E' Sabato mattina, fuori c'è
freddo e i nuvoloni neri non promettono nulla di buono. E con gli esami alle
porte le brave ragazze stanno a casa a studiare...ma non è il nostro caso.
Sausa ed io decidiamo invece che è la giornata perfetta per strisciare,
infangarci, prenderci un pò di acqua e freddo e procurarci qualche trauma
cardiovascolare...
Batterie cariche e zaini pronti,
accompagniamo Mr. V, in qualità di assistenti improvvisate, per la missione del
giorno: qualcosa di non ben specificato (come sempre...) all'Acqua Fitusa. Ci mettiamo quindi in viaggio verso le 9, a bordo della
superaccessoriata 500 e, visto che "chi va con la 500 va sano e va
lontano", arriviamo in zona un paio d'ore più tardi. Almeno abbiamo avuto
il tempo di abituarci gradualmente alle temperature poco amichevoli...o forse
no!
Piccola sosta al bar e finalmente
ci dirigiamo verso la prima tappa del tour, la sorgente d'acqua sulfurea poco
lontana dall'ingresso della grotta. Dopo aver intrattenuto una conversazione
dal sapore leggermente surreale con il primo indigeno della giornata,
raggiungiamo la sorgente, accompagnati da qualche timido raggio di sole e
immediatamente veniamo investiti dalla ben nota fragranza "eau de
soufre".
Mentre Sausa si dedica alle foto
litigando con le ombre ed il sole, Mr. V esce fuori provette, siringhe e
pH-metro e iniziamo a campionare l'acqua, puzzolente ma meravigliosamente
calda! E altro giro, altra corsa! Ovvero campioniamo acqua puzzosa, anche in un
altro punto, dove sgorga direttamente dalla roccia e stavolta riusciamo anche a
piegare al nostro volere il malefico pH-metro e la sonda ribelle.
Il secondo indigeno della
giornata, poi, ci espone la sua accattivante teoria sulla relazione temperatura
dell'acqua-temperatura esterna...mah si, fanbagno alle leggi della fisica!
Finito questo lavoro arriva il
momento di entrare in grotta dove ci aspetta un secondo compito, armati di
livella laser, distanziometro, coltellini e... teorema di Pitagora! L'obbiettivo
del gioco è calcolare le pendenze delle gallerie principali.
La formazione rimane invariata,
Sausa addetta alle foto mentre Mr. V ed io spariamo laser e numeri. Arrivati
alla galleria col fratturone sul pavimento, Sausa comincia a mostrare qualche
segno di cedimento...prima procede col suo ben noto passo della sogliola
spiaggiata, brevettato qualche anno fa, ma poi ci delizia con un nuovo metodo
avanzato di progressione: "Rotolino, rotolino, rotolino" praticamente
era come osservare i rulli dell'autolavaggio a rallentatore! Qualche altra
misura, piccola lezione di carsismo ipogeo e verso le 16 decidiamo di uscire e
tornare alla macchina.
Dopo esserci cambiati al freddo e
al gelo, restituiamo Mr. V alla famiglia mentre noi, giovani fanciulle
"monelle", facciamo strada verso Termini. Affrontiamo il viaggio di
ritorno tra una chiacchiera e l'altra, che però magicamente lasciamo cadere
quando ci accorgiamo che le montagne, complici il tramonto e la neve, assumono
un aspetto e dei colori del tutto insoliti
per noi...rimaniamo ancora un po in silenzio ad ammirare e...poi
ricomincia lo sparrucìo, mentre nell'abitacolo avverto il meraviglioso aroma di uova marce...sulu chista ci mancava!
Notizia di: Nina
Foto e Video di Mr.V.
Partecipanti: Nina, Sausa e Mr.V.
Nessun commento:
Posta un commento
Caro Utente,
i commenti non firmati verranno eliminati.
"Le Taddarite"