Non so perché ma è da un po’ di
tempo a questa parte che ogni volta che decido di andare in grotta, nonostante
gli insegnamenti, dimentico sempre di comprarmi il pranzo il giorno prima.
L’uscita quindi comincia con una
bella passeggiata verso il panificio per recuperare l’errore fatto il giorno
precedente. Mentre ero là dentro un buongiorno mi fa voltare, era Nina. Anche
lei aveva il mio stesso problema. Una volta comprato il pranzo per tutti (ci è
andata bene eravamo solo in tre), andiamo a prendere un caffè nell’attesa che
arrivi Marco. Il caffè dura poco contrariamente all’attesa che si prolunga più
del dovuto. Essendo una uscita di settimana ed essendo cominciate le scuole il
traffico non è dalla nostra. Dopo qualche chiacchera finalmente arriva Marco,
saliamo in macchina e ci dirigiamo verso Marineo. Poco dopo, quasi alla meta,
io e Nina utilizziamo i nostri cellulari super tecnologici per trovare il luogo
di appuntamento con un geologo del luogo, che ci aveva chiamati per
fare questo sopraluogo. Risulta essere più divertente che utile, dato che la
via l’avrebbe trovata anche un cieco, non si poteva sbagliare. Una volta
arrivati incontriamo il suddetto geologo per il quale siamo qua. Marco si
presenta e poi presenta noi: la Dott.ssa Scrima e la Dott.ssa Sausa. Eh? Chi?
Dott.ssa? Lo scambio di sguardi tra me e Nina intende più o meno questo, ma
visto la situazione era meglio rimanere serie. Dopo un altro caffè e una
visione sulla carta topografica del punto dove dovevamo andare ci mettiamo in
marcia verso questa nuova grotta.
E' crollato il suolo portando alla luce questa grotta. Durante il
tragitto ci accorgiamo divertiti che il geologo che ci fa strada segue le
indicazioni N. (ord) S. (ud) di Guadalupe. Arrivati sul posto troviamo
esattamente la situazione descritta e a 4 m dalla strada c’è effettivamente
questo grande buco per terra. Ci vestiamo velocemente e ci prepariamo per
l’ingresso in grotta. Marco arma carinamente la sua jeep e uno alla volta
scendiamo. Una volta dentro la situazione non è nè bella nè stabile. È tutto
crollato e ovunque si mettano i piedi si smuove qualcosa. C’è un altro pozzetto
dove scende Nina. Stavolta armo umano. Un po’ di pulizia e Nina continua a scendere.
Poi la segue anche Marco per fare il rilievo. Niente di eccezionale.
Una volta
fuori, mentre Marco illustra ai due tizi che ci avevano chiamati e accompagnati
cosa avevamo trovato, io e la mia “commare” andiamo pascolando per la cresta.
C’è un’altra grotta. Avvisiamo da lontano Marco che ci stiamo infilando e scompariamo. Stavolta la situazione sembra
più interessante. C’è una piccola strettoia d’ ingresso poi un saltino di un
paio di metri e infine un pozzo. Servono le corde. Mentre Marco da uno sguardo
dentro io e Nina andiamo a prendere corde, anelli, trapano, sacca d’armo e chi
più ne ha più ne metta.
Scende Marco per primo che fa i primi due attacchi,
continua ad armare Nina, che fa un frazionamento poco sotto e poi giù fino alla
base. Quando siamo tutti e tre giù scattiamo qualche foto e poi si comincia
anche qui con il rilievo. Alto, basso, destra e sinistra, finito il fondo si
ricomincia a salire. Durante la salita si scatta qualche altra foto e mentre
Marco e Nina continuano il rilievo io disarmo. Siamo quasi fuori, bisogna solo
superare l’ultimo piccolo pozzeto di due metri circa.
All’andata non gli
avevamo dato tanto peso, sembrava un saltino insignificante. Ma al ritorno
ovunque mettesi i piedi, scivolavano e non riuscivo a darmi la spinta per
uscire. Fortunatamente mentre Marco
guardava la scena da fuori sghignazzando, Nina mi ha dato una mano e salvata.
Sono più o meno le tre e la giornata è finita. Abbiamo visionato due grotte e
fatto il rilievo. Salutiamo i due chi ci hanno accompagnato, ci cambiamo e
saliamo in macchina. Poco dopo ci ricordiamo che dovevamo pranzare. Ci fermiamo
per strada a mangiare il buonissimo pranzo improvvisato da me e Nina. Dopo il
veloce pranzo, arriviamo presto a casa concludendo così la giornata che
nonostante sia durata poco è stata molto produttiva e divertente.
Notizia di Luisa.
Partecipanti: Luisa, Nina e Marco (foto)
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