martedì 31 luglio 2012

29 Luglio 2012 – Grotta della Volpe Rossa

La giornata inizia bene, Simone passa con mezz’ora di anticipo, mi preparo con calma e scendo che ancora manca abbondante tempo all’ora prefissata. Andiamo quindi al bar per fare colazione e a mettere benzina alla macchina (anche loro anno bisogno di nutrimento).
Arriviamo sul luogo dell’appuntamento dove Nina e Ceres ci aspettano sulla jeep scappottata, ci imbarchiamo e partiamo alla volta della riserva di Santa Ninfa. La giornata è afosa ma, grazie all’abbondante vento (forse fin troppo) che ci arriva, si può sopportare. 
Durante il viaggio noto che l’assenza di copertura della macchina rende visibili molte cose che normalmente sfuggono, così osservando il paesaggio il viaggio termina in fretta  e arriviamo al castello dove ci aspetta Gianfranco. Salutiamo Enrichetta, una dolce asinella che è tenuta in uno spiazzo davanti al castello, e si parte per Volpe Rossa!
L’ingresso è vicino al punto in cui lasciamo le macchine, ma l’afa del centro Sicilia è insopportabile. Il tempo di cambiarci e siamo già morti di caldo.Mentre Ceres arma il primo pozzo io e Nina ci droghiamo allegramente di zucchero per meglio sopportare il caldo.
Finalmente si scende! Un po’ di fresco, che sollievo. Ceres pianta i fix per il secondo pozzetto continua a proseguire ma Simone fa notare che per essere più sicuro è meglio fare una giunzione con la corda del primo pozzo e lascia a Nina il compito di farla, ma aimè quest’ultima commette “una cosa grave, una cosa a cui mai si rimedia”,
lascia troppo lasco nella corda, e Simone glielo ricorda per tutta la grotta con questo motivetto molto fastidioso per la povera Nina. Arriviamo al pozzo più lungo (si fa per dire, saranno stati un 15 metri) dove bisogna rifare l’armo con i chiodi resinati. Ceres immette la resina color big bubble (n.d.r si chiamano Big Babol!!!) nei buchi e Simone sistema il chiodo in modo che stia nella posizione giusta, il secondo chiodo stava per essere dimenticato, ma per fortuna ce ne siamo accorti in tempo.
Da qui comincia il bello della grotta, un eterno meandro che sembra non finire mai. Arriviamo all’ultimo pozzetto e inizialmente Simone lo fa armare a me. Un singolo attacco in naturale, molto scomodo e non nella migliore delle posizioni, la corda va di taglio sulle rocce.
L’armo è da rifare coi fix e  Nina è la prescelta per piantarli. Il primo è in una posizione comoda, Nina fa il buco lo pulisce e comincia a martellare sul fix per farlo entrare. Le martellare sembrano carezze, il fix impiega un tempo molto lungo per entrare e Nina viene presa in giro ma alla fine il fix va al suo posto e si passa al secondo.
La posizione è più scomoda e Nina deve mettersi in sicurezza,  fa un nodo sbagliato e Simone ricomincia con la cantilena “hai fatto una cosa grave, una cosa a cui mai si rimedia”, ma a difesa di Nina si deve dire che stavolta se ne era accorta da sola. Il secondo fix impiega un altrettanto lungo tempo ad entrare e per giunta l’inizio della filettatura si rovina un po’ così quando io vado per montare l’anello ho un po’ di difficoltà ad avvitare il dado. Finisco di armare controllato da Nina e Simone e scendo.
La grotta continua con un altro meandro e poi con un cunicolo basso in cui mi distruggo le ginocchia. La grotta termina in una stanzetta in cui scorre un fiumiciattolo, arrivati lì vediamo un topo, e il povero Gianfranco che ne ha il terrore resta indietro finché il topo non si nasconde nel suo nido tutto tremante di paura. Notiamo un osso e Ceres lo identifica come… Decidiamo di tornare, ormai è tardi, e la fame chiama. All’uscita ci aspetta l’inferno… caldo troppo caldo!
Ci cambiamo velocemente e ci incamminiamo verso casa di Gianfranco che molto gentilmente ci aveva invitato a pranzo. Dopo mangiato dobbiamo andare a vedere di trovare l’ingresso di un’altra grotta di cui abbiamo tre possibili punti gps. Dopo aver visto i primi due, rimasti senza acqua e morti dal caldo, rinunciamo ad andare a guardare il terzo, che è lontano dal punto in cui si lascia la macchina, e andiamo a dissetarci in un bar che miracolosamente è aperto. Volevamo andare a mare, ma ormai è tardi e ci incamminiamo verso casa.

