La
domenica è quel giorno che tutti noi utilizziamo per rilassarci e staccare la
spina da tutti gli impegni della settimana. Le persone normali stanno in
famiglia, guardano film, si fanno passeggiate, le taddarite invece, la domenica
vanno in grotta!
La
sveglia suona presto, l’appuntamento è alle 7:30, si parte! Una nuova avventura
è cominciata! L’abisso della Pietra Selvaggia su Monte Pellegrino ci sta
aspettando! Il tempo necessario per attrezzarci di tutto ciò che serve in
grotta e comincia quella che noi siciliani chiamiamo “ACCHIANATA”, un momento
che avete capito? NO!, non abbiamo mica fatto “l’acchianata di munti
piddirino”, una volta raggiunto con la macchina il punto più vicino alla grotta
ci siamo avventurati tra rocce e fichi d’india percorrendo una ripida salita.
L’ingresso della grotta è stato subito individuato però bisognava prima armare!
Così mentre aspettavamo che la grotta venisse armata, c’era chi faceva pisolini
su poltrone di rocce, che si possono anche definire comode, chi mangiava
caramelle e chi cantava qualcuno dei suoi tormentoni, lamentandosi di doverne
trovare di nuovi e chi semplicemente osservava il panorama che offriva il
luogo.
I primi
ad addentrarsi nella grotta sono due istruttori con due corsisti che dovevano
fare l’ultima escursione per finire il corso, poi tocca a me!
Per la
prima volta sarei stata completamente sola, appesa ad una corda a 35 mt da
terra senza che nessuno mi dica cosa fare, ma non ho avuto paura, né ansia,
anzi tutt’altro! Mi sentivo a mio agio. Comincio la discesa notando la
differenza di temperatura rispetto all’esterno la grotta è più fresca, anche
umida infatti le pareti rocciose della grotta erano scivolose e bagnate. Una
volta tutti giù si procede, o quasi, l’umidità non aveva reso solo le pareti
della grotta scivolose ma anche il pavimento, qualcuno scivola così decidiamo
di procedere con attenzione camminando vicino la parete della grotta.
Raggiungiamo
il secondo pozzo, se come tale si può chiamare, prima che scendessi Simone
esclama: “ora sentirete le voci”, monto il discensore mi preparo e comincio la
discesa un po’ perplessa, beh ho capito perché: il pozzo in realtà, come lo
chiamano gli “anziani”, è un pozzo strettoia ma stretto è dire poco, non so
esattamente come abbiamo fatto tutti a passare da questo “pirtusu” ma ci siamo
riusciti.
Alla
base del pirtuso mi sentivo un po’ come il Genio di Aladdin nella sua lampada:
“FENOMENALI POTERI COSMICI IN UN MINUSCOLO SPAZIO VITALE”, è vero che non ho
fenomenali poteri cosmici ma mi sono ritrovata in un minuscolo spazio vitale in
cui più di due persone non potevano stare.
Bisognava
aspettare che finissero di armare il 3° pozzo così molti del gruppo hanno
aspettato sopra il secondo pozzo, in due eravamo giù alla base del secondo
pozzo a girarci i pollici pensando come sia stato possibile passare da lì,
mangiare noci e parlare del più e del meno fino a quando ci danno il via per
proseguire.
Giù per
3° pozzo, più lungo dei precedenti, con frazionamenti e un deviatore, con
quest’ultimo noi neo-taddarite a quanto pare non siamo andati molto d’accordo,
c’è chi forse pensava di essere un acrobata, tipo me, che per raggiungerlo ho
fatto giravolte e spaccate sospesa per aria, ritrovandomi infine con la corda
un po’ attorcigliata al discensore, chi invece ci ha fatto proprio la lotta per
raggiungerlo, aprire il moschettone e finalmente superare questo deviatore.
Finalmente
si raggiunge la base del 3° pozzo, la fame inizia a farsi sentire ma il SACCO
CIBO lo trasportavano gli ultimi che sono entrati in grotta, ci ritroviamo così
a mangiare i tanto amati coccodrilli gommosi di Nina.
Una cosa
che ho scoperto è che con le Taddarite nessuno potrà mai avere un calo di
zuccheri per via della quantità indefinita di caramelle che tutti portano con
se quando si va in grotta.
Ora
siamo tutti alla base del 3° pozzo, si può mangiare qualcosa di sostanzioso!
Tra panini, gallette, olive e formaggi le Taddarite non si fanno mancare
nulla!! Avevamo pure le fragoline, gentilmente offerte da Simone!! Ma che avete
capito? Mica parlo della frutta….
Insomma
bisogna capire che le caramelle per le taddarite sono come il PREZZEMOLO!!!!!!
Finito
il pranzo si riparte e giù per il 4° pozzo, ma lo sappiamo tutti che “PANZA
CHINA VOLE RIPOSO” così qualcuno si appisola un po’ prima di scendere, altri
invece decidono di riposarsi giù alla base del 4 trovando altre comode poltrone
di roccia!
Ebbene
sì, la grotta continua ma è tardi e noi siamo tanti quindi è l’ora di risalire.
Ginocchiate
e imprecazioni erano di casa durante la risalita, le cause? Beh per alcuni il
famoso deviatore di prima che ha dato filo da torcere, per altri i due passaggi
belli stretti da oltrepassare, ma non è un problema! Perché qualcuno dovrebbe
riuscire a passarci all’andata e non riuscire a passare al ritorno?
In
realtà per me il passaggio dai pirtuso è stato molto più semplice di quanto mi
aspettassi! Ma non per tutti è stato così!
Intorno
alle 17 alcuni erano fuori dalla grotta noncuranti del sole cuocente, infatti
solo dopo aver risalito almeno 25 metri inizi a pensare di aver fatto una
cazzata ad aver deciso di uscire tra i primi e non aver invece aspettato di
essere tra gli ultimi per risalire. Ci si adegua tornando a dormire sulle
famose poltrone rocciose della mattina ma ahimè lo stomaco brontola, abbiamo di
nuovo tutti un po’ di fame ma essendo molto lagnusi avevamo lasciato giù il
sacco con il cibo rimasto così abbiamo aspettato che la grotta venisse
disarmata e che tutti fossero fuori parlando di cibo con l’acquolina in bocca
per circa due ore.
Sono le
20:00 siamo tutti fuori dalla grotta, si ride, si scherza, si mangia e non può
mancare la foto ricordo di gruppo! È l’ora di tornare a casa, si recuperano gli
attrezzi, alcuni decidono di rimettersi l’imbrago, altri lo portano a mano e
altri si inventano nuovi modi di indossare l’imbrago per la lagnusia di
portarlo a mano!
Si torna
a casa contenti della bella giornata passata in buona compagnia ma anche un po’
malinconici del fatto che tutto ciò sia già finito.
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"Le Taddarite"