E' stata appena inviata la seconda circolare del 5° Congresso Regionale di Speleologia della Sicilia.
La potete trovare qui, ma anche nei siti della Federazione Speleologica Regionale Siciliana e nel sito de Le Taddarite.
A breve, sempre sugli stessi siti web, sarà disponibile tutto il materiale predisposto per la realizzazione di poster e contributi, nonchè materiale informativo sulla sede del Congresso, sulle escursioni e sulla Riserva Naturale "Grotta di Santa Ninfa" gestista da Legambiente CRS.
La nostra associazione ha sede a Palermo e, affiliata alla Società Speleologica Italiana, svolge attività speleologica da diversi anni. Queste attività sono principalmente l'organizzazione di corsi di speleologia di vario livello, la ricerca, l'esplorazione, lo studio e la documentazione di cavità artificiali e di cavità naturali nei carbonati e nelle evaporiti, prevalentemente nella Sicilia centro-occidentale e centro-meridionale.
venerdì 27 settembre 2013
giovedì 26 settembre 2013
Grotta del Garrone 25 settembre 2013
Esistono emozioni nella vita che inducono a cambiare i
propri passi e compiere azioni che stravolgono piacevolmente i piani, anche
solo per una mattinata.
Una di quelle è proprio la sensazione che si ha quando si
entra in grotta. Quando il piede lascia il sentiero sicuro, dal suolo arido di polvere battuta dal sole,
e lo si poggia sul terreno umido della pancia della terra. L’ingresso alla
grotta del Garrone oggi, come ogni volta, mi fa proprio questo effetto. C’è un
ampio varco che illumina noi e il suolo verdissimo, punteggiato di Lingue di
cervo (Phyllitis
scolopendrium). Dietro un magnifico panorama che da sul Lago di Piana degli
Albanesi, davanti l’enorme illusione di un’ancestrale pancia materna, dal quale
si è costretti a uscire con disumana fatica.
Per arrivarci c’è un ripido sentiero sassoso che affronto
con molta calma assieme a Luisa e Vattano, che oggi ci ha fatto la bellissima
sorpresa di portarsi il piccolo Alfredo, in perfetta tenuta da speleologo.
Scopo della giornata è quello di trovare alcuni campioni per sottoporli a delle
analisi. Il Garrone si rivela una piccola grotta orizzontale dall’ingresso
stupendo ma dall’interno assai mediocre. Arriviamo al fondo dopo poche decine
di metri. Le concrezioni sono completamente distrutte, asportate da chissà chi.
Il piccolo laghetto di acqua cristallina è punteggiato di bottiglie di vetro,
scatolette di tonno e cartucce di fucile. La delusione iniziale però pian piano
svanisce. L’odore di umido e di fango, i rumori ovattati e l’ambiente in
generale mi danno quella piccola scossa di adrenalina che poche cose, oltre
alle grotte, sanno darmi. E poi è impossibile non essere di buon umore con la
parlantina e le risate allegre del piccolo Alfredo. Mentre Vattano cerca un
campione ideale, perennemente tenuto sott’occhio dal figlioletto che non lo
perde di vista un attimo, io e Luisa giriamo un po’ tenendo Alfredo per mano.
Qualche foto, qualche annotazione e in meno di un’ora siamo fuori col nostro
bel campione, anche se Vattano non pare molto soddisfatto.