Notizia di: Riccardo alias Pegaso alias “La Cavalletta”
Foto di: Simone
Partecipanti: Simone, Ceres, Gianfranco, La Cavalletta, Nina.







lunedì 23 luglio 2012

21 e 22 Luglio 2012 - Santa Ninfa e il (TEMUTO) Sifone

E’ sabato mattina.
E’ il mio primo giorno d’estate.
Quella vera però, calda e libera, non un surrogato da cartolina a cui siamo abituati noi universitari. Ma allora perché la sveglia sta suonando? Sono solo le 7:00…
La voce di Luisa mi riporta alla realtà di botto. Oggi andiamo a S.Ninfa. Giusto il tempo di raggiungere gli altri e tra l’esodo panormitano del sabato mattina e un improbabile balletto dandy eseguito da Ponzio e Ceres sul suo santanino decappottato, arriviamo alla sede della ”RNO Grotta di Santa Ninfa” che ha luogo niente-poco-di-meno-che nel bellissimo Castello Rampinzeri.
Sono circa le 10:00 quando cominciamo a scendere verso l’ingresso della grotta. E’ la mia prima grotta dopo il corso speleo, sono l’unico corsista, mi circondano ben undici (!!!) speleologi …e me la sto facendo sotto. Già perché da notizie certe ho saputo che oggi a metà grotta ci sarà un terribile sifone stracolmo di acqua congelata nella quale dovrò immergermi completamente. Nella mia testa è qualcosa di veramente mostruoso: un tunnel interminabile con l’acqua alta, cosparsa di creature che ti acchiappano per i piedi mentre passi, iceberg ovunque e qualche malintenzionato pinguino che nuota qua e là.
Chi mi conosce bene sa infatti quanto l’acqua fredda per me rappresenti un ostacolo temuto.
Tra noi c’è un odio formale, almeno quanto quello che c’è con le blatte, Vasco Rossi e le cene coi parenti.
La grotta è stupenda come mi aspettavo (forse anche di più!).
Vattano dirige i lavori per il rinnovo dell’armo e io cerco di apprendere il più possibile. Ma tra collante, trapano, fix, spit, frischi e pirita quello che ne ricavo è soltanto una gran confusione. Per fortuna Gianfranco mi salverà portando me e qualche altro schiffarato nel ramo delle concrezioni, dove nidiate di arruffati cristalli di gesso tappezzano le pareti creando quella che sembra una foresta cristallizzata, orlata qua e la da ghirigori bianchi di carbonato di calcio. Purtroppo però a distrarmi e a farla da padrone è l’ansia, che aumenta ad ogni passo. La avverto stretta attorno al collo, come un pitone.
Alla vista del ramo attivo quasi comincio a tremare. Acqua! Acqua ghiacciata!
Ma quando vedo il sifone (che nicu!) mi sento avvampare dentro e con la grazia di un ippopotamo brachidactilo mi tuffo. E in quel momento sono felice. Perché il dubbio che mi tormentava da giorni è scomparso, lavato via da quell’acqua gessosa, ed un’altra paura della mia vita è superata e adesso ci scorreggio sopra! Successivamente mentre gli altri lavorano ci addentriamo sempre di più, alla scoperta di pisoliti, enormi corridoi di gesso che brillano tutto attorno, sciami di cannucce e concrezioni gessose dai colori incredibili. Meraviglia! Il ritorno è abbastanza veloce per una grotta che comunque non ha grande sviluppo verticale. Ad ogni passo verso l’esterno sono sempre più euforico. Ed ecco che esco dalla grotta, per primo. Tutto cambia radicalmente, così di colpo che quasi barcollo. Luce forte. L’aria calda di luglio mi investe in viso e attorno a me è tutta una danza di rondini e gruccioni. Il mondo è sempre lì ad aspettarmi, come un vecchio amico.
Né migliore ne peggiore. Nulla è cambiato.
Ma io ho fatto un passo in più nel mio cammino personale…
Sono soltanto le 18:00, il resto del pomeriggio lo impiegheremo a sciacquare gli imbraghi come dei provetti orsetti lavatori, mentre Mr. V. con alcuni suoi pargoli andrà a fare un salto alla Volpe Rossa . La sera passa troppo velocemente tra un callozzo di sasizza e una fetta di pancetta (ma non erano puntine di maiale?!?) e a mezzanotte sono già tra le bracca di Morfeo (che non è quello del circo…).

