Non so perchè ma asserzioni cme queste calzano male con le nostre attività e il nostro modo di guardare le grotte.
Quelle "semplici", illuminate di nuove luci e di nuove conoscenze, si mostrano diversamente, ci parlanodi loro e spesso ci svelano qualcosa di estremamente interessante.
Eccoci quindi in un piovigginoso sabato a percorrere strade della Sicilia per raggiungere una località in cui si narra di una grotta che porta fino... e qui svariate storie, leggende, giuri e speriguri su improbabili percosi.
Le prime difficoltà che troviamo sono nel far leggere a Lombrellone un gps... fra destra e sinistra per le indicazioni stradali... proprio non ci siamo! Ma si sà, è colpa dell'inquinamento!
Arrivati in vista delle grotte, che troviamo immediatamente, facciamo un rapido giro per capire da dove conviene avvicinarsi, e grazie alle indicazioni di un gentile locale, troviamo comodo parcheggio e poco starda da percorrere per andar giù.
Un salto per capire che aria tira dentro... c'è da cambiarsi, da strisciare e diversi passaggi da guardare.
La grotta è molto nota nella zona, forse esiste anche un rilievo, qualcuno l'ha esplorara e purtroppo vandalizzata con stupide scritte, enormi, con vernice e spray...
- Bravo, bravi. sappiamo che siete stati lì, lo sapranno tutti coloro che entreranno in grotta... e questo cambierà la vita.... Estiqaatsi!
Ci addentriamo nei primiambienti dove si fanno rapide prospezioni e si inizia pure a rifare il rilievo.Oggi, stranamente, siamo senza ragazze...e specialemente senza strettoisti, quindi il nuovo arrivato Andrea, dovrà in qualche maniera supplire... almeno al secondo dei bisogni. Quindi via, dentro ogni buchetto fisicamente e non fisicamente accessibile.
Nei vari rami stiamo a guardare forme e depositi... e come dice un nostro caro amico francese... "la messe est ditte". Anche di questa grotta sembra chiara l'origine.
Bolla dopo bolla, e lungo le strette gallerie il giovin Filippo, al secolo Filasto, ritrova gour e mini-gour che tanto gli erano piacitui al Vento e di cui, curioso, si era fatto spiegare la formazione.
La fine della galleria che rileviamo sembra chiudere sullo stretto.
Andrea riesce a passare da uno stretto varco dopo un solerte incoraggiamento de Lombrellone. oltre ci sono delle stanzette e vanno rilevate!
Marco prova a passare ma il torace si ferma e la voglia di sforzarsi e lottare con questa strettoia da affrontare senza casco, a pancia in su e con un saliscendi, è veramente poca e quindi si lascia spazio ai giovani!
Le acrobazie de Lombrellone hanno buon esito; a lui gli strumenti di rilievo e via!
Fortunatamente l'uscita è anche meglio dell'entrata...
Rilassati e soddisfatti, iniziamo a fare un pò di foto più seriamente e a guardare speleotemi e cupole, il tutto condito dai brontolii dello stomaco di Filappo che inizia ad accusare i morsi della fame. U picciriddu...
U picciriddu, con la scusa di cercare altri buchi in esterno, si assenta per una mezz'ora... per tornare senza speleologiche segnalazioni ma con un bel mazzo di asparagi che vede già amalgamati in frittata!
Più gallerie, diverse discese, stanza una di seguito all'altra, scivoli terrosi che vanno giù, passaggi che salgono fino a da aria alle radici di diverse piante, stanze che divenatno bivi, trivi o quadrivi...
Un bel casino!
Abbandoniamo le velleità di finire il rilievo oggi e iniziamo l'opera di scaminiamento. Scendi qui, passa lì, "qua ci sei stato", "guarda che da lì continua"... insomma, tante gallerie, tanti ambienti, tanto lavoro!
Uscendo dalla grotta troviamo la pioggia. Fortunatamente non forte, ma la classica assuppaviddano, che da villani che siamo ci becchiamo allegramente.
Frugale pasto in auto e via verso casa.... che raggiungiamo ore e ore dopo a causa della pioggia e di un brutto incidente ch e blocca completamente la statale.
Partecipanti: Filappo, Lombrellone, Andrea e Marco
Foto e notizia di Marco
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"Le Taddarite"