Saliamo verso
l’ingresso e Alfredo esclama “che bel verde!” accarezzando le piantine che
crescono a decine sul suolo sempre più illuminato. Guarda l’ingresso e col viso
illuminato dal sole ci regala il più bel sorriso della giornata. Il ritorno a
un mondo epigeo conosciuto e la sicurezza della luce non sfuggono nemmeno a
lui. Tempo di una merenda e siamo di nuovo in macchina. Peccato, avrei voluto
durasse di più, si vede che oggi era giornata di speleologia “in pillole”…
Notizia di Totò
Partecipanti: Luisa, Totò, Alfredo e Marco
Abisso del Vento 24 settembre 2013
Il Vento ha sempre qualcosa da
insegnare, qualcosa di nuovo da farti vedere, anche se ci sei entrato mille
volte. Il problema sorge quando il bar che custodisce le chiavi del cancelletto
va in ferie (a fine Settembre...). E così Mr. V, Sausa ed io ci ritroviamo
davanti ad un lucchetto chiuso. Non ci resta che piangere oppure... cercare di
aprirlo in modo alternativo. Sfortunatamente oggi ho dimenticato le forcine a
casa e, si sa, le forcine sono le migliori amiche degli scassinatori
tradizionalisti; ma le risorse, l'ingegno e la volontà non ci mancano! E allora
ecco che Mr. V esce una forcina di 1,5 cm di diametro circa e un coadiuvante a
forma di martello e... voilà, il gioco è fatto (che lo dico tanto per fare bella
figura nella relazione, nella realtà ci abbiamo messo una mezz'oretta
abbuccata!). Sostituiamo il vecchio lucchetto logorato dal tempo (e dalla
forcina) ed entriamo. Mr. V arma velocemente il primo pozzo mentre io, colta da
infrattamentomania, comincio ad arrampicarmi qui ed infilarmi lì e così scopro
degli ambienti che non avevo mai notato prima. E dire che da quel salone ci
sarò passata mille volte... e così l'infrattamentomania si autoalimenta fino a
diventare patologia (e un'oretta più in là mi sarebbe costata pure
l'emarginazione sociale!).
Arrivata alla base del primo pozzo raggiungo Mr. V e Sausa in direzione dei laghetti dove comincia l'attività di campionamento. Anche questa zona in realtà la conosco molto poco e così comincio a pascolare (capretta-mode: ON) mentre Mr. V arrampica verso luoghi improbabili alla ricerca dell'angolo più remoto e diroccato della grotta. Saggiamente monta una corda e così, noi semplici umane, lo raggiungiamo... prima di salire però la mia attenzione viene catturata da un buco, in fondo ad un liscione, che continua verso il basso. Vabbè, per il momento salgo, poi si vede. Così ci dedichiamo ad una prima sessione di foto seguita da campionamento acrobatico. Nel frattempo però quel buco mi chiama. Non resisto e ad un certo punto abbandono quei due in pausa spuntino e scendo giù, monto la corda e scivolo lungo il liscione, poi il buco, poi altro liscione e poi ... PLOP! Atterro, no no! affondo in un soffice substrato, morbido, freddo e avvolgente: chili e chili di mille tonnellate di fango, tutto concentrato in una stanzetta bassa, inutile e infida! A questo dobbiamo aggiungere che, visto che si tratta di me, riesco magicamente a impanarmi per bene, insieme ad attrezzi corda e sacco. Tutto ciò che tocco o sfioro si ricopre di una coltre di fango e così comincia una lunga storia di denigrazione in cui io sono la povera vittima... come fanno, per un pò di fango!
Finita la visita in questa parte della grotta continuiamo la discesa arrivando alla base del 35. Ma invece di continuare lungo la normale direzione, che ci avrebbe portato ai famosi traversi, andiamo esattamente nella direzione opposta. Qui forse c'ero stata una volta sola, la prima volta che ho visto il Vento, per il mio corso. Ma è tutto diverso e più familiare: il salone, che la prima volta mi era sembrato immenso, è più piccolo e le concrezioni mi sembrano più grandi. Stavolta non mi sento una straniera spaesata, anche se la mia eleganza nel procedere potrebbe far pensare il contrario. Altra sessione di foto e campionamenti in zone impensabili e siamo pronti per affrontare il resto della grotta, quando lo sguardo di Mr. V si illumina nel posarsi su un punto in alto e, tanto per cambiare, complicato da raggiungere. E che dobbiamo fare?! Sausa ed io, un pò rassegnate, assecondiamo l'attitudine innata di Mr. V nel cercarsi situazioni assurde. Stavolta il campionamento richiede uno sforzo quasi titanico ma la caparbietà viene premiata anche stavolta e, vittoriosi, torniamo alla base del 35. Dopo una rapida consultazione decidiamo che è arrivato il momento di raccogliere pezze, campioni e sacchi (infangati) e tornare in superficie dove ci accoglie un bel sole caldo.
