martedì 25 settembre 2018

Un bagno in risorgenza

Finisce oggi l'estate, inizia un nuovo autunno.
Negli scorsi giorni è piovuto, in alcuni posti anche copiosamente.
L'aria inizia a rinfrescarsi, al sole però, il caldo si sente ancora.
Periodo di opposti e contrasti che cercano di bilanciarsi ed equilibrarsi e immersi in questa incertezza in tre ci avviciniamo alla risorgenza di monte conca.
Il percorso in auto ci lascia perplessi. Tra piccoli laghetti di acqua torbita e colate di fango che invadono la stradella che costeggia il Gallo d'Oro, la nostra domanda continua è: "ma dove stiamo andando?"

E invece... ci fermiamo prima del solito parcheggio causa sabbie mobili e ci iniziamo a cambiare sotto gli sguardi parecchio perplessi di un signore del luogo e due povere signore che attraversano il pantano che blocca le auto, portandosi dietro bei pesi.

 
Il percoso di avvicinamento attraversa campi incolti, ci porta a tagliare su terrazzi creati dal fiume e pian piano ci fa scendere fino al corso d'acqua che lesti lesti attraversiamo.
Fortunatamente, essendo stato un gruppetto la scorsa settimana, troviamo ancora la traccia per passare in mezzo alle canne, ai rovi e a tutta la vegetazione che cresce sulla sponda del Gallo d'Oro.
L'ingresso della grotta è parecchi cambiato negli anni. Le dinamiche fluviali hanno eroso tantissimo la sponda del fiume dove si apre la grotta e contemporaneamente, depositato tanto materiale sopra la tabella che indica l'esistenza della RNI "Monte Conca".
Arriviamo di fronte ad alcuni massi crollati tra i quali esce una fresca aria, aria di grotta. E' lì in mezzo che dobbiamo infilarci e subito immergerci nell'acqua e fango accompagnati dall'allegro saltellio di piccole ranocchie.

 Il nostro compito è di controllare, negli ambienti in fondo alla grotta, perchè lo stillicidio che si è sentito, rimbomba. Quindi ci affrettiamo a raggiungere il pozzetto in fondo alla cavità, saltino che mette in comunicazione i due rami che compongono la grotta, quello superiore inattivo con quello attivo sottostate.


Velocemente arriviamo al pozzetto e subito ad armare e preparare gli strumenti necessari.
Scesi nel pozzo si torna in acqua ed effettivamente, il livello dell'acqua più basso del solito, ci permette di esplorare un paio di ambienti sia a monte che a valle del pozzo.
Purtroppo non troviamo modo di attraversare i sifoni che troviamo dopo qualche metro, ma riusciamo comunque a topografare un pò più di quanto fatto nel vecchio rilievo.
Il nostro spirito esplorativo ci fa anche dire, per un breve istante... "ci vorrebbe una maschera".. ma subito conveniamo che per immergersi in quell'acqua dal colore del latte e caffè, ci vuole ben altro..
Il ritorno si fa ci corsa, tra i rumori sordi dei denti che sbattono per il freddo, tra i colpi di casco che il tetto biricchino che si abbassa all'improvviso di fa dare e tra gli inquietanti risucchi nell'argilla che vorrebbe per forza rubare, ad almeno uno di noi, gli stivali.
All'uscita ci attende il sole caldo che si era nascosto nella mattina e un torbido lavaggio nel fiume.












