giovedì 3 luglio 2014

Vallone Ponte 29 giugno 2014



In grotta a Sant’Angelo Muxaro: e poi dicono che in Sicilia manca l’acqua!

“Palmi, che imbrago hai?”
È con l’sms di Simone che mi arriva la conferma: domenica tutti in grotta nell’agrigenDino!! 
La nostra destinazione è il Vallone Ponte. I Marsalesi e i Palermitani arrivano puntuali alle 9:30. 

Io, giurgintana, no. Eccaallà, mi si ferma la macchina. 
Ok, mezz’ora di ritardo sulla tabella di marcia, ma siamo lo stesso carichi di voglia speleo e... sudore. “Metti la macchina lì! Sposta il caravan là!”: lasciamo i mezzi e, sistemato il Sacco Cibo, si parte a cercare il primo ingresso.
Stavolta zecche non ne incontriamo, ma le braccia prudono e bruciano comunque data la vegetazione (non fosse stato per il casco, sarei stata un’ombra) che lascia anche ricordi appizzati sulle natiche. Sali, scendi e poi il momento “Ma Nina dov’è?” e finalmente ci accoglie il piccolo torrente. Nemmeno il tempo di godere della frescura che subito Damiano (ah, il solito spavaldo) esclama “Calma ragazzi: passeremo attraverso uno sciame di vespe, il nido sopra le nostre teste. Passate fischiettando e non accadrà nulla.” Tutti ostentano autocontrollo. Ovviamente anch’io corro a gambe levate con autocontrollo quando do una craniata al tronco dov’era il nido. Sempre detto, io, che nella vita serve self control.
Finalmente inizia la discesa nella Grotta dei Sifoni, verso un pirtuso di tre metri e, dopo aver fatto scendere Calogero per primo –che ha ovviamente tanto insistito-, decidiamo di canonizzare Santo Legnetto al grido di Simone “Piumeggiate ragazzi, piumeggiate!”
La grotta ci accoglie con una cascatella, vecchi alberi ormai morti invasi da ragnatele splendidamente zuppe d’acqua e ifee fungine come fossero decori preziosi. “Toh, zompa di là un discoglosso! Guarda, sbuca da lì una rana verde!”. E tu a volte ti senti quasi un intruso. 
La poèsia dura giusto il tempo di accorgersi che ci aspetta la prima traversata in mezzo al Fango (sempre sia lodato). Chi perderà gli stivali? Chi la dignità? “Ma quant’è fredda?!” ,“La gente normale la domenica va al mare!”. Tra schiamazzi e “Filiiiiiiippo!” che risuonano tutti ci divertiamo come matti a fare il percorso fino al sifone che, quasi del tutto sommerso, non ci permette di andare oltre. E allora via, altro giro, altra corsa! Signora Corda Nostra Salvezza ci sostiene nuovamente nella resistenza verso l’Intrappolator-fango e siamo tutti fuori. Risalendo il torrente, salutiamo le vespe e ci dirigiamo verso la Grotta del Morto. Con  l’augurio di Simone “Non facciamola diventare la Grotta dei Morti” ci aggrappiamo al maniglione naturale che mammà Natura ha lasciato per noi speleo: la Radimaniglia. Scivola lì, batti il coolo là e finalmente ancora tutti giù. Lo scenario è lo stesso: risate, fango, acqua tale che “è meglio che ti togli il casco e infili mezza faccia sott’acqua!”. È fredda, i denti battono, ma il cuore batte ancora più forte (anche la spalla ca pigghiò u sbattuni). Filiiiiippo si fa fare la photoprophilo, Marili in foto viene spalpebrata, ma Simone riesce a soddisfare tutte le esigenze di shooting. Ritorniamo indietro dopo aver visto giganteschi rospi (talìa, a buffa c’è!!) e malcapitati serpenti. Scendiamo alla Grotta dell’Allocco (chiedete a Damiano di fare il verso) fino al Ponte di roccia.
Una volta usciti è un altro spettacolo mozzafiato: equiseti dovunque (e poi dicono che in Sicilia manca l’acqua), insetti acquatici di ogni sorta, farfalle e libellule. 
Ci godiamo panorama e frescura, poi la fame inizia a far montare istinti cannibali e ci tastiamo a vicenda per capire chi scannare prima del paninazzo.
Schiviamo rovi (loro, io mi ci sono infilata più&più&più volte), pietre instabili e rami caduti. 
Aspetta, aspetta: posa GQ per Roberto su uno Sdrai-albero.
“Picciò, ora mangiamu sinnò vi pigghiu a muzzicuna”. Banchettiamo, volano paninicioccolataarachidi mentre stivali (grazie a Ufisciai che me li ha tirati via) e tute si asciugano. I nostri piedi da vecchie mondine si riempiono di ogni sorta di spina ed è dura quando, alle 17, dobbiamo rivestirci di nuovo.
Ci dirigiamo alle macchine, ci cambiamo, continuiamo a rifocillarci. Poca progressione in corda stavolta, un po’ stanchi, tanto felici.
Simone si avvicina: “Complimenti Palmi! Hai vinto la relazione per il blog, contenta?!” (na manichedda, l’avia). 
Qualche ora dopo scopro di aver vinto anche la febbre: la mia vita speleo è appena cominciata.




Partecipanti:
Simone, Nina, Filippo, Marili, Calogero, Roberto, Antonio, Giorgio, Damiano, Francesco
Notizia di Il Palmipedone
Foto di Simone

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