lunedì 18 marzo 2013

15 Aprile - 7 maggio 2013 IV Corso di Speleologia di Primo Livello

L’Associazione Naturalistica Speleologica “Le Taddarite”, organizza il IV Corso di Speleologia di primo livello dal 15 aprile al 7 maggio 2013. Il corso sarà organizzato dalla Scuole di Speleologia di Palermo, sotto l’egida della Commissione Nazionale Scuole di Speleologia della Società Speleologica Italiana (CNSS-SSI) e si articolerà in una serie di lezioni teoriche tenute a livello universitario ed esercitazioni pratiche in palestra di roccia, in forra ed in grotta per fornire ai partecipanti approfondite nozioni tecniche e scientificoculturali per un corretto approccio all’attività speleologica e agli ambienti carsici nei loro differenti aspetti.

Per ulteriori informazioni:

http://taddarite.altervista.org/
http://letaddarite.blogspot.com/
letaddarite@gmail.com

lunedì 11 marzo 2013

10 Marzo 2013 - Un Cocktail esplosivo!!!



Non voglio scrivere la solita relazione che comincia più o meno sempre allo stesso modo e continua poi sulla stessa linea e non voglio farlo perché questa non è stata la solita uscita. Preparatevi quindi a leggere pensieri, sensazioni e emozioni che ho provato durante questa giornata. Siamo stati fuori da casa circa 12 ore eppure a me sembra siano passati almeno due giorni, a causa di tutto quello che ho provato. Per questo ho deciso di focalizzarmi sulle sensazioni piuttosto che le descrizioni.
Come in tutte le uscite con Mr.V. è impossibile sapere a cosa andiamo incontro, stavolta anzi siamo stati  fortunati, sappiamo dove si trovano le grotte e come si chiamano. Tutto il resto è ignoto. Eh si, perché una delle cose particolari della giornata è che visiteremo due grotte. Siamo nella zona di Belmonte e dopo una piuttosto breve camminata arriviamo in una delle due grotte, ma decidiamo di far visita prima a quella che si trova un po’ più a monte. Saliamo un altro po’. Voci di corridoio dicono che il pozzo di questa grotta dove stiamo andando (lo zubbio) è molto bello. Oggi c’è un’aria calda e piacevole con un cielo di un azzurro che riempie gli occhi. 
Tutti i mandorli sono in fiore e per terra cominciano a spuntare le prime piante verdi. Fortunatamente il pozzo è praticamente all’aperto perchè è una dolina di crollo e quindi durante l’armo di Antonio e la potatura necessaria della roverella che domina l’ingresso io e Nina riusciamo a goderci un po’ di quello splendido sole.
Una volta armato tutto si comincia a lavorare e via con le foto. Mettiti così, girati di li, guarda qua, guarda la, insomma si cercava di fare cose serie, ma con Antonio, Mr.V, Nina e me il cocktail diventa leggermente esplosivo e di serio non si riesce a far nulla. In qualsiasi momento della giornata poteva mancare il cibo, l’acqua, la pazienza, ma mai le risate. Penso che oggi ho riso come non facevo da tempo ed è impossibile renderlo su carta perché le improvvisazioni di Antonio sono irripetibili. Una volta dentro la grotta (che era piccolina, si estendeva per circa una trentina di metri) continuiamo a lavorare e, una volta finite le foto, si parte con il rilievo. 
Io non vedevo l’ora perché era da un po’ che sentivo parlare di questo nuovo aggeggio palmare ma non l’avevo mai visto e ancora non capivo bene come funzionasse. L’ultima volta che avevo fatto il rilievo io avevo rigorosamente usato carta e matita e scritto tutti i numerini che mi venivano dettati con diligenza. Mi sono quindi messa subito all’opera misurando distanza, clino e bussola con un solo “bip”. Sembra facile ma mi rendo subito conto che ci vuole un certo criterio (che io ancora non ho) e soprattutto una mano  ferma. Però nonostante il mio grande impaccio e la paura di sbagliare riesco a finire il mio lavoro di sparatrice. Durante la mia performance il mio “bip” era sempre accompagnato da un “pip”, era Nina stava giocando con la compattina di Mr. V e praticamente tra un “pip” e un altro l’ha quasi trasformata da macchina fotografica automatica a manuale. 
