Con la cena di fine corso e la
consegna degli attestati si conclude ufficialmente questo IV corso di
Speleologia di primo livello. Quest’anno la location era veramente senza
paragoni, il padrone di casa Filippo, come pure tutti i corsisti non ci ha
fatto mancare niente: piscina, ping pong, carne, patate, bruschette, birra,
buon vino, tanto pelo e allegria. Con la loro simpatia e determinazione hanno
afferrato a pieno lo spirito primo della speleologia: IL GRUPPO!!!
Durante il pomeriggio c’è stato
il fatidico momento delirio de “Le Taddarite” in cui ognuno di noi, di sua
spontanea volontà, al pari di uno sciame impazzito di taddarite scacazzanti si
trovava a spiccare salti, balzi e piroette in piscina, aumentando così la
quantità di aerosol nell’aria. Non paghi di ciò, questa marmaglia di trenta esauriti
uscivano nuovamente dalla piscina e si rituffavano in acqua, in preda ad un
delirio di gioia e eccitazione, ma con la grazie e delicatezza che è propria
dei mammiferi volanti. Ed’è nell’istante supremo di delirio che mi sono passate
per la testa le parole di un vecchio film di Wenders (dove anche lì si parlava
di mammiferi volanti) “…e una volta
potersi entusiasmare anche per il male, trasferire su di se dai passanti che
vanno tutti i demoni della terra e finalmente, ricacciarli nel mondo!!! ESSERE UN SELVAGGIO.”
Adesso, se di Selvaggi vogliamo
parlare, inteso come il dizionario intende – di ambiente, persona o animale,
che ha carattere primitivo e distaccato (in negativo) dalla civiltà nel senso
comune – vorrei dire che ad essere Selvaggi ci troviamo benissimo. Pensando di
essere fuori da questa società incravattata quel sabato del fine settimana in
cui si torna per una volta ad apprezzare le piccole cose della vita che diamo
sempre più per scontate come il buio, la luce, un bicchiere di vino, gli amici
conosciuti da poco e le penniche in auto per raggiungere chissà quale buco
fangoso e freddo. E se poi la torta si mangia con le mani o con la forchetta
non succederà niente, tanto la società ci ha fornito di tutte le cure mediche
necessarie a sopravvivere a questo.
E più si continua e più si scende
e più si scende più si va in fondo e i metri di corda non bastano mai; ma Vi
assicuro che li in fondo non si sta poi così male.
Buona Oscurità, Le Taddarite svolazzano anche per Voi!!!
Ceres
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"Le Taddarite"