Ci cambiamo,
contribuiamo anche oggi alla quota munnizza destinata a sedimentare nella jeep
di Mr. V e torniamo a Palermo dopo aver lasciato le chiavi del nuovo lucchetto
al bar d'Isnello (sempre chiuso perché sempre in ferie a fine Settembre...).
Alla fine della giornata abbiamo
imparato che:
1. fa sempre comodo avere delle forcine a portata di mano e
2.
nessun posto è irraggiungibile (come tornare, poi, è un altro paio di
maniche!).
Notizia di Nina
Partecipanti: Luisa, Nina e Marco (Foto)
lunedì 23 settembre 2013
Sferracavallo 21 settembre 2013
Oggi 21 Settembre, ultimo giorno
d'estate, Marili, Ponzio, Nina e Valentina decidono di andare a divertirsi
sulla parete di Sferracavallo.
L'appuntamento era per le 10:30 ma qualcuna ha
ritardato un poooò! Cosi abbiamo iniziato l'escursione intorno alle 11:00. Il
punto da raggiungere non era tanto distante ma grazie all'intuito di Ponzio che
ci ha fatto strisciare sotto un cancello abbiamo risparmiato un bel tratto di
salita. Con tutta tranquillità e senza fatica siamo giunte sotto la parete che
Nina ha scelto di armare e li il relax è terminato.
Nina monta il primo fix
senza alcun problema, poi tocca a Ponzio e li iniziano le risate... ha avuto
una grande fortuna nello scegliere i punti più duri e impenetrabili di tutta la
parete... ma dopo una bella sudata ha vinto lei ed è riuscita a montarne uno.
Una volta risalite abbiamo impiegato il tempo ripassando nodi e ascoltando Nina che con tanta pazienza ci dava delle dritte anche su come si disarma una parete ed è stata così chiara che Marili e Valentina per la prima volta sono riuscite a disarmare! E' veramente emozionante scendere in corda ma vedere tutto il lavoro che c'è dietro per permetterci di salire e scendere è incredibile. Dare un aiuto alle persone che sino ad ora ci hanno fatto sempre trovare tutto pronto è stato bello. Intorno alle 15:00 avevamo già liberato la parete ed eravamo pronte per tornare a casa felici di avere imparato tante cose nuove che serviranno a noi ma soprattutto all'intero gruppo.
Notizia di: Marili
Partecipanti: Marili, Nina, Ponzio e Valentina
Marineo 18 settembre 2013
Non so perché ma è da un po’ di
tempo a questa parte che ogni volta che decido di andare in grotta, nonostante
gli insegnamenti, dimentico sempre di comprarmi il pranzo il giorno prima.
L’uscita quindi comincia con una
bella passeggiata verso il panificio per recuperare l’errore fatto il giorno
precedente. Mentre ero là dentro un buongiorno mi fa voltare, era Nina. Anche
lei aveva il mio stesso problema. Una volta comprato il pranzo per tutti (ci è
andata bene eravamo solo in tre), andiamo a prendere un caffè nell’attesa che
arrivi Marco. Il caffè dura poco contrariamente all’attesa che si prolunga più
del dovuto. Essendo una uscita di settimana ed essendo cominciate le scuole il
traffico non è dalla nostra. Dopo qualche chiacchera finalmente arriva Marco,
saliamo in macchina e ci dirigiamo verso Marineo. Poco dopo, quasi alla meta,
io e Nina utilizziamo i nostri cellulari super tecnologici per trovare il luogo
di appuntamento con un geologo del luogo, che ci aveva chiamati per
fare questo sopraluogo. Risulta essere più divertente che utile, dato che la
via l’avrebbe trovata anche un cieco, non si poteva sbagliare. Una volta
arrivati incontriamo il suddetto geologo per il quale siamo qua. Marco si
presenta e poi presenta noi: la Dott.ssa Scrima e la Dott.ssa Sausa. Eh? Chi?