Il giorno dopo sono l’ultimo a svegliarmi, dato che gli altri sono in piedi da due ore, visto che alle 6:00 del mattino avevano deciso di non avere più sonno e trasformarsi in zombie ambulanti in giro per casa.
Un paio di caffettini, foto alla super Sayan, gara a chi fa più cacca e partiamo tutti alla volta dell’Inghiottitoio dei Rovi, grotta che nessuno di noi conosce ma di cui alcuni di noi hanno studiato per benino il rilievo. La grotta fa onore al suo nome e per arrivare all’ingresso dobbiamo farci strada tra una selva di spine a forza di forbicioni, calci e “porco Giuda!”. Una volta arrivati però, all’ombra provvidenziale di un fico si svela ai nostri occhi quello che è uno dei più bell’ingessi che abbia mai visto. La grotta è praticamente orizzontale e relativamente stretta. Anche abbastanza tortuosa. Arriviamo ad un trivio, dove ci dividiamo. Ponzio e Riccardo (alias Pegaso) prendono il ramo in salita. Nina, Simone e Ceres quello più piccolo (un buco!). Io e Luisa saremo i più fortunati scegliendo il ramo in discesa che sembra essere quello più interessante, con continui meandri bassi e larghi e piccole salette dove sgranchire le membra indolenzite. La grotta sembra non finire mai, con un nuovo meandro ad ogni angolo, ma decidiamo di non cercare la fine e tornare indietro per ricongiungerci agli altri. Usciamo che sono le 13:30 e affamati ci rechiamo a Triscina, dove ci abbatteremo come un branco di gibboni affamati sull’ottimo pranzo offerto da  “Casa Gianfranco”, impiegando ben 4 minuti e mezzo per spazzolarci l’antipasto, il primo ed il secondo. Ma prima un veloce bagnetto a mare durante il quale mettiamo a punto la nostre tecniche di “body art” cercando di costruire una barca a vela con i teli da mare e i nostri corpi tonificati dalle gelide acque mediterranee. Poi ci salutiamo con Gianfranco che ci dà indicazioni sullo svincolo in cui ci divideremo da lui…e dritti verso casa che sta per cominciare a piovere!

Il ritorno è un susseguirsi di inconvenienti. Da Ceres che esce dall’autostrada e si ostina a seguire imperterrito Gianfranco quasi fin sotto casa sua, pedinandolo con la sua jeep senza ascoltare i nostri “Ferma! Ferma!!! Ma che m****** fa…”,  (n.d.r. ricordo ai lettori che eravamo in autostrada su un santantino scappottato, noto per la sua refrattarietà alla propagazione delle onde sonore) al micidiale ingorgo che troveremo dall’aeroporto alla città e che ci farà perdere ben due ore bloccati nel traffico.
Ma finalmente alle otto di sera arrivo a casa. Apro il computer, coi ricordi ancora caldi sulla pelle, sorrido e penso al titolo della relazione. Quasi mi sento un altro…

Notizia di: Totò
Foto di: Ceres, Simone e Mr.V.
Partecipanti: Mr.V., Simone, Il Marziemon, SantaninfAngelo, Pegaso, Sausa, Totò, Nina, Ponzio, Ceres, Gianfranco e Giulia












lunedì 16 luglio 2012

14 Luglio 2012 – Grotta dell’Eremita (Cassatella Regret)

Appuntamento ore 7:30,Oceania: io, Ceres e YO! (professore belga, amico di Mr. V.) ci imbarchiamo sulla gip di Mr V. direzione Castellamare del Golfo. Tappa obbligata al Bar, dove con estremo stupore e grande rimpianto soprattutto nei giorni a seguire, rinuncio alla mia amata cassatella... qui ci raggiunge Provenzangelo, iniziamo a fare strada per Monte Inici e dopo una serie di "simpatiche" curve e ripetute testate al vetro, arriviamo a destinazione.

