lunedì 3 febbraio 2014

Palestra di roccia_1.2.14



Nodi, armo e nozioni di soccorso: la palestra male non fa!

Appuntamento ad un bar di Mondello alle 8,30, ma già per strada scorgiamo un fiat 500 familiare, una volta di colore bianco. La affianchiamo e siamo già quasi tutti: io, Giorgio, Panella, Nina, Paolo, Riccardo e Simone. Oggi niente grotte… si fa palestra!
Dopo il caffè di rito, in pochi minuti arriviamo sul posto e Simone arma velocemente, così abbiamo poi tutto il tempo a disposizione per fare tanto tanto movimento. L’obiettivo di oggi non è però fare solo sali-scendi sulla parete, ma affinare le tecniche. Affinare, o almeno capirne qualcosa.
Anche per questo a Riccardo, che prosegue l’armo di una seconda campata, Simone dà un’istruzione  chiara: “Fallo difficile”. 

 Asole lunghe, un traversino qua e là… manca la tizia che butta l’acqua da sopra la montagna e il gioco è fatto. In compenso piove un po’, ma la cosa non ci tange.

Dopo un paio di salite e discese di riscaldamento sulle 3 campate, alcuni si cimentano nel famigerato soccorso uomo a uomo (o a donna), sospesi a pochi metri da terra per facilitare la didattica. Intanto appare un caschetto verde brillante all’orizzonte. E’ Ponzio che è venuta a darci il suo supporto morale, portarci dei bei mandarini e anche a chiedere il nostro parere, durante le pause, su quale nuovo cellulare comprare in questi giorni.
Paolo fa la cavia sospeso e Nina lo salva in poco tempo, ma non senza sudare. Simone intanto fornisce i consigli per sudare un po’ meno. Giorgio salva Simone con dei buoni guizzi. Riccardo fatica non poco con Panella, non si capisce bene se “la sua dieta tutto” l’anno non funziona bene se è Riccardo che in realtà è a dieta quindi non ha le forze necessarie. Alla fine il salvataggio riesce, ma Panella avrà segnali dell’imbraco sulle chiappe per un paio di giorni.
Anche e terra c’è tanto da ripassare e imparare. Si inizia con l’abc delle tecniche di armo, che non fa mai male. Armo in serie, in parallelo, quando e perché l’uno o l’altro. Poi i nodi vari, dal bolina al guida con frizione, coniglio, barcaiolo e otto inseguito “assicutato”.
Subito dopo un dimostrazione di discesa sui bloccanti, io, Giorgio e poi anche Panella ci cimentiamo con il salto del nodo su corda. In realtà non “salto sulla corda”, ma diciamo sorpasso di un nodo in progressione. Metti maniglia, salta nodo, togli e rimetti croll. Con i movimenti giusti riesce. Riccardo ci segue e la prima volta è tutto facile per me. Poi si fa il cambio attrezzi e si scende. La seconda volta, più o meno, ci siamo. Panella fatica un po’ ma se la cava, idem Giorgio che si prende il suo tempo. La terza salita, quando dovresti avere imparato tutto, il classico errore da cambio attrezzi: discensore messo male. Simone fa “affiancamento” e in pochi gesti mi libero e scendo.
La stanchezza un po’ affiora, la pausa pranzo è stata leggera. Giorgio si cimenta con un po’ di disarmo e  c’è ancora tempo per una discesa in doppia di Nina, Simone e Riccardo. Panella, Giorgio e io osserviamo, in realtà senza capirci molto. 
Poi tocca a Paolo iniziare a salire e raccogliere corde e ferri vari su una campata. Il resto del lavoro lo completa Nina. E’ ormai pomeriggio inoltrato e decidiamo di andare.
Piccolo break con birra e patatine non possono mancare nella dieta sportiva e ferrea di una buona taddarita e quindi facciamo una pausa al bar davanti al mare grigio di Mondello. Il tempo di una foto tutti insieme e si va casa, avendo ancora imparato tante cose in più e sperando non dimenticarne troppe alla prossima uscita.




Notizia di Nicola
Foto di Simone e Nicola 

Partecipanti: Nicola, Panella, Riccardo, Simone, Nina, Giorgio, Paolo e Ponzio

Nessun commento:

Posta un commento

Caro Utente,
i commenti non firmati verranno eliminati.

"Le Taddarite"