Senza accorgercene si sono fatte le tre. Siamo fuori dal pozzo, ma purtroppo ci siamo dimenticati il pranzo in macchina. Decidiamo comunque di fare un salto nell’altra grotta (lo zubietto) e di posticipare il pranzo ancora di qualche ora. Pensando che si trattasse di una grotticina come  l’altra ci avviamo e arriviamo subito. L’ingresso è piccolino e non si capisce bene come è fatta la grotta. Una volta dentro lasciamo le cose “in più” e cominciamo ad addentrarci. Pensavo sempre che da un momento all’altro la grotta dovesse chiudere e invece sotto a un masso crollato c’era sempre un piccolo passaggio che portava in un’altra stanza e poi un’altra ancora e poi ancora avanti, insomma associazione parola zubbietto e ampiezza della grotta non fu mai così sbagliata. La grotta si estendeva da tutti i lati, e in profondità, siamo scesi di parecchio ma non saprei dire quanto perché tutte le stanze erano piccole e crollate e quindi così a primo acchito non si riusciva a capire l’andazzo della grotta.
Fatto sta che proprio per questa sua prerogativa era molto affascinante: non facevamo altro che superare massi da sopra o da sotto e ritrovarci davanti delle splendide colonne bianche o delle eccentriche davvero eccentriche. Insomma dei veri tesori. L’unico aspetto negativo era che la grotta era bagnata, quindi scivolosa e piena di fango che legandosi alle nostre tute non faceva altro che appesantirle. Anche qui facciamo qualche foto e l’atmosfera è sempre la stessa una battuta qua una risposta la e la risata non tardava ad arrivare. L’atmosfera non si è interrotta mai un attimo. Ma è l’ora di tornare indietro e giusto per confonderci ancora un pò Mr. V, decide di prendere un’altra strada. Da questo lato incontriamo delle splendide cannule: bianche, perfette che sembravano rompersi solo a guardarle. Fortuna volle che il passaggio per l’uscita fosse accanto a quelle cannule. Passa Antonio, poi segue Nina, intanto Mr V prova un’altra strada. Io sono in mezzo che guardo Mr. V a sinistra salire magicamente su una parete a dir poco scivolosa e Nina a destra dover superare le fragili cannule e poi attraversare una frattura da dove ha difficoltà a passare. Io non vorrei prendere nessuna delle due strade da un lato “non ci passo” e dall’altro “è pericoloso”. Alla fine vado verso Nina. Superare quelle cannule è stata un’impressa più psicologica che fisica. L’ansia di poterle colpire e distruggerle in un sol colpo era continuamente presente, ma superate quelle mi rendo conto che la fessura è davvero piccola. Provo a passare lo stesso, non voglio arrendermi. Ma sembra impossibile è come se con grandi sforzi cercassi di far entrare un cubo in uno spazio triangolare. E quindi dopo grandi, ma tanto grandi, sforzi decido di tornare indietro e prendere la via dal quale eravamo scesi. Tutti sono in silenzio e io non vedo nessuno. Chi sa che stanno pensando. Io mi fermo cerco di riprendere fiato, ma sono presa da una fortissima voglia di arrendermi. Mi fermo qualche secondo faccio due grandi respiri e continuo ad andare avanti, se mi fermo non riparto più. C’è ancora silenzio e io continuo a salire, sono sempre più affaticata e nonostante tutto cerco di restare calma e superare i tratti più complessi cercando di sforzarmi il meno possibile industriandomi, sono senza forze. Continuo a fare profondi respiri e finalmente poco alla volta raggiungo gli altri e ancora in silenzio continuiamo a salire. Io non guardo altro che dove mettere mani e piedi sono veramente esausta. Le risate si sono affievolite, ma in questo momento neanche quelle mi avrebbero potuto aiutare, avevo bisogno solo di profondi respiri. Non riconoscevo più la grotta, salivo come se fossi un mulo. All’improvviso riconosco l’ultimo tratto, quello vicino l’uscita. Avevo respirato profondamente durante tutto il percorso, non dicendo neanche una parola o quasi. Ma quando sono uscita quasi mi ero calmata e durante la passeggiata verso la macchina mi scappa anche qualche risata. Ho lasciato la tristezza, la delusione e lo sconforto dentro quella intricata grotta e il pensiero che mi accompagna ora è il suono di quelle nostre grosse risate.

