Splendida giornata primaverile per fare un giro a caccia di nuove grotte.
Oltretutto, ancora attanagliato da malesseri e febbri, di restare anche domenica a letto da solo triste, vastunato e abbandonato, per poi farmi prendere in giro da quattro nicaredi... no, niente, tachipirina in tasca e via, in auto verso un’area già ispezionata tanti anni fa.
Si recuperano un pò di persone, ci si ritrova all’appuntamento e si inizia a fare strada comodomente verso il trapanese.
Godendo degli splendidi panorami, siamo anche costretti a rallentare lungo le ultime curve per non far migrare la colazione dallo stomaco ad altri lidi, ma va bene così.
Arrivati in loco, scopriamo che una delle strade che dovevamo percorre in auto è sbarrata! Fa niente, ci si veste, ci si cambia, ci si prepara, si distribuiscono equamente i carichi e via alla ricerca di nuove grotte.
Negli anni il paesaggio è sommariamente lo stesso. Una cava, un’area pianeggiante, una piccola forra nei gessi, una valle cieca... sono i dettagli che cambiano e purtroppo per noi i dettagli fanno molto e cambiano in peggio.
Della forra che ricordavo, solo l’ultimo pezzo è accessibile e non ricoperto. Tutta la porzione di monte è scomparsa e l’ho ritrovata solo in vecchi appunti, vecchie foto e nei miei ostinati e pesanti ricordi.
Per fortuna, il tratto di valle resta aperto e ci accoglie con un bel pozzo che va giù, giù...
In lontananza si vedono anche persone che sistemano una vigna, ed essendo nei loro terreni, una rappresentanza diplomatica (Lombrellone e Luisa) vengono mandati in avanscoperta per farci conoscere e farci dare indicazioni.
Purtroppo, nonostante la gentilissima ospitalità dei locali, ci comunicano che la valle cieca a cui si mirava è stata furbamente chiusa, con conseguente allagamento del terreno, formazione di un ristagno, impossibilità di coltivare e anche di entrare in grotta... BRAVIII!!!
Tutti eccitati si provvede all’armo, che una congiuntivitica valchiria provvede a sistemare.
Ma avendo nella squadra ottimi elementi da sbarco, si riesce a trovare pure un ingresso abbastanza comodo che rende inutile l’utilizzo delle corde.
Poco male, l’armo di completa, si ritocca, si trasforma, e serve pure da esercitazione.
Lombrellone si sa è svelto di parola e anche nei fatti e non perde l’occasione per fare una bella esplorazione, superando un sifone accompagnato da un simpatico scroscio d’acqua.
L’esplorazione va benissimo, il rilievo un pò meno.. visto che le forze sono poche del rilievo se ne devono occupare i giovani, che però non trovano accordo su come fare, dove, quando e perchè e alla fine si torna su solo con i dati della poligonale.
Mentre si procede a qualche altra variazione d’armo, parecchi ne approfittano per fare asciugare le robe e anche per fare una passeggiata nei dintorni.
Comodamente poi facciamo strada al ritroso e senza particolare fretta, raggiungiamo nel pomeriggio Palermo.
Oltretutto, ancora attanagliato da malesseri e febbri, di restare anche domenica a letto da solo triste, vastunato e abbandonato, per poi farmi prendere in giro da quattro nicaredi... no, niente, tachipirina in tasca e via, in auto verso un’area già ispezionata tanti anni fa.
Si recuperano un pò di persone, ci si ritrova all’appuntamento e si inizia a fare strada comodomente verso il trapanese.
Godendo degli splendidi panorami, siamo anche costretti a rallentare lungo le ultime curve per non far migrare la colazione dallo stomaco ad altri lidi, ma va bene così.
Arrivati in loco, scopriamo che una delle strade che dovevamo percorre in auto è sbarrata! Fa niente, ci si veste, ci si cambia, ci si prepara, si distribuiscono equamente i carichi e via alla ricerca di nuove grotte.
Negli anni il paesaggio è sommariamente lo stesso. Una cava, un’area pianeggiante, una piccola forra nei gessi, una valle cieca... sono i dettagli che cambiano e purtroppo per noi i dettagli fanno molto e cambiano in peggio.
Della forra che ricordavo, solo l’ultimo pezzo è accessibile e non ricoperto. Tutta la porzione di monte è scomparsa e l’ho ritrovata solo in vecchi appunti, vecchie foto e nei miei ostinati e pesanti ricordi.
Per fortuna, il tratto di valle resta aperto e ci accoglie con un bel pozzo che va giù, giù...
In lontananza si vedono anche persone che sistemano una vigna, ed essendo nei loro terreni, una rappresentanza diplomatica (Lombrellone e Luisa) vengono mandati in avanscoperta per farci conoscere e farci dare indicazioni.
Purtroppo, nonostante la gentilissima ospitalità dei locali, ci comunicano che la valle cieca a cui si mirava è stata furbamente chiusa, con conseguente allagamento del terreno, formazione di un ristagno, impossibilità di coltivare e anche di entrare in grotta... BRAVIII!!!
Tutti eccitati si provvede all’armo, che una congiuntivitica valchiria provvede a sistemare.
Ma avendo nella squadra ottimi elementi da sbarco, si riesce a trovare pure un ingresso abbastanza comodo che rende inutile l’utilizzo delle corde.
Poco male, l’armo di completa, si ritocca, si trasforma, e serve pure da esercitazione.
Lombrellone si sa è svelto di parola e anche nei fatti e non perde l’occasione per fare una bella esplorazione, superando un sifone accompagnato da un simpatico scroscio d’acqua.
L’esplorazione va benissimo, il rilievo un pò meno.. visto che le forze sono poche del rilievo se ne devono occupare i giovani, che però non trovano accordo su come fare, dove, quando e perchè e alla fine si torna su solo con i dati della poligonale.
Mentre si procede a qualche altra variazione d’armo, parecchi ne approfittano per fare asciugare le robe e anche per fare una passeggiata nei dintorni.
Comodamente poi facciamo strada al ritroso e senza particolare fretta, raggiungiamo nel pomeriggio Palermo.
Notizia e Foto di: Marco
Partecipanti: Luisa, Samantha, Francesca, Lombrellone, Provenzangelo, Riccardino e Marco
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