martedì 25 febbraio 2014

Tra Federazione e Cave 21-22 febbraio 2014



E se l'ultima uscita era a km 0 stavolta di chilometri ne abbiamo macinati parecchi!
Come ogni trasferta che si rispetti, anche quella di questi due giorni inizia con un viaggio e, pur essendo soltanto in due stavolta, la compagnia non manca: le acque dell'Imera ci scorrono accanto e ci accompagnano per buona parte della strada e quando i nostri percorsi si dividono e ci lasciamo alle spalle le montagne e il sole per gettarci nella Piana di Catania, ecco davanti a noi la migliore delle compagne di viaggio. Turbolenta, inquieta ma sempre maestosamente elegante, l'Etna ci dice che la nostra prima tappa non è troppo lontana. 
Stasera infatti saremo ospiti degli amici del CSE, a Catania, dove si terrà l'Assemblea della Federazione Speleologica Regionale Siciliana. Arrivati a destinazione notiamo con piacere che per entrare in sede dobbiamo scendere delle scale... anche loro, come noi, animali del sottosuolo... anche in abiti civili! 
Mr. V comincia a salutare mentre io, un po' spaesata, cerco di associare facce e nomi, operazione generalmente piuttosto impegnativa per me... ma ho scoperto che tre ore e mezza di assemblea possono fare miracoli! L'assemblea si conclude alle 22,30, giusto in tempo prima dell'imminente implosione da pititto feroce. 
Dopo aver avvinghiato qualche pezzo di pizza recapitata in loco, ci intratteniamo ancora un po' scambiando quattro chiacchiere. La stanchezza però comincia a bussare e siamo ancora lontanucci dalla seconda tappa della giornata. Infatti, approfittando della trasferta e dell'ospitalità dei ragazzi dello Speleo Club Ibleo, ci faremo guidare l'indomani in un mini tour nel ragusano. Salutati tutti, quindi, ci rimettiamo in macchina e cominciamo a fare strada verso Pozzallo, dove ci aspettano un paio di letti veri (trovo questa cosa sempre molto commovente!) a casa di Giovanni. 
Ma si sa che per i ragusani la bottiglia di vino è un'estensione naturale del braccio e quindi, prima di andare a nanna,  pianifichiamo con i ragazzi la giornata seguente, tra chiacchiere e bicchieri di vino. E poi eccolo lì, meraviglioso letto, finalmente...
Quando apro gli occhi, l'indomani mattina, sono già tutti svegli. Io sono stranamente bradipesca e in realtà mi ci vorranno ancora un paio d'ore e caraffe di caffè per svegliarmi e attivare almeno un paio di sinapsi. Mentre ci dirigiamo al bar dove abbiamo appuntamento con Dario e Ciccio, mi scorrono davanti i paesaggi che la sera prima il buio nascondeva. I muretti a secco e le stoiche casette in pietra, circondate da prati verdi, sembrano in lotta con il tempo e a guardarle dal finestrino pare che effettivamente alcune di loro se la stiano giocando discretamente bene la partita.

Lasciato un cowboy a guardia di tutto e compattato il gruppo nella macchina di Giovanni, facciamo strada per la meta del giorno: una piccola grotta orizzontale che si apre sulla parete di un canalone scavato dal Tellesimo. Quando lasciamo la macchina e cominciamo a camminare a piedi, effettivamente mi sembra di vedere solo un rigagnolo che si fa timidamente strada nel terreno, ma a poco a poco quel minuscolo canale cresce e comincia a incassarsi nelle rocce... più andiamo avanti più il canalone diventa -one. 

Il sentiero per l'avvicinamento è molto comodo e in poco tempo arriviamo all'ingresso della grotta, un piccolo pozzetto verticale che, uno ad uno, scendiamo "comodamente" in arrampicata, scegliendo accuratamente e con attenzione quasi maniacale le rocce a cui tenersi, visto che molte di quelle sembrano stare lì solo per il sadico piacere di sfidare la forza di gravità! Mentre Dario fa strada, i ragazzi ci raccontano di come hanno cresciuto e si son presi cura di questa piccola ma bella grotticina, da quando era poco più che un minimo pirtuso pieno di massi e terra. Ci attardiamo più del previsto al suo interno perchè, tra concrezioni e specchi d'acqua, arriva sempre l'ispirazione per una (mille) foto, fino a quando la strada non ci viene sbarrata da un bel sifone. 
 
 
 
 






Una corda si immerge nell'acqua limpida e sparisce sotto le rocce, ma a noi, non ancora dotati di branchie, tocca tornare indietro, nella direzione opposta. 
Risbucando fuori, il sole caldo e la bella giornata (alla faccia dell'allerta meteo!) ci corteggiano così tanto che alla fine optiamo per una passeggiata tranquilla, giù per la valle, lungo il sentiero, inseguendo le acque del Tellesimo. 
Pioppi e salici diventano i birilli della nostra gincana e, destreggiandoci nel sottobosco, arriviamo ad una delle sorgenti minori. 
Qui, l'acqua che sgorga direttamente dalla roccia, sembra inizialmente volersi nascondere dietro la sua tendina fatta di travertino per poi abbandonare la timidezza e tuffarsi in un piccolo laghetto cristallino. 
 
 

Come si fa a non rimanere affascinati da tanta bellezza?! Ed effettivamente ormai da un paio di ore sono quasi totalmente dissociata dal gruppo,  li ho sbattuti fuori dal mio momentaneo universo parallelo! La strada del ritorno e la fame mi riportano sul Pianeta Terra e tra quei quattro chiacchieroni che nel frattempo hanno progettato tutto. E così, prima di andare a Modica per un bel pranzetto modicano, passiamo a salutare Angelo che purtroppo oggi non si è potuto unire a noi causa lavoro. Il pranzo mette a dura prova la mia resistenza e, dopo 572 chili di cibo e altrettanti litri di vino, riusciamo ad alzarci, anche se trovo qualche difficoltà a vincere la forza di gravità che mi schiaccia sulla sedia. 
Passeggiatina digestiva per le strade di Modica, caffè e... arriva il momento di tornare a Palermo. Ci aspetta un bel viaggetto e quindi salutiamo gli amici dello SCI e ci mettiamo in marcia... sono un pò stanca, forse potrei pure addormentarmi ma povero Mr. V! e poi che piacere c'è? La meta sarà pure importante ma anche i viaggi meritano di essere vissuti, sempre, dall'inizio alla fine.  

Partecipanti: Nina, Marco, Dario, Ciccio e Giovanni
Foto di Nina e Marco
Notizia di Nina

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