Ebbene sì, mi ci è voluto un po’ di tempo a partorire questa relazione; e mentre la noia mi mangia viva su un volo diretto a Montreal, provo a ricordare cosa successe in quella lontana domenica a Ciminna (ndr. Tutti noi vorremmo essere mangiati vivi dalla noia su un volo diretto a Montreal !!!).
Marco si presenta puntualmente alle 8.30 (io e Nina, scioccamente, abbiamo entrambe capito male l’orario dell’appuntamento, non c’è dubbio) e con Luisa già in macchina partiamo diretti verso Ciminna, riprendendo allegri discorsi a cui Mr V. è particolarmente interessato nell’ultimo periodo. Il sole ci accompagna lungo la strada, facendo diventare la super auto di Marco (più infangata del solito… anche all’interno) una piacevole serra. Ci illudiamo infatti che fuori la temperatura sia mite ma, dopo aver fatto una salita abbastanza impantanata (la macchinina e il suo prode pilota non deludono mai, nemmeno questa volta!) e aver provato senza troppa convinzione, almeno da parte nostra, a riparare la maniglia (mi pare) dello sportello, usciamo fuori a cambiarci. Mi stupisco che a terra non sia pieno di volatili morti, che invece cinguettano intorno a noi, incuranti del gelo. Il sacco trapano e Nina sono ormai una cosa sola, a me invece tocca l’unico sacco con le corde; arriviamo all’ingresso. Nina riesce a superare le titubanze iniziali con l’armo perché, a quanto pare, ci siamo dimenticati `qualcosina` in sede e, mentre lei ‘armeggia’ con le corde, io provo a trapanare la parete grazie alle indicazioni di Marco.
Dopo l’inghiottitoio - che mi farà sentire un’idiota nella risalita – Marco e Nina vanno ad esplorare un ramo sulla destra (resoconto affidato a Nina), invece Luisa – che mi farà da guida senza mostrare mai titubanze – ed io scendiamo giù. La grotta è molto concrezionata ed ha un bellissimo albero di Natale tanto che Mr V., quando ci ricongiungiamo per la pausa pranzo attorno a quel che resta di un coniglio, cerca di trovare il modo di valorizzare ancora di più questo capolavoro naturale.
Ci cimentiamo nel rilievo con pose alquanto bizzarre per trovare angoli e inclinazioni di punti che aveva preso Nina la volta precedente (e qui non commento)… Marco ci guarda ghignante, senza suggerirci ovviamente che avremmo potuto effettuare le misurazioni dal punto opposto rispetto a quello in cui ci siamo ‘divertite’ a fare le contorsioniste. Tra rilievi, esplorazioni infruttuose della Topa e resti di animaletti completiamo il rilievo, in modo più o meno attivo, e torniamo su.
Tocca a me disarmare e rompere il connubio Nina-trapano. Salgo perciò per ultima, senza che Marco mi dia particolari suggerimenti per facilitare il mio compito… anche se è la mia prima volta! Infatti il primo nodo da sciogliere ha la meglio su di me e, per evitare che resti incagliato da qualche parte come successe una volta alla mia cozza preferita (vedi che sei sempre nei miei pensieri?), me lo attacco all’imbrago in risalita. Nell’inghiottitoio mi stanco tantissimo perché non riesco a trovare la fessura giusta che mi consenta di muovermi in modo produttivo e finalmente, tra gli sghignazzi -tutti meritati- di Marco, ce la faccio e procedo malamente al resto del disarmo (va detto a mia discolpa che Mr V. mi metteva fretta! In grotta non bisogna prendere i propri tempi…?). Dunque, nonostante oggi le mie cognizioni spaziali siano piuttosto inesistenti senza che io sappia perché (probabilmente Fantozzi se la sarebbe cavata più dignitosamente di me), esco a rivedere le stelle… anche se è ancora giorno. Infangati e coccolati da un piacevole venticello artico, ci rivestiamo e ci mettiamo in viaggio verso casa. Inghiottitoio di Ciminna, per essere bello sei bello, ma non so se mi rivedrai molto presto!
Notizia di: il Marziemon
Partecipanti: Marco, il Marziemon, Nina, Luisa.
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"Le Taddarite"