lunedì 22 settembre 2014

Sant'Angelo Muxaro 20 settembre 2014



Finalmente una grotta senza pensieri! 
Almeno così credevo.
Oggi si va a Sant’Angelo Muxaro e non al solito Vallone Ponte, ma alla grotta delle “Ciaule”. Basta arrivarci e si capisce subito perché i locali l’hanno così chiamata. A partire da Palermo siamo in 4 (io, Tonino, Filippo e Dario) e dobbiamo raggiungere Marco che si trova già in quella latata della Sicilia. 
Finalmente siamo in macchina, imbocchiamo la Palermo-Agrigento ed è qui che la mia mente comincia a dare sfogo a tutte le sue ansie. Ma è la strada giusta? Siamo tutti? Siamo sicuro che da qui si arriva al luogo d’appuntamento? Arriveremo in orario? Queste sono più o meno le domande che passavano su per la mia mente ogni cinque secondi e alimentavano in me un ansia quasi immotivata. Mi sentivo la responsabilità e questa cosa mi metteva ansia.
Nonostante la mia nascosta ansia arriviamo al luogo d’appuntamento, tutti e in perfetto orario. Breve colazione in attesa di Marco e dopo aver infilato cose e persone nella sua macchina partiamo tutti alla volta di Sant’Angelo Muxaro. Il viaggio trascorre in fretta tra una chiacchiera e l’altra e come al solito Marco ci fa notare come la natura crea e poi nasconde. Durante la salita in paese ci fermiamo per vedere nella necropoli archeologica “la Tomba del Principe”, qui ci raggiunge Damiano. Dopo un paio di scatti, torniamo alle macchine e si continua per il paese. 
Quando arriviamo il tempo improvvisamente si dilata e tra una chiacchiera ed un caffè sembra che il momento di entrare in grotta non debba mai arrivare. Finalmente saltiamo in macchina e ci muoviamo verso la prima tappa del giorno, la risorgenza.
Arrivati li ci vestiamo molto in fretta e improvvisamente mi accorgo che con noi ci sono due tedeschi comparsi non so bene da dove e che ci accompagneranno per tutta la giornata. 
C’è un caldo torrido e nonostante sia il 20 settembre si suda anche stando fermi. Fortunatamente la risorgenza non è molto distante e una volta dentro godiamo della naturale aria condizionata. L’acqua presente all’interno non è proprio limpida, ma nonostante questo è un bell’ambiente e anche qui c’è spazio per qualche bella foto. Non rimaniamo molto dentro: giusto il tempo di riprenderci dal caldo e si ritorna alle macchine. La mia attenzione oggi è praticamente nulla, così non mi accorgo che fine fanno i tedeschi e il direttore della riserva naturale Grotta di Sant'Angelo Muxaro. 
Noi nel frattempo ci dirigiamo alla nostra seconda tappa. Lungo il percorso vedo per la prima volta alberi di pistacchio, il verde delle foglie contrastava benissimo con il rosa dei pistacchi ormai maturi. Il sole continua ad alzarsi e con esso la temperatura. Adesso vestirsi di tutto punto è sempre più straziante, fortunatamente il corpo risponde bene a tutto questo calore. Arriviamo presto ad un grande antro totalmente abitato da colombacci, che ci danno il benvenuto con il loro solito sbattito di ali, intenso odore, penne dappertutto e resti di feci.
Marco mi chiede di armare (e di nuovo ansia, troppa responsabilità) e tra una risata ed un’altra comincio a fare un nodo fettuccia alla fettuccia più bella che abbia mai visto (confesso che ne volevo rubare un pezzo per farne una cinta... povero Giovanni). Mentre io sistemo la bellissima fettuccia intorno ad un super masso, Marco mi coadiuva nell’armo e, una volta pronto, mi attacco per scendere. Faccio un frazionamento e comincio a scendere con la paura di essere colpita dai colombacci che scappavano. Atterro su un morbidissimo strato di legnetti e aspetto che arrivino gli altri. 
Scende Marco seguito da Tonino e Damiano. Mentre Tonino va a vedere dentro un buco che situazione c’è, Marco ne approfitta per fare qualche altra foto. Non rimaniamo tanto e presto siamo già fuori e torniamo alle macchine. Qui completiamo la nostra vestizione da grotta, che durante le uscite precedenti era rimasta sempre parziale, e ci dirigiamo verso la sopra citata Grotta dei Ciauli. 

Prima di entrare però facciamo pausa pranzo al fresco della grotta e poi ci dirigiamo al ramo attivo dove ricompaiono magicamente i tedeschi e il direttore della riserva. Insieme a loro, tutta coperta di fango, c’era una bella femmina di Emys trinacris (tartaruga palustre siciliana), trasportata li dall’acqua. 
Decidiamo di riportarla fuori al suo habitat naturale e darle una seconda chance. Una volta tornata dentro trovo un set fotografico in grande. Due fotografi, tre/quattro illuminatori e modelli. Credo di non aver mai visto così tante persone lavorare per una foto che deve sembrare assolutamente spontanea. Il lavoro infatti diventa più lungo e puntiglioso ma la situazione ha un certo fascino anche se vista dall’esterno. Dopo le foto usciamo per entrare nei vecchi rami e qui la giornata praticamente ricomincia. 

La grotta è grande, ci sono alcuni saloni veramente enormi e ovviamente anche qui comincia la sessione di foto che va diventando via via composta da sempre più elementi. Nel frattempo i famosi tedeschi sfruttano luci e modelli e fanno qualche scatto anche loro. La grotta è molto arzigogolata laddove gli ambienti sono separati da massi di crollo e io, a causa della stanchezza dovuta al sonno, non sto molto attenta nel seguire le direzioni. Spesso infatti mi sembra di arrivare in altri posti, ripercorrendo la strada al contrario. Delirio assoluto. In realtà è vero che finivamo in altri posti ma ovviamente non percorrevamo le stesse strade. Qui le sessioni di foto sono durate un po’ di più sia perché gli ambienti erano molto grandi sia perché gli spostamenti non erano velocissimi, essendo nove in grotta. 
I ragazzi hanno dato tutti una grande mano, ognuno con il proprio carattere che veniva fuori anche solo tenendo in mano un faretto o stando fermi in posa. Al ritorno sono più silenziosa che mai e spesso mi trovo dietro da sola. Provo un po’ a ripensare alla giornata, in questo l’isolamento in grotta aiuta molto. Presto però raggiungo gli altri e mi passa tutto. La grotta è molto lunga, ma noi abbiamo percorso soltanto un piccolo tratto ad anello che ci ha fatto arrivare all’ingresso senza neanche rendercene conto. 

Adesso la giornata è realmente finita sono le 20 e stavolta l’arrivo alla macchina di Marco è definitivo. Qui ci cambiamo e mangiamo quello che è avanzato dal pranzo. Una volta in viaggio arriviamo alla mia macchina verso le 22. 
Salutiamo Marco e noi 4 continuiamo il nostro viaggio verso Palermo. Durante il viaggio sono felice di sentir parlare in maniera soddisfatta i miei compagni di viaggio, contenti di come era andata la giornata e di quello che avevano fatto. 
Se sono contenti loro non posso far a meno di essere contenta pure io. 
Finalmente a Palermo, stanchi ci salutiamo e ognuno si dirige verso casa.

Notizia di Luisa
Partecipanti: Luisa, Filippo, Damiano, Pusi,  Tonino, Marco Interlandi, Marcus e Petra









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