martedì 30 giugno 2015

Buco della quercetta


 Dopo qualche grotta dedicata ai neospeleologi ci dedichiamo un po’ alla ricerca di nuove grotte… abbiamo appuntamento  con Paolo in zona sua per vedere un paio di buchi, uno dei due conosciuto.
La prima grotta è di origine antropica, una vecchia via d’accesso al santuario della Madonna del balzo, ma dopo poche decine di metri un muro di cemento ci blocca, finisce lì il nostro giro; in compenso guadagnamo un tour per il santuario, un posto meravigliosamente isolato. Il custode del Santuario  ci da il permesso di vagare nel museo e nelle varie cappelle in abiti non proprio consoni (tute lorde di fango e caschetti speleo).
Dopo la foto di gruppo ci spostiamo nella seconda grotta, un piccolo buco a terra molto promettente; dopo varie ore di “lavori forzati”, tra paranchi con vecchie corde, carrucole, caldarelle, palanchini,caramelle e chili e chili di terra portati fuori siamo riusciti a scendere di un paio di metri, un ottimo lavoro di squadra anche se qualcuno ha solo coordinato le operazioni!
Ancora è tutto da vedere ma siamo speranzosi, attendiamo il prossimo week end…









Work in progress

Notizia e foto di Simone




Partecipanti: Simone, Ceres, Nina, FlaviaBla, Roberto, Sofficino, Tiziana, Filippo,Valentina, Paolo.

giovedì 25 giugno 2015

Abisso della Pietra Selvaggia - UNA BOCCATA D’ARIA!



La domenica è quel giorno che tutti noi utilizziamo per rilassarci e staccare la spina da tutti gli impegni della settimana. Le persone normali stanno in famiglia, guardano film, si fanno passeggiate, le taddarite invece, la domenica vanno in grotta!
La sveglia suona presto, l’appuntamento è alle 7:30, si parte! Una nuova avventura è cominciata! L’abisso della Pietra Selvaggia su Monte Pellegrino ci sta aspettando! Il tempo necessario per attrezzarci di tutto ciò che serve in grotta e comincia quella che noi siciliani chiamiamo “ACCHIANATA”, un momento che avete capito? NO!, non abbiamo mica fatto “l’acchianata di munti piddirino”, una volta raggiunto con la macchina il punto più vicino alla grotta ci siamo avventurati tra rocce e fichi d’india percorrendo una ripida salita. L’ingresso della grotta è stato subito individuato però bisognava prima armare! Così mentre aspettavamo che la grotta venisse armata, c’era chi faceva pisolini su poltrone di rocce, che si possono anche definire comode, chi mangiava caramelle e chi cantava qualcuno dei suoi tormentoni, lamentandosi di doverne trovare di nuovi e chi semplicemente osservava il panorama che offriva il luogo.
I primi ad addentrarsi nella grotta sono due istruttori con due corsisti che dovevano fare l’ultima escursione per finire il corso, poi tocca a me!
Per la prima volta sarei stata completamente sola, appesa ad una corda a 35 mt da terra senza che nessuno mi dica cosa fare, ma non ho avuto paura, né ansia, anzi tutt’altro! Mi sentivo a mio agio. Comincio la discesa notando la differenza di temperatura rispetto all’esterno la grotta è più fresca, anche umida infatti le pareti rocciose della grotta erano scivolose e bagnate. Una volta tutti giù si procede, o quasi, l’umidità non aveva reso solo le pareti della grotta scivolose ma anche il pavimento, qualcuno scivola così decidiamo di procedere con attenzione camminando vicino la parete della grotta.
Raggiungiamo il secondo pozzo, se come tale si può chiamare, prima che scendessi Simone esclama: “ora sentirete le voci”, monto il discensore mi preparo e comincio la discesa un po’ perplessa, beh ho capito perché: il pozzo in realtà, come lo chiamano gli “anziani”, è un pozzo strettoia ma stretto è dire poco, non so esattamente come abbiamo fatto tutti a passare da questo “pirtusu” ma ci siamo riusciti.
Alla base del pirtuso mi sentivo un po’ come il Genio di Aladdin nella sua lampada: “FENOMENALI POTERI COSMICI IN UN MINUSCOLO SPAZIO VITALE”, è vero che non ho fenomenali poteri cosmici ma mi sono ritrovata in un minuscolo spazio vitale in cui più di due persone non potevano stare. 
Bisognava aspettare che finissero di armare il 3° pozzo così molti del gruppo hanno aspettato sopra il secondo pozzo, in due eravamo giù alla base del secondo pozzo a girarci i pollici pensando come sia stato possibile passare da lì, mangiare noci e parlare del più e del meno fino a quando ci danno il via per proseguire.
Giù per 3° pozzo, più lungo dei precedenti, con frazionamenti e un deviatore, con quest’ultimo noi neo-taddarite a quanto pare non siamo andati molto d’accordo, c’è chi forse pensava di essere un acrobata, tipo me, che per raggiungerlo ho fatto giravolte e spaccate sospesa per aria, ritrovandomi infine con la corda un po’ attorcigliata al discensore, chi invece ci ha fatto proprio la lotta per raggiungerlo, aprire il moschettone e finalmente superare questo deviatore.
Finalmente si raggiunge la base del 3° pozzo, la fame inizia a farsi sentire ma il SACCO CIBO lo trasportavano gli ultimi che sono entrati in grotta, ci ritroviamo così a mangiare i tanto amati coccodrilli gommosi di Nina.
Una cosa che ho scoperto è che con le Taddarite nessuno potrà mai avere un calo di zuccheri per via della quantità indefinita di caramelle che tutti portano con se quando si va in grotta.
Ora siamo tutti alla base del 3° pozzo, si può mangiare qualcosa di sostanzioso! Tra panini, gallette, olive e formaggi le Taddarite non si fanno mancare nulla!! Avevamo pure le fragoline, gentilmente offerte da Simone!! Ma che avete capito? Mica parlo della frutta….
                                                   