Dott.ssa? Lo scambio di sguardi tra me e Nina intende più o meno questo, ma
visto la situazione era meglio rimanere serie. Dopo un altro caffè e una
visione sulla carta topografica del punto dove dovevamo andare ci mettiamo in
marcia verso questa nuova grotta.
E' crollato il suolo portando alla luce questa grotta. Durante il
tragitto ci accorgiamo divertiti che il geologo che ci fa strada segue le
indicazioni N. (ord) S. (ud) di Guadalupe. Arrivati sul posto troviamo
esattamente la situazione descritta e a 4 m dalla strada c’è effettivamente
questo grande buco per terra. Ci vestiamo velocemente e ci prepariamo per
l’ingresso in grotta. Marco arma carinamente la sua jeep e uno alla volta
scendiamo. Una volta dentro la situazione non è nè bella nè stabile. È tutto
crollato e ovunque si mettano i piedi si smuove qualcosa. C’è un altro pozzetto
dove scende Nina. Stavolta armo umano. Un po’ di pulizia e Nina continua a scendere.
Poi la segue anche Marco per fare il rilievo. Niente di eccezionale.
Una volta
fuori, mentre Marco illustra ai due tizi che ci avevano chiamati e accompagnati
cosa avevamo trovato, io e la mia “commare” andiamo pascolando per la cresta.
C’è un’altra grotta. Avvisiamo da lontano Marco che ci stiamo infilando e scompariamo. Stavolta la situazione sembra
più interessante. C’è una piccola strettoia d’ ingresso poi un saltino di un
paio di metri e infine un pozzo. Servono le corde. Mentre Marco da uno sguardo
dentro io e Nina andiamo a prendere corde, anelli, trapano, sacca d’armo e chi
più ne ha più ne metta.
Scende Marco per primo che fa i primi due attacchi,
continua ad armare Nina, che fa un frazionamento poco sotto e poi giù fino alla
base. Quando siamo tutti e tre giù scattiamo qualche foto e poi si comincia
anche qui con il rilievo. Alto, basso, destra e sinistra, finito il fondo si
ricomincia a salire. Durante la salita si scatta qualche altra foto e mentre
Marco e Nina continuano il rilievo io disarmo. Siamo quasi fuori, bisogna solo
superare l’ultimo piccolo pozzeto di due metri circa.
All’andata non gli
avevamo dato tanto peso, sembrava un saltino insignificante. Ma al ritorno
ovunque mettesi i piedi, scivolavano e non riuscivo a darmi la spinta per
uscire. Fortunatamente mentre Marco
guardava la scena da fuori sghignazzando, Nina mi ha dato una mano e salvata.
Sono più o meno le tre e la giornata è finita. Abbiamo visionato due grotte e
fatto il rilievo. Salutiamo i due chi ci hanno accompagnato, ci cambiamo e
saliamo in macchina. Poco dopo ci ricordiamo che dovevamo pranzare. Ci fermiamo
per strada a mangiare il buonissimo pranzo improvvisato da me e Nina. Dopo il
veloce pranzo, arriviamo presto a casa concludendo così la giornata che
nonostante sia durata poco è stata molto produttiva e divertente.
Notizia di Luisa.
Partecipanti: Luisa, Nina e Marco (foto)
lunedì 9 settembre 2013
Grotta dell'Eremita 7-8 settembre 2013
Dopo più di un mese senza fare attività finalmente oggi si
va in grotta!
Partiamo da Palermo io, Marco e Filippo, direzione Castellammare
del Golfo. Qui raggiungiamo il gruppo di Ragusa al bar La Sorgente, una veloce
colazione e andiamo a prendere le chiavi della grotta e comprare la carne e il
vino per la sera.
Arrivati nei pressi della grotta aspettiamo Franco e Sara
del gruppo di Belpasso, ci cambiamo e arriviamo all’ingresso.