Il caldo non è esagerato come me  l'aspettavo, speleo-vestizione e  ingresso in grotta. Inizia la discesa e al primo frazionamento, Sorpresa!!! Cambio attrezzi e salita... sarà che non mi aspettavo una salita cosi' "precoce" e che la mia forma fisica non è ideale al momento, ma trovo  tutto ciò decisamente faticoso (assenza di fiato, "stelline" e "svarioni")..ma che vuoi che sia?! 
L' importante è farcela! Inizio quindi a godermi tutto ciò che mi si svela di fronte, concrezioni, rosso ammonitico, cupole...la galleria appare come un susseguirsi di cupole una addossata all'altra e rimango sempre sbigottita per l'originalità e la bellezza delle opere della Natura.
Ci fermiamo al terzo pozzo dove Mr.V e YO! si dedicano inizialmente ai campionamenti e  poi si passa al "momento foto"; per me è la prima volta…"prendi la luce..." "illumina il tetto!", "più a desta, più a sinistra..." "abbassati, ruota il polso..." "turnicati!"...insomma mi rincoglionisco  un pò ma ne esco viva...
Durante la risalita mentre Mr V. e YO!  continuano i campionamenti e Ceres e Provenzangelo pensano a disarmare, me medesima  decide di godersi un momento con se stessa: faccio qualche giro, mi distendo e gioco con le ombre sulle cupole (dinosauri, topi, montagne e una bambina hawaiiana che balla...), alla fine spengo la luce e mi godo quell' impagabile e raro momento di silenzio assoluto! shhhhhh...
Si continua la risalita con qualche difficoltà ma alla fine come al solito, il bilancio di questa nuova esperienza sarà unicamente positivo!!!
ORE 18:30 Iniziamo a fare strada per Palermo (e vista la data odierna ci sta un bel colpo di "W  Palermo e Santa Rosalia!!!" ), fermata al solito Bar e anche stavolta  anzichè la cassatella  prendo un cono gelato.. Are you kiddin' me?!!!!...Errare è umano ma perseverare è diabolico...

Notizia di: Gabriella
Foto di: Mr. V.
Partecipanti: Io (Gabriella), Ceres, Provenzangelo, Mr.V., YO! (Jo)
Special Guest: Il prosciutto di Cane








martedì 10 luglio 2012

08 Luglio 2012 – Inghiottitoio (delle zecche) di Ciminna


Ore 7:50, puntuale arriva Ceres con la jeeppina scappottata, passiamo a prendere Paolo e si parte! direzione Ciminna. Il viaggio procede bene, arrivati a Ciminna d’obbligo la pausa caffè e ci mettiamo in cerca della strada per la grotta. Dopo aver sbagliato un paio di volte Ceres decide di prendere il gps su cui ha salvato il punto e finalmente arriviamo senza problemi nei pressi dell’ingresso.
Cominciamo a cambiarci sotto il picco rovente del sole ma… che sono questi piccoli esseri che ci salgono di sopra? Zecche! Bastarde! Decine di zecche!
Velocemente ci cambiamo scrollandocele di dosso in continuazione e ci incamminiamo verso la grotta che per fortuna è vicina (santa la jeep).
Ceres comincia ad armare il primo ed unico pozzetto e dopo poco tempo siamo tutti e tre dentro e al fresco.
Procediamo in una galleria piena di karren che testimoniano un antico punto di entrata delle acque, facciamo qualche foto e torniamo indietro per andare nella parte più bella della grotta.
Dopo una larga galleria comincia lo spettacolo: enormi concrezioni di gesso di tutte le forme, tutte sbrilluccicanti, da restare senza fiato. Arriviamo alla fine della grotta dove ci attende una sorpresa “maleodorante” un topo morto in una pozza d’acqua diventata nera; non che non avessimo trovato altri cadaveri, la grotta è piena di scheletri di conigli, ma questo è veramente orribile!
Ci spostiamo un po’ e facciamo qualche foto ai mud cracks. Tornando indietro facciamo qualche foto alle concrezioni di gesso e scopriamo che paolo è un buon modello, gli manca solo la tuta! Tornati alla base del pozzetto mangiamo qualcosa e cominciamo a risalire. A me tocca la disarmata, niente male, un po’ scomoda ma va tutto liscio.
Fuori ci attende l’inferno, afa e zecche, sempre quelle maledette zecche. A Ceres tocca il record di numero di zecche, non si contano neanche.
Vedendo che è ancora presto decidiamo di andare a vedere un “pirtuso”, segnalatoci da Marco, che ci viene di passaggio. Ci armiamo solo di caschetto e entriamo io e Paolo. Ma questa è la giornata delle bestie! Ragni giganti! Ignorandoli continuiamo a procedere per una quindicina di metri, il passaggio si restringe… qui c’e un lavoretto per Nina! Torniamo fuori e dopo aver rinominato all’unanimità il pirtuso “Grotta dei Ragni” ci incamminiamo verso casa.
Per le 3 siamo a Palermo, giornata breve ma che ci lascia molto soddisfatti.

