“Se
qualcuno domani volesse un caffè io alle 8.15 sono al bar alba di piazza
valdesi, sucuna.”
Tutto
comincia con questo messaggio del buon Simone.
E alle 8.15 (forse 8:30) io,
Nina, Valentina e Riccardo siamo al bar Alba a Valdesi, trovando ad attenderci
Simone e Andrea. Aspettiamo anche Gabriella per prendere un caffè e ci avviamo
con i nostri comodi alla parete. Arrivati al punto stabilito Paolo e una Ponzio
raffreddata ci fanno il cazziatone perché mentre noi eravamo al bar a
svegliarci un po’ loro erano li da mezz’ora.
La
giornata è splendida, gli uccellini cantano, i ciclisti e le famigliole in
macchina si fermano guardandoci perplessi, Ponzio riesce finalmente a trovare
un posto isolato dove fare la pipì.
Insomma, va tutto meravigliosamente bene.
Più
tardi ci raggiungono Maddalonza e Wanda, che ha fatto le corse perché la
sveglia non aveva suonato. Non restiamo un attimo con le mani in mano: c’è chi
fa sali e scendi, chi ripassa i nodi, chi prova ad armare e disarmare, chi si
arrampica sugli alberi e da dimostrazioni di potatura, chi fa soccorso uomo a
uomo, chi si esercita con il cambio attrezzi. La mattinata è stata
assolutamente proficua e istruttiva.
Prima
di pranzo Gabriella e Wanda ci lasciano, ma al gruppo si aggiunge Ceres.
Prendiamo qualcosa da mangiare al bar facendoci strada tra i ragazzi della
Palermo bene profumati e pettinati e ci sediamo in spiaggia per riposare e
godere del sole. Qui conosciamo la mamma di Andrea a la dolcissima sorellina
che stava aggrappata al fratello come una scimmietta. Io, che ancora non ero a
conoscenza di questa abitudine, rimango affascinata dalla dedizione di Riccardo
nello scavare buche a mani nude nella sabbia, con il braccio infilato fin quasi
alla spalla, i bordi del buco ben lisciati e regolari, per poi richiudere tutto
alla meno peggio e ricominciare d’accapo.
Di
pomeriggio ci aspetta una lunga camminata a Capo Gallo per cercare un “pirtuso”
segnalato a Ceres. Prima procediamo sugli scogli, poi sulla strada, infine tra
la disa e le zecche su per il versante sempre più inclinato e impervio. Dopo un
paio di scivoloni miei e di Maddalonza, noi povere donzelle scegliamo saggiamente
di restare appollaiate su un grande pietrone e far continuare gli uomini (e
Nina!) in questa folle ricerca. Il sole comincia a calare e il vento freddo a
farsi più insistente quando tornano senza aver trovato manco un buchetto.
Scendiamo seguendo la strada spianata da un piccolo crollo (scelgo di scendere
strisciando elegantemente il culo piuttosto che cadere di nuovo) e torniamo
alle macchine. Ma prima di lasciarci ci sediamo al molo per birra, patatine e
una foto stile “anuwanuway”.
Ciò
che ho imparato da questa giornata istruttiva è che faccio un’uscita ogni 3
mesi e vinco sempre la relazione finale.
Notizia di Flavia
Foto di Nina
Partecipanti: Flavia, Nina, Wanda, Gabriella, Ponzio, Maddalonza, Valentina, Riccardo, Simone, Ceres, Paolo, Andrea
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