Buon giorno buon giorno, direbbe un noto commentatore televisivo, ma se il buon giorno si vede dal mattino le avverse condizioni climatiche di questi giorni non lo fanno sembrare affatto un buon giorno. Sono le 6.30 del mattino quando la cara sveglia del cellulare inizia a suonare i Pink Floyd con Confortably Numb, mi alzo e alle 7.00 sono già pronto per partire ma siccome è ancora presto sto un po’ ancora sul letto a guardare il Tg. Ore 7.30, prendo la macchina e mi dirigo verso una meta a me sconosciuta: casa di Ponziosan plus M.Y 2012, che dopo la mia telefonata alle 7.42 diventerà la Brontolosa Ponzio;
voi vi chiederete perché ancora un ulteriore evoluzione del suo nome, ve lo spiego subito: quando Ponzio riceve la mia telefonata era lì, pronta ad espletare i suoi bisogni fisiologici del mattino, si blocca e non riesce a soddisfarli, così quando esce di casa con soli, e dico soli 10 minuti di ritardo, comincia a brontolare fino all’arrivo al campo speleo.
Si parte!! Passiamo da piazzale Giotto a caricare altri due speleo del mattino e finalmente siamo in autostrada, in breve tempo siamo a Castellammare. La prima sosta la facciamo al mitico supermercato all’entrata del paese e dopo un breve shopping alimentare, panini e cioccolata, ci dirigiamo verso il bar dove i ragazzi di Ragusa ci avrebbero dovuto aspettare per portarci al campo e poi all’ingresso della grotta.
Arriviamo e dopo caffè, cornetto, pezzi di rosticceria vari e sigaretta, Ponzio si ricorda che doveva telefonare ai ragazzi per dire loro del nostro arrivo e anziché loro aspettare noi che arrivassimo siamo stati noi ad aspettare loro, comunque il tempo è passato in fretta perché una simpatica quanto invadente e poco sana di mente signora ci tiene un po’ di compagnia raccontandoci tutte le sue tragedie familiari e tra imbarazzi e disagi riusciamo a congedarci dalla “simpatica” signora e ci mettiamo in marcia verso il campo.
Appena arrivati, salutiamo tutti i ragazzi che erano già svegli e quelli che lo erano ancora dalla lunga notte alle terme. Adesso vi chiederete che fine ha fatto la Brontolosa Ponzio? È ancora qui fra di noi a lamentarsi della sua non deposizione del mattino e riflettere se farla o non farla fra le “frische frasche”, ecco è arrivato il momento: Ponzio sparisce e dopo un po’ la vediamo ritornare sorridente, è fatta!! L’ovetto è stato depositato. Dopo una “breve” sosta al campo speleo e fatte le due squadre che entreranno in grotta, una per fare rilievo e una per visitarla composta da me Ponzio, Giancarlo e Francesco, finalmente a mezzogiorno arriviamo al sentiero che ci porterà all’ingresso della grotta.
Dopo la speleo vestizione ci incamminiamo tra capre e pecore verso la grotta, il panorama è mozzafiato, il mare e le montagne innevate in lontananza sono uno spettacolo. Ecco la grotta, già armata dai nostri amici catanesi, ragusani e siracusani; entriamo da una piccola apertura e adesso comincia l’avventura: discensore e si va giù verso il primo frazionamento dove si fa il cambio attrezzi lasciando la corda molto lentamente per evitare l’effetto pendolo e si va su con non pochi problemi come sarà così per tutto il giorno, perché la corda non scivola bene né sul discensore né sui bloccanti. Il caldo si fa sentire, si suda parecchio e si beve tanta acqua. La grotta è immensa, davanti ai nostri occhi si aprono gallerie e saloni che non hanno eguali, le cupolette che formano le volte sono straordinarie. Io, P., Gian. e Ciccio scendiamo giù per i vari pozzi ammirando la magnificenza di questa grotta fino ad arrivare al salone, denominato dai noi “Er Cupolone”, prima del penultimo pozzo con il pavimento in pendenza molto scivoloso che tenterà di farci fare qualche capitombolo più di una volta e dove decidiamo di rifocillarci col solito paninazzo. Dopo aver avidamente mangiato e bevuto scendiamo il penultimo pozzo fino all’attacco dell’ultimo, un 70 che io e P. decideremo di non fare vista l’ora tarda, la fatica che iniziava a farsi sentire in quanto era da un pezzo che non facevo grotte verticali e la Brontolosa Ponzio che si portava la pipì dall’ingresso in grotta, mentre Gian e Ciccio decidono di continuare fino al fondo. Iniziamo la risalita e di tanto in tanto io e la B.P. ci fermiamo a fare foto (o almeno ci proviamo vista la scarsa quantità di luci al nostro seguito) illumina qui, girati di là, riusciamo a scattare delle foto in qualche punto dei saloni e delle gallerie che alla prossima riunione in sede il caro Mr V. giudicherà.
Adesso un’ultima discesa e risalita ci aspetta prima dell’uscita e già si avverte il cambiamento di temperatura, più bassa rispetto alle zone più interne, e la molta umidità dovuta allo stillicidio dell’acqua. Adesso siamo fuori, è buio pesto ma c’è la luna piena che illumina il sentiero che porta alle macchine, il freddo si fa sentire parecchio, ci sono circa 6 gradi, velocissimo cambio dei vestiti umidi con calde maglie di pile e su in macchina a ripararci dal freddo; appena siamo tutti pronti iniziamo a fare strada verso il campo speleo dove i nostri amici ci faranno trovare un po’ di carne arrostita e dopo un breve “arrusti e mancia” e qualche bicchierozzo di vino io la B.P. e Gian. Salutiamo gli amici del campo e iniziamo a far strada per casa. Come avevo detto all’inizio la prima volta non si scorda mai: bellissima grotta, bellissima giornata e bellissima la compagnia del campo speleo. Ciao alla prossima.
voi vi chiederete perché ancora un ulteriore evoluzione del suo nome, ve lo spiego subito: quando Ponzio riceve la mia telefonata era lì, pronta ad espletare i suoi bisogni fisiologici del mattino, si blocca e non riesce a soddisfarli, così quando esce di casa con soli, e dico soli 10 minuti di ritardo, comincia a brontolare fino all’arrivo al campo speleo.
