Un caro e affettuoso saluto a tutti i “taddariti”, sia nuovi che vecchi, e per chiunque si presti a leggere queste poche e semplici righe . Questa è la mia prima volta che mi cimento a scrivere una relazione , spero che sia all’altezza delle vostre aspettative. Prima di iniziare la descrizione delle attività svoltesi in grotta, vorrei spendere qualche riga per ringraziare tutti coloro che, con esperienza e professionalità, mi hanno seguito e aiutata a comprendere le varie metodologie impiegate e a superare con estrema tranquillità certi limiti riscontrati durante l’attività svoltasi. All’inizio ero un po’ scettica nel continuare le attività del gruppo ma, dopo una sana e suadente opera, sono riuscita a tirare fuori( almeno credo) la grinta e tutto quello di cui si ha bisogno per raggiungere il proprio fine. La giornata non premetteva belle notizie, le previsioni davano brutto tempo instabile ma, nonostante tutto, ci vedemmo in viale delle scienze alle 9:00, avendo in mente un solo obiettivo : La grotta di Santa Ninfa! Partiti da Palermo alle 9:30, a causa di alcuni rallentamenti dovuti a qualche imprevisto, verso le 10:30 arrivammo a Santa ninfa. Il tempo necessario per indossare le imbracature e pronti per imbucarci nei meandri scavati dalle acque , ad alcuni metri di profondità. La grotta si presentava apparentemente misteriosa e ostica con i suoi lunghi e angusti corridoi ma , a fare da scenografia ai nostri occhi, si presentava una visione suggestiva , quasi surreale , di concrezioni di stalattiti e pisoliti. Inoltre la suggestività di questi luoghi è rappresentata dalla presenza di una fiorente fauna, tipica dei luoghi ipogei , ossia: i pipistrelli. Impavidi e sicuri ci incamminammo per vedere le bellezze che la grotta ci proponeva , tra fango e acqua ci addentrammo fino ad un stretto sifone, oltre il quale sarebbe stato rischioso continuare la nostra passeggiata. Al ritorno, ripercorrendo tutto il tragitto, ci rendemmo conto che, la grotta mostrava morfologia e struttura diversa , e come se stessimo percorrendo una grotta nuova , è evidente che si trattava solo di una non razionale visione dell’ambiente in cui ci trovavamo. Fortunatamente durante tutto il tragitto, avevamo il continuo sostegno, sia fisico che morale, degli istruttori, che non ci hanno risparmiato delle loro più stravaganti “riti da prassi” . Arrivati in prossimità del primo pozzo, ci fermammo per fare un leggero spuntino a base di: panini, calzoni, frutta secca e chi più ne ha più ne metta! Con le mani infangate abbiamo consumato il nostro delizioso pasto. Niente male, davvero! Risaliti dal pozzo e avviandoci verso l’uscita della grotta, devo dire con un po’ di malinconia, è sorprendente vedere come il passaggio tra il buio e la luce, si realizzi in così poco tempo, l’incrocio di due mondi così differenti tra loro ma uguali nello stesso tempo. Per recuperare le forze sciupate durante il tragitto, spossati dopo la lunga e faticosa passeggiata, non poteva mancare la cena di gruppo, per degustare le prelibatezze del luogo. Questa esperienza è stata un motivo per immergerci finalmente in una realtà pratica, conosciuta solo sui libri.
Notizia di: Francesca C. (Delega)
Partecipanti: Francesca C. (Delega), Alice, Sam, STK, Mr. V., Ceres, Lombrellone, Gianfranco, Daniela, Giulia, Elena
Notizia di: Francesca C. (Delega)
Partecipanti: Francesca C. (Delega), Alice, Sam, STK, Mr. V., Ceres, Lombrellone, Gianfranco, Daniela, Giulia, Elena
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"Le Taddarite"