Partecipanti: Betel, Pietro e Marco

venerdì 21 settembre 2018

Puliamo il Buio 2018 a Sutera




L’amministrazione del Comune di Sutera (CL) e l’Associazione Naturalistica Speleologica “Le Taddarite” di Palermo, aderiranno alla manifestazione nazionale “Puliamo il Buio” (www.puliamoilbuio.it) con un’iniziativa in calendario sabato 29 settembre 2018. In particolare, verrà realizzata, in accordo con la Soprintendenza ai Beni Culturali e Ambientali di Caltanissetta, la pulizia di un’antica cisterna sotterranea verosimilmente facente parte dell’antico castello della città, ubicata sulla cima di Monte San Paolino, suggestivo rilievo gessoso che raggiunge gli 824 m sul livello del mare.
“Puliamo il Buio” è una manifestazione coordinata dalla Società Speleologica Italiana (www.speleo.ssi.it) e giunta alla sua tredicesima edizione e si propone di bonificare almeno in parte le discariche abusive sotterranee, in ogni caso di documentarle, valutarne il grado di pericolosità e di individuare i possibili rimedi, proponendoli poi all’opinione pubblica e alle Amministrazioni Locali su tutto il territorio nazionale. LIl censimento delle cavità a rischio ambientale è il nodo fondamentale di “Puliamo il Buio” e vuole fornire una autorevole base di lavoro a tutti coloro che vogliono collaborare alla protezione dell’ambiente e delle risorse idriche, alla riduzione dei rifiuti, alla valorizzazione degli habitat naturali e la lotta alle discariche abusive. Il censimento è stato avviato nel 2005 ed è in continuo aggiornamento.
La Società Speleologica Italiana, con Puliamo il Buio, iniziativa ormai pluridecennale, si è aggiudicata l'edizione 2018 del concorso per progetti di protezione dell'ambiente carsico "EuroSpeleo Protection Label", indetto dalla Federazione Speleologica Europea (FSE) tramite la sua Commissione per la protezione dalle grotte (ECPC).
“Bellissima iniziativa - spiega Giuseppe Grizzanti, Sindaco di Sutera - che si sposa con la convezione fatta con gli speleologi de Le Taddarite e che ha come scopo la pulizia, per la prima volta, della Nivera che si trova sul Monte San Paolino e che sicuramente era uno dei locali del famoso castello del 1600 andato oramai distrutto.”
Gli speleologi de Le Taddarite effettueranno la raccolta dei rifiuti e il loro trasporto dal sotterraneo fino in superficie. In superficie, dopo la corretta differenziazione e la pesatura del materiale raccolto, i rifiuti verranno consegnati al personale del Comune di Sutera, che provvederà al corretto smaltimento.
“Non è la prima volta che come associazione Le Taddarite partecipiamo alla manifestazione “Puliamo il Buio” - ribadisce Antonio Domante, Presidente de “Le Taddarite” - ma farlo qui a Sutera, forti della viva collaborazione del Comune con cui abbiamo attivo un protocollo di intesa per lo studio di cavità sotterranee e con l’appoggio della Soprintendenza che ha lodato l’iniziativa, ha un significato diverso: una reale e fattiva collaborazione tra amministrazioni e associazioni mirata alla salvaguardia e valorizzazione del mondo sotterraneo”.



martedì 4 settembre 2018

Monte Conca 21 luglio 2018


Ecco qui la tanto attesa relazione, fantastica giornata, ed è fantastico staccare dalla routine giornaliera e dal caldo affissiate di un sabato d’estate per immergersi completamente e letteralmente in acqua!! E cosa c’è di meglio dell’acqua rinfrescante e torbida di Monte Conca? Allora iniziamo.
La mattina mentre io e Claudia ci improvvisiamo turiste per un giorno nella caratteristica, pittoresca e silenziosa Milena, temporeggiando nell’attesa del gruppo, il sole è già alto in cielo, quando finalmente l’intera ciurma si raduna in prossimità della grotta. 
Dopo i saluti a tutta la comitiva iniziamo a prepararci e io e Chiara con immensa cura avvolgiamo le deliziose e infinite mbriulate procurate da Angelo (della serie ci trattiamo bene) e dopo esserci vestiti e imbracati, chi più e chi meno, sorge un piccolo intoppo che riusciamo a risolvere, perché niente ferma Le Taddarite!! 
E cosi finalmente marciamo sotto il sole cocente verso la grotta, a ornare l’ingresso un bellissimo tappeto di fango argilloso, che attraversiamo camminando sui bordi, da qui entriamo e percorrendo l’andamento del corridoio dalle fantastiche pareti di gesso che brillano al nostro passo, ci immergiamo in un altro mondo, raggiungiamo il primo pozzo, discensore, corda e tutti giù! 


