Ho iniziato a scrivere questa relazione troppo tardi, non
ricordo più i dettagli.
So che per la maggior parte del viaggio di andata ho dormito
e, quando mi sono svegliata, vagavamo per delle stradine in mezzo alle
villette.
A un certo punto ci siamo fermati, siamo scesi e abbiamo iniziato a
perlustrare un pianoro chiazzato di palme nane e arbusti di cui non so i nomi,
alla ricerca della grotta, invocando anche l’aiuto di Google Earth.
Quando finalmente
abbiamo trovato l’ingresso, incuneato fra rocce che sporgevano dal terreno,
Angelo ha detto:
“E ora Betel arma la grotta!”
Io sono scoppiata a ridere, ma non ce n’era motivo. Non era
una battuta e dovevo farlo sul serio. Per fortuna non era nulla di complicato,
un armo in serie con spit fix già messi. Mi toccava solo montare tutto e
cercare di fare nodi il più possibile puliti. E poi…fidarmi di quello che avevo
fatto.
La discesa non misurava in totale più di tre metri e
conduceva a una sala piuttosto grande, con degli arredi caratteristici: due
sedie di plastica comode e restistenti e una scala abbandonata.
Da lì si
proseguiva per cunicoli non troppo stretti, ma fitti di concrezioni, anche
eccentriche, e con segni di risaldature (o com’è che dovrebbero chiamarsi). A
ogni cenno del capo il casco rischiava di rompere qualcosa.
A quanto pare “I DUE
COMPARI” frequentavano la grotta assiduamente anni fa: era piena di fili di
Arianna e batterie arrugginite, e costellata dei loro nomi e dei loro cognomi,
ripetuti in ogni angolo.
Li ricordo perfettamente, a differenza di tutto il
resto, ma preferisco lasciarli anonimi, perché non meritano di risultare in
altro modo che come deturpatori.
Retorica a parte, la grotta non era grande. Abbiamo perso
molto tempo solo perché Angelo doveva fare delle fotografie per la tesi, e
perché l’aria era pesante e costringeva a rallentare. L’ambiente infatti era
caldo e molto vicino alla superficie.
Al ritorno ci siamo fermati a riposare sulle sedie e poi,
per quella breve risalita, abbiamo dovuto sporcare l’imbrago con il fango che
ci era rimasto addosso.
Notizia di Betel
Partecipanti: Angelo, Filippo, Mirko e Betel