Qui cominciano i problemi! Il catenaccio del cancello non
vuole aprirsi... la chiave è quella sbagliata. Dopo essere tornati alle
macchine e aver chiamato a Castellammare per avere indicazioni, proviamo a
romper il lucchetto... ma ahimè è un catenaccio blindato. Dopo mille bestemmie
e colpi di mazzetta e scalpello ancora resiste. Rapido consulto fra Angelo e
Marco... e ad un certo punto una voce annuncia che possiamo entrare dal
laminatoio; si è infatti riusciti a spostare le sbarre che abbastanza
inutilmente e dannosamente lo chiudevano. Maledicendo la parietaria che stava
uccidendo me e la povera Sara per l’allergia finalmente entriamo. La prima
galleria è piena di cocci di vasi, testimoni della presenza dell’uomo in tempi
remoti, scattiamo qualche foto e andiamo avanti. Il gruppo di Ragusa procede
spedito per armare la grotta in vista della prossima esercitazione del soccorso
speleogico del CNSAS.
Siamo tanti e la progressione non è rapidissima, c’è tutto
il tempo di ammirare la grotta: enormi pozzi, gallerie dalle morbide forme date
dalle cupole sulla volta, sale immense. Procediamo sempre accompagnati da tanti
pipistrelli che svolazzano, che bello vederne così tanti! Un continuo di
gallerie pozzi e sale, si scende sempre più giù sembra non finire mai.
Camminiamo su enormi cumuli di guano, una mamma pipistrello che ci urla contro
proteggendo il piccolo sotto di lei, anche lui che urla contro di noi e
doppiamente cornuto si becca pure i muzzicuni di sua madre! In realtà abbiamo
invaso il loro ambiente mi sembra anche giusto che non ci vogliano!
Più giù una piccola colonia, un centinaio di esemplari tutti
raggruppati intenti nella cura della prole. Si scende ancora ed il tempo passa.
E’ tardi, ancora c’è da armare l’ultima serie di pozzi e così alcuni di noi, io,
Marco, Filippo e Franco cominciamo a risalire. La fatica e il caldo si fanno
sentire nella salita, ce la prendiamo comoda, in fondo non c’e alcuna fretta.
Scattiamo altre foto, qualcuno ammira un pene di fango, qualcuno le cupole o le
strane formazione di questa grotta stupenda.
Sempre accompagnati dallo svolazzare dei pipistrelli
arriviamo all’uscita. Fuori è buio, si vedono le luci delle città, il cielo
stellato… Ci reidratiamo, abbiamo sudato veramente tanto, mangiamo qualcosa e
scendiamo al campo.
Sono le 23:30, montiamo la tenda, raccogliamo un “piccolo”
mucchietto di legna e aspettiamo che anche gli altri escano. Il tempo passa in
fretta, Franco ci diletta con un comico monologo, e ci fa piegare in due dalle
risate per diverse ore.
Dopo un’oretta i primi due sono usciti e ci avvisano
che possiamo cominciare ad accendere il fuoco. Ceniamo accompagnati dalle
battute di Franco e dal vino, si continua a far baldoria, raccontando
barzellette fino alle 4. La stanchezza ed il sonno la fanno vinta, almeno ad
alcuni di noi che andiamo a dormire, mente un gruppetto va a fare il bagno alle
terme.
La notte in tenda è un delirio di caldo... tre facoceri ronfanti fanno effetto!!!
La mattina ci svegliamo col “dolce” suono dei motocross, che restano a
farci compagnia fin quando non ce ne andiamo. Tra le bestemmie e gli auguri di
incidenti ai motocrossisti facciamo colazione e smontiamo.
Fermata di rito alla Sorgente per le cassatelle, altre
quattro chiacchiere e risate in compagnia ed arriva il momento di salutarci e
tornare a casa.
Sono
distrutto dal sonno e dal caldo ma felice per la bella giornata che abbiamo
passato.
Notizia di Riccardo, con qualche incursione di Marco
domenica 8 settembre 2013
V Corso di Speleologia di primo livello - Santa Ninfa (TP) 27 Settembre - 15 ottobre 2013
Il corso, aperto a tutti,si svolge in collaborazione con la riserva naturale Grotta di
Santa Ninfa.
Per info contattare i numeri o gli indirizzi mail in locandina.
Per info contattare i numeri o gli indirizzi mail in locandina.
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