Sabato 14 Ottobre 2017 si è tenuta l’ultima giornata di
esplorazione dell'area della vecchia miniera Castelli a Casteltermini.
Da Palermo sono partiti in quattro, Mirko, Betel, Filippo e
Mariano, si sono incolonnati pazientemente sulla Palermo-Agrigento dietro a un
tir e un rimorchiatore e hanno raggiunto un Marco un po’ meno paziente al Motel
San Pietro, