticato loro!!!! 

Tiziana Russo
Neotaddarita

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