mercoledì 3 luglio 2019

Abisso Purgatorio



Sabato 22 giugno sono scesa per la seconda volta in vita mia sotto terra.
Quando fai un corso di speleologia e ti approcci a qualcosa di così nuovo, diverso da qualsiasi altra cosa mai fatta, le prove che ti si piazzano davanti alla prima discesa da non-corsista sono tante. L’emozione la senti già quando parti da Palermo e sono le cinque del pomeriggio, anche se sai che scenderai in grotta il giorno dopo.

In macchina lungo la strada ti rendi conto che hai dimenticato cosa significa la parola “croll”, la parola “maniglia” la conosci ma ti fa pensare ad altro e del “discensore” ricordi solo quel “click” che durante le uscite del corso voleva dire “ok, hai fatto bene, puoi scendere”. 
Come se non bastasse solo questo a rendere l’esperienza parecchio particolare, arrivati in spiaggia lo scirocco decide di far diventare la tenda di Filippo un tappeto volante. Ed è solo allora che quello che hai temuto per tutta la sera si avvera. 
Si scende in notturna. 
Vi chiederete cosa cambi la presenza di luce all’esterno per una persona che scende in grotta. 
La risposta è semplice: assolutamente nulla.
Eppure per me rappresentava una ulteriore novità, un altro particolare che avrebbe reso l’esperienza assolutamente unica. Quindi, dopo un breve giro nella movida del sabato sera di San Vito, un cremino al caffè ed una redbull, partiamo. Arriviamo all’Abisso del Purgatorio verso le tre.
Federica inizia ad armare e via, scendiamo.
 

Ecco, è lì che ti rendi conto che no, non hai dimenticato proprio nulla. No, non hai ansie. Senti solo tanta emozione e sei di nuovo curiosa come la prima volta.
Scendo subito dopo Angelo e solo grazie alla luce sul suo casco mi rendo veramente conto dell’ambiente in cui mi trovo. E’ ampio, profondo ma non fa paura. 
Capisco che alla testa ed al corpo continuano a piacere gli spazi, perfeziono i movimenti, mi soffermo sulle forme che ho davanti e mi sento così a mio agio lì sotto che potrei dormirci. 
Il tempo passa ma non sai a che velocità e risalendo il primo pozzo non capisci se hai iniziato da 5 minuti o l’anno prima. 
Arriviamo quasi su, mi rendo conto che fuori è giorno. Usciamo. 
Le facce sono stanche davanti ai caffè del bar di San Vito con i cucchiaini strani, ma ci si confronta ancora sull’esperienza appena vissuta. 
To be continued...

Notizia di Petra
Partecipanti: Angelo, Federica, Filippo e Petra