Si parte!! Passiamo da piazzale Giotto a caricare altri due speleo del mattino e finalmente siamo in autostrada, in breve tempo siamo a Castellammare. La prima sosta la facciamo al mitico supermercato all’entrata del paese e dopo un breve shopping alimentare, panini e cioccolata, ci dirigiamo verso il bar dove i ragazzi di Ragusa ci avrebbero dovuto aspettare per portarci al campo e poi all’ingresso della grotta.
Arriviamo e dopo caffè, cornetto, pezzi di rosticceria vari e sigaretta, Ponzio si ricorda che doveva telefonare ai ragazzi per dire loro del nostro arrivo e anziché loro aspettare noi che arrivassimo siamo stati noi ad aspettare loro, comunque il tempo è passato in fretta perché una simpatica quanto invadente e poco sana di mente signora ci tiene un po’ di compagnia raccontandoci tutte le sue tragedie familiari e tra imbarazzi e disagi riusciamo a congedarci dalla “simpatica” signora e ci mettiamo in marcia verso il campo.
Appena arrivati, salutiamo tutti i ragazzi che erano già svegli e quelli che lo erano ancora dalla lunga notte alle terme. Adesso vi chiederete che fine ha fatto la Brontolosa Ponzio? È ancora qui fra di noi a lamentarsi della sua non deposizione del mattino e riflettere se farla o non farla fra le “frische frasche”, ecco è arrivato il momento: Ponzio sparisce e dopo un po’ la vediamo ritornare sorridente, è fatta!! L’ovetto è stato depositato. Dopo una “breve” sosta al campo speleo e fatte le due squadre che entreranno in grotta, una per fare rilievo e una per visitarla composta da me Ponzio, Giancarlo e Francesco, finalmente a mezzogiorno arriviamo al sentiero che ci porterà all’ingresso della grotta.
Dopo la speleo vestizione ci incamminiamo tra capre e pecore verso la grotta, il panorama è mozzafiato, il mare e le montagne innevate in lontananza sono uno spettacolo. Ecco la grotta, già armata dai nostri amici catanesi, ragusani e siracusani; entriamo da una piccola apertura e adesso comincia l’avventura: discensore e si va giù verso il primo frazionamento dove si fa il cambio attrezzi lasciando la corda molto lentamente per evitare l’effetto pendolo e si va su con non pochi problemi come sarà così per tutto il giorno, perché la corda non scivola bene né sul discensore né sui bloccanti. Il caldo si fa sentire, si suda parecchio e si beve tanta acqua. La grotta è immensa, davanti ai nostri occhi si aprono gallerie e saloni che non hanno eguali, le cupolette che formano le volte sono straordinarie. Io, P., Gian. e Ciccio scendiamo giù per i vari pozzi ammirando la magnificenza di questa grotta fino ad arrivare al salone, denominato dai noi “Er Cupolone”, prima del penultimo pozzo con il pavimento in pendenza molto scivoloso che tenterà di farci fare qualche capitombolo più di una volta e dove decidiamo di rifocillarci col solito paninazzo. Dopo aver avidamente mangiato e bevuto scendiamo il penultimo pozzo fino all’attacco dell’ultimo, un 70 che io e P. decideremo di non fare vista l’ora tarda, la fatica che iniziava a farsi sentire in quanto era da un pezzo che non facevo grotte verticali e la Brontolosa Ponzio che si portava la pipì dall’ingresso in grotta, mentre Gian e Ciccio decidono di continuare fino al fondo. Iniziamo la risalita e di tanto in tanto io e la B.P. ci fermiamo a fare foto (o almeno ci proviamo vista la scarsa quantità di luci al nostro seguito) illumina qui, girati di là, riusciamo a scattare delle foto in qualche punto dei saloni e delle gallerie che alla prossima riunione in sede il caro Mr V. giudicherà.
Adesso un’ultima discesa e risalita ci aspetta prima dell’uscita e già si avverte il cambiamento di temperatura, più bassa rispetto alle zone più interne, e la molta umidità dovuta allo stillicidio dell’acqua. Adesso siamo fuori, è buio pesto ma c’è la luna piena che illumina il sentiero che porta alle macchine, il freddo si fa sentire parecchio, ci sono circa 6 gradi, velocissimo cambio dei vestiti umidi con calde maglie di pile e su in macchina a ripararci dal freddo; appena siamo tutti pronti iniziamo a fare strada verso il campo speleo dove i nostri amici ci faranno trovare un po’ di carne arrostita e dopo un breve “arrusti e mancia” e qualche bicchierozzo di vino io la B.P. e Gian. Salutiamo gli amici del campo e iniziamo a far strada per casa. Come avevo detto all’inizio la prima volta non si scorda mai: bellissima grotta, bellissima giornata e bellissima la compagnia del campo speleo. Ciao alla prossima.
Notizie di: Angelo e la Brontolosa Ponzio.
Foto di: Ponzio
Nessun commento:
Posta un commento
Caro Utente,
i commenti non firmati verranno eliminati.
"Le Taddarite"