Notizia di: Riccardino
Foto di: Ceres
Partecipanti: Ceres, Riccardino, Lilli (Paolo)





30 Giugno 2012 - Grotta dell'Eremita ( I Belive I can fly!!!)


"Ore 6:00, suona la sveglia"...ecco, così sarebbe dovuta cominciare la mia giornata. E invece no, non erano le 6:00 e quel suono non era la sveglia ma il messaggio di Sausa che mi avvertiva che stava partendo da casa...cooooooosa?? ritardo, ritardissimo! Mi lancio fuori dal letto e in 20 minuti magicamente riesco a preparare tutto, anche i panini per tutta la combriccola.
Sforando di 5 minuti, Sausa, Riccardo ed io arriviamo in sede dove ci attendono Mr. V e Simone mentre la nuova Ponzio si fa aspettare ancora un pò. Si parte e Ponzio (oggi Ponziana) ci delizia con i suoi argomenti preferiti (la sua regolarità intestinale e il cane-pipistrello-canguro Spit) per quasi tutto il viaggio. Dopo la consueta sosta al Bar e comincia la salita, molto salita e molto curvosa, su Monte Inici. Posteggiamo e, rischiando la liquefazione, ci cambiamo e ci incamminiamo verso l'ingresso dove troviamo un pò di refrigerio.
Inizia così la serie di foto, tra acrobazie e apnee infinite. Intanto Simone arma il primo pozzo e scende seguito da Riccardo e Ponzio, mentre Sausa ed io rimaniamo con Mr. V per qualche altro migliaio di foto: "un millimetro più a destra, un altro pò, ancora....no! troppo!" grrr.
Primo pozzo, dopo un tratto in discesa ecco la bellissima risalita: recupero la corda, faccio il cambio e guardando in alto mi rendo conto che sono decisamente fuori dalla verticale..."lanciati" eh? cosa??? prima mi convinco di avere straordinarie doti da spiderman ma poi, rendendomi conto della posizione poco umana che avevo assunto,  mollo la presa e...I belive I caaaan flyyyy. Riesco ad evitare un disastroso spiaccicamento alla parete e con tutte le ossa al loro posto salgo. Arrivati al Ramo dei Cinque comincia l'attività di campionamento intervallata da una abbondante dose di foto. Simone e Riccardo vanno avanti ad armare il secondo pozzo mentre Mr. V si tiene ben strette le tre donzelle. Ci fermiamo ad intervalli regolari grazie alla sindrome da campionamento compulsivo che sembra aver attanagliato Mr. V, ma con questa scusa spulciamo ogni angolino della grotta e mi accorgo della bellissima volta della galleria, tra rosso ammonitico e cupole...queste forme "morbide", questi colori così particolari e anche la temperatura piacevole mi trasmettono una sensazione di tranquillità, difficile da spiegare.
Proseguiamo arrivando al secondo pozzo, scendiamo ed ecco che comincia “La Galleria”. Anche qui il tetto è formato da cupole che si affollano sovrapponendosi ma le pareti stavolta ci raccontano un'altra storia, più antica, di fasi deposizionali diverse, intervallate da striature arancioni, rosse, viola...e Mr. V ci aiuta a decifrare quello che la grotta ci vuole dire. Un pasto fugace e continuiamo l'attività foto-campionamento, tra martelli e scalpelli che volano, sacchetti in via d'esaurimento e tanto eleganti quanto rovinose scivolate su cumuli di guano (in gergo tecnico "culate"). Prima di raggiungere i ragazzi visitiamo la sala adiacente a quella da dove parte il terzo pozzo e troviamo delle stupende colate di calcite lì dove una tempo piccoli laghetti ricoprivano il fondo.  Piccolo tratto in arrampicata e arriviamo all'attacco del terzo pozzo, già armato dalla ormai consolidata coppia Simone-Riccardo. Qualche altra foto, qualche altro campionamento (ormai il sacco con i campioni pesa diverse centinaia di migliaia di milioni di chili) e visto l'orario decidiamo di avviarci verso l'uscita. Ad accoglierci fuori caldo caldo caldo e uno stupendo panorama del golfo. Biscottini e nutella, cena alla Sorgente (qualcuno si è lanciato su un'"arancina col SUGO"...arancina col "sugo"??? Riccardiiiino ti devi fare cazziare per forza??) e poi dritti verso casa.
Notizia di: Nina
Foto di: V.
Partecipanti: V., Simone, Sausa, Nina, Ponzio, Riccardino








domenica 1 luglio 2012

22 Giugno 2012 - Santa Ninfa

Primo sopralluogo effettuato con il personale della RN Grotta di Santa Ninfa, per le attività programmate e concordate fre l'ente gestore e la nostra associazione nell'area della Riserva.
In particolare ci si è recati nella valle del Biviere e poi nella Grotta di Santa Ninfa per effettuare misure e valutazioni sulle attività da realizzare.

Notizia e foto di: Marco
Partecipanti: Rosi, Lombrellone, Gianfranco e Marco