Una volta scesi a due passi dal secondo pozzo aspettando il nostro turno, cerchiamo riparo da un flusso di acqua continuo e incessante come se piovesse che ci accompagna per tutta la giornata e che ci fa subito dimenticare dei 40° fuori, catapultandoci in un’altra stagione, perdendo la cognizione del tempo e dello spazio. 

Come pulcini bagnati arriviamo in tempo per il bidet, un laghetto dalla profondità sconosciuta, in parte svuotato da Pietro e Laura e qui si sperimentano i più bizzarri stili e tecniche per evitare il rinfrescante bagnetto, dal salto alla tarzan allo stile a gambero, super esperta e campionessa indiscussa Claudia, iniziano cosi le risate, ed è simpatico vedere ogni volta in queste situazioni lo sguardo di Marco e Angelo che se la ridono, le frasi a metà e poco utili di Marco e le poche informazioni cui ci forniscono per rendere il tutto più eccitante e divertente. 
Tra un tuffo e una risata scendiamo il terzo pozzo di trentacinque metri circa, arrivato il mio turno mi calo e le pareti lentamente si vanno allargando sempre di più, ed è magnifico  lasciarsi sopraffare dalla natura quando la grotta ostenta la sua bellezza e maestosità e ti fa sentire piccolo, non avverti nessun rumore,una pace e un silenzio surreale, a rompere questa magica atmosfera e le mie pippe poetiche le voci di Marco, Pietro e Angelo che si scambiano parole di affetto J che risuonano lungo tutto il pozzo. 
Una volta giunti alla fine, in un enorme salone, attendendo la discesa degli altri, diamo un occhiata in giro, perlustrando la zona su consiglio di Marco, insieme a Chiara e Betel per guardare o cercare non so cosa, cado e mi bagno tutta dopo la tanta cura per rimanere asciutta. Dopo il bagnetto finalmente si mangiaaa… ora dello spuntino, trasportato con cura da Filippo o Tony, o entrambi, oramai non ricordo più e inizia la salita, decidiamo di non proseguire per l’ultimo pozzo e risaliamo come vermi su un filo bagnato,insieme a noi a ogni pedalata risale anche la cipolla non ancora digerita dal pranzo. Attraversiamo nuovamente il bidet, chi con cura e cautela e chi invece come me troppo impaziente per escogitare un modo ottimale si butta con inerzia come se non ci fosse un domani e subito a mollo. La risalita prosegue sulle pareti scivolose e viscose a buon passo, nonostante il continuo scorrere dell’acqua fino all’ultimo frazionamento per poi sedersi finalmente su quel gradino, dove tutto ebbe inizio. 
Usciti dalla grotta zuppi e fradici, attraversiamo nuovamente il tappeto fangoso in cui ci lascio quasi uno stivale, soccorsa da Giuliano, raggiungiamo le macchine e come ogni volta in questo momento della giornata si crea una sorta di accampamento e base operativa, chi si rifocilla tra frutta secca e i biscotti fatti da Michela o chi come Juan si mangia una banana, chi “la natura chiama” , chi lava e stende i vestiti, chi invece si distende all’ombra, una volta esserci “raccolti” decidiamo di andare a Milena a bere qualche birra e un’acqua liscia a temperatura ambiente per la sottoscritta XD, tra qualche chiacchiera, risata e aneddoto divertente della giornata concludiamo cosi la nostra uscita e ci salutiamo per la prossima avventura.

Fine J
Partecipanti: La sottoscritta (simona), Pietro, Laura, Angelo, Marco, Juan Sebastian, Claudia, Michela, Giuliano, Tony, Filippo, Betel, Chiara.