Insomma bisogna capire che le caramelle per le taddarite sono come il PREZZEMOLO!!!!!!
Finito il pranzo si riparte e giù per il 4° pozzo, ma lo sappiamo tutti che “PANZA CHINA VOLE RIPOSO” così qualcuno si appisola un po’ prima di scendere, altri invece decidono di riposarsi giù alla base del 4 trovando altre comode poltrone di roccia!
Ebbene sì, la grotta continua ma è tardi e noi siamo tanti quindi è l’ora di risalire.
Ginocchiate e imprecazioni erano di casa durante la risalita, le cause? Beh per alcuni il famoso deviatore di prima che ha dato filo da torcere, per altri i due passaggi belli stretti da oltrepassare, ma non è un problema! Perché qualcuno dovrebbe riuscire a passarci all’andata e non riuscire a passare al ritorno?
In realtà per me il passaggio dai pirtuso è stato molto più semplice di quanto mi aspettassi! Ma non per tutti è stato così!
Intorno alle 17 alcuni erano fuori dalla grotta noncuranti del sole cuocente, infatti solo dopo aver risalito almeno 25 metri inizi a pensare di aver fatto una cazzata ad aver deciso di uscire tra i primi e non aver invece aspettato di essere tra gli ultimi per risalire. Ci si adegua tornando a dormire sulle famose poltrone rocciose della mattina ma ahimè lo stomaco brontola, abbiamo di nuovo tutti un po’ di fame ma essendo molto lagnusi avevamo lasciato giù il sacco con il cibo rimasto così abbiamo aspettato che la grotta venisse disarmata e che tutti fossero fuori parlando di cibo con l’acquolina in bocca per circa due ore.
Sono le 20:00 siamo tutti fuori dalla grotta, si ride, si scherza, si mangia e non può mancare la foto ricordo di gruppo! È l’ora di tornare a casa, si recuperano gli attrezzi, alcuni decidono di rimettersi l’imbrago, altri lo portano a mano e altri si inventano nuovi modi di indossare l’imbrago per la lagnusia di portarlo a mano!
Si torna a casa contenti della bella giornata passata in buona compagnia ma anche un po’ malinconici del fatto che tutto ciò sia già finito.

 notizia di Federica



Capo Zafferano



Speleotesi


É un caldo e luminoso sabato di giugno, quale miglior giorno per andare a fare un bagno? Ma non un bagno qualunque, uno SPELEO-BAGNO. Eh si, perché prima del bagno a mare c'é il bagno di sudore.
L'appuntamento è alle 8:00 in Viale Delle Scienze, direzione Capo Zafferano!  Raggiungiamo il buon Pietro, il Conte di Baaria, nel suo ridente (e incasinato) paese, popolato da strane creature che non distinguono facilmente la destra dalla sinistra.
Arrivati sotto casa del Conte, aspettiamo il resto del gruppo e ci muoviamo verso la nostra prima meta, la Grotta dell'Arco.





Ci imbraghiamo e risaliamo le pendici del capo fino ad arrivare proprio sopra l'arco e da qui caliamo la corda per scendere fino alla grotta. 
La discesa è emozionante, e si ammira un panorama mozzafiato: il mare da una parte, la grotta dall’altra, e la volta dell’arco sopra la nostra testa.
Giunti ai piedi dell’arco facciamo una breve sosta e curiosiamo all’interno della grotta, in tempi antichi utilizzata dall’uomo, e guardando gli enormi massi sui quali camminiamo proviamo ad immaginare l’aspetto della grotta prima del crollo del soffitto ma c’è troppo caldo per fantasticare, e la voglia di crogiolarci nell’acqua di quel mare ci riporta alla realtà: dobbiamo proseguire!






Ci muoviamo su dei traversi lungo le pareti del capo a strapiombo sul mare, anche qui il panorama è fantastico e la nostra posizione ci permette di ammirare una scogliera da un punto di vista totalmente nuovo.
Mentre giochiamo a fare i caprioli, siamo “allietati” dal soave verso dei gabbiani incazzati che popolano il luogo (e soprattutto dal profumo dei loro ricordini fecali, con sentori di pesce e Bellolampo).










Il sole ormai picchia forte sui nostri caschi, siamo quasi cotti a puntino e la vista del mare azzurro appena increspato ci invoglia quasi a slongiarci e lasciarci cadere in acqua, ma ecco che appare di fronte a noi il vecchio faro.
Lo raggiungiamo a piedi, godiamo della vista spettacolare e facciamo qualche selfie di rito (nel mentre arrivano tre motociclisti che “ce la puonnu sucari, siamo molto più fighi noi”), poi dritti in acqua! Raggiungiamo una caletta dove ci sdivachiamo senza pensarci due volte (quasi verrebbe da buttarsi con tutto l’imbrago), ci cambiamo e finalmente possiamo farci il tanto agognato speleo-bagno. 
Purtroppo un rave di Totucci in barca non ci permette di godere a pieno della quiete (peccato non avere portato i mortai…), ma in compenso i buoni Nicola e FilippoLoCiceroIlGeometra ci rinvigoriscono con dei ricci appena pescati. Infine come da tradizione, una speleo-uscita vuole una speleo-birra! Tutto sommato, per quanto sia bello strisciare nelle buie profondità della terra, ogni tanto avere il sole sopra la testa ed il mare davanti è una bella alternativa!

Partecipanti: Antonella, Tiziana, Damiano, Andrea, Nicola, Filippo, MarcoG, Xò,
foto di Xò
testo di MarcoG e Andrea