Notizia di Luisa.
Foto di Nina, Lombrellone e Marco
Partecipanti: Nina, Luisa, Lombrellone e Marco 

venerdì 8 marzo 2013

Un sogno sottoterra

Con i nostri più vivi complimenti a tutte le ragazze e ragazzi che hanno contribuito, segnaliamo questo meraviglioso filmato premiato con la Campana d'argento, al concorso Alpi Giulia Cinema 2013.




Complimenti ragazzi e grazie per averci fatto emozionare e sognare.
Video da (http://www.aspros.it/)

martedì 5 marzo 2013

03 Marzo 2013 - La pioggia ci da un po' di tregua...

Sono qui seduta sul mio letto, comodo e morbido, per descrivere la giornata appena trascorsa a Sferracavallo, dopo 4 mesi di stacco, all’insegna di una sana ma stancante palestra.
Mi scuso fin da subito, ma non sono ne brava ne “contenta” di doverla fare, ma ormai sono una Taddarita e tocca anche a me! Tagliamo la testa al toro!
Scendo da casa alle 7 e 45 per prendere Alice e Antonella. L’appuntamento era per le 8 e 30 a Sferracavallo e, con l’incredibile puntualità di cui noi 3 ragazze siamo dotate, arriviamo alle 8 e 29. Dopo qualche minuto (quasi dieci) arrivano i ragazzi, Antonio, Angelo e Riccardo, e cominciamo a salire. Nel frattempo arriva anche Francesca Chiara e dopo un po’ Francesca ( il soprannome è ancora in fase di lavorazione) e cominciamo a indossare l’imbrago; ma tra un stringi di qua e allarga di là, cominciano i primi “dubbi” di noi matricole… cosa si mette prima? E dopo? Croll o longe? Non ricordo più niente Mmm…. Chiediamo suggerimento ai ragazzi, i quali ci abbandonano ai nostri dilemmi esistenziali, e l’unica anima pia che si presta in nostro soccorso è Riccardo. Finita la vestizione degli eroi, saliamo per vedere come si arma una parete. Sono finiti i bei tempi del corso, ci tocca lavorare!
Dopo una breve lezione su nodi armi e attacchi di partenza, e discussioni su sangue, ferite, incidenti e femori rotti, pongo delle “infantili” domande  a Riccardo sulla capacità delle corde (.. tornano in mente tante inutili preoccupazioni del tipo: “mi reggeranno?”). Antonio ha quasi finito di armare il traverso cosi Angelo e Riccardo si prestano volontari ad armare la seconda e terza campata,nel frattempo si gioca a ripassare ( o meglio imparare)  qualche nodo, di cui in questo momento ricordo solo i nomi.  All’improvviso si avvicina Antonio con una proposta che all’inizio sembra allettante:  “giocate voi ragazze a pari e dispari vediamo chi vince!” . Al contrario di me, che sono entusiasta dell’idea, le altre ragazze sembrano avvertire qualcosa di marcio sotto. Giochiamo. Vinco 4 a 0. Esulto. Premio? Questa relazione.
Il resto della giornata mi passerà a dire: “non la voglio faree!” . Comincia la discesa. Va molto meglio del previsto. Questi mesi di pausa mi avevano creato un po’ di paure: ” ricorderò i passaggi ai frazionamenti?” “saprò fare il cambio attrezzi?”. Tutto è andato bene. Qualche problema con la salita e il croll, ma i ragazzi erano sempre pronti per aiutarci. ad un certo un punto dal basso si vedono salire due persone con un bimbo, chi saranno?
Erano Marco e Giuliana con il loro piccolo super uomo ALFREDO che approfittando della bella giornata di sole ci raggiungono per trascorrere qualche minuto con noi, una piacevole sorpresa...
Si fa ora di pranzo. Francesca e Antonella vanno via e arriva Natascia a fare un salutino, giusto il tempo di una salita e discesa, e poi via  anche lei. Dopo il pranzo arriva la digestione... Alice si arrende. Le sue mani chiedono pietà e lei le accontenta. Continuiamo a salire io e Angelo, e il povero Riccardo che, non so se per penitenza o per semplice pazzia, si trascina su e giù un sacco pesantissimo pieno di attrezzi.(sono sacrifici).Attorno alle 16 ci raggiunge Maddalonza con un vassoio pieno di cose buone! Pizzette, ciambelle, calzoni…ecc. ovviamente sono state divorate.  E a che c’è, sale anche lei! Si fanno le 5 ed è arrivato il momento di andare via. Antonio e angelo disarmano tutto e si scende. Abbiamo trascorso una bella giornata, rilassante e piacevole, un tocca sana per mente e corpo, con un caldo sole che comincia prepotentemente a farsi sentire sulla pelle.

Notizia di Gilda
Foto: Gilda e Lombrellone
Partecipanti : Lombrellone, Antonella R, Francesca t, Francesca chiara, Qualcos'Angelo, Riccardo, Na-tasha, Maddalonza, Alicechi?

Un invito che non si può rifiutare. Ancora Kronio a scaldare l’inverno. 22 febbraio 2013


Un invito che non si può rifiutare.
Il Badino nazionale, come parecchi lo chiamano, avvisa che deve andare a fare misure nel sistema di Monte Kronio... si può dir di no?
Il tutto rientra nel progetto Kronio, condotto dalla Commissione Grotte E. Boegan e da La Venta, che dal dicembre dell’anno scorso hanno coinvolto nelle attività altri soggetti come la soprintendenza di Agrigento, ricercatori e docenti universitari italiani e stranieri e anche alcuni speleo siciliani.

Raggiungo Giovanni e Ulyana in una piovosa e nebbiosa giornata di febbraio. Il programma della giornata è istallare due stazioni anemometriche all’interno dell’Antro di Dedalo e della grotta Cucchiara per lo studio delle correnti d’aria all’interno del sistema.
Trovando il cancello delle Terme chiuso, abbiamo tempo per fare una visita al sovrastante museo, alla chiesa e alla grotta del Santo, che furbamente ha scelto come sede del suo ritiro una grotta riscaldata da vapori caldi.
Finalmente si aprono le porte delle Terme e possiamo andare giù verso le famose gallerie delle Stufe di San Calogero.
Mi impressiona la differenza fra la mia visita del dicembre scorso e quella di ora.
Caos, tubi, compressori, medici e provette, tute speciali, panni a terra, tanta gente di tutta Italia e ognuna indaffarata a far funzionare una macchina complessa come il progetto Kronio, lascia spazio al silenzio, a corridoi e stanze vuote, dove Ulyana, Giovanni e io, veniamo a sapere dal custode che non c’è neanche la luce...

Ci prepariamo. Chi in scarponi e costume, chi il tutina leggera, chi in canottiera e fuseaux, e mentre Giovanni predispone l’attrezzatura, io faccio riscaldare la macchina foto. Con Ulyana diamo un’occhiata all’Antro degli animali e poi alla sala dei sedili.
Ulyana rimane incredula. Lei che proviene da Perm (Russia), che nelle grotte trova il ghiaccio... resta letteralmente senza fiato alla prima botta di vaporee di calore.
Rapida discesa verso la galleria Di Milia, dove Giovanni posiziona i suoi strumenti, e noi facciamo qualche foto alle cupole, e agli ambienti di questa incredibile grotta.


Diamo ancora uno sguardo in giro e la fatidica mezz’ora di soggiorno si avvicina. Prima di salire per la scalinata, ci fermiamo un pò per fare diminuire la frequenza cardiaca e poi su, per l’infinita scala e verso l’uscita.
Ci rifocilliamo, ovviamo a piccoli inconvenienti con il pc di Giovanni e poi vista l’ora, ci muoviamo verso Sciacca per pranzare.

Il pomeriggio è per la Cucchiara. Anche in questa grotta, restiamo stupefatti dal calore e dalle correnti... e visto che fuori fa anche brutto tempo, dalle nuvole in grotta che sono molto più visibili delle altre volte in cui sono stato in questa grotta.
Andiamo giù e montiamo l’anemometro, scattiamo un pò di foto e fermi alla sala delle croste riusciamo a misurare una differenza di temperatura di quasi 10°C in circa 1 m di dislivello, fra pavimento e tetto...

All’uscita della grotta una simpatica pioggerella ci allieta lungo il sentiero.
Un invito che non si poteva rifiutare, per passare una giornata in grotte incredibili con bella gente e per cercare di mettere un altro tassello nella conoscenza delle Stufe.

Notizia e video di Marco
Foto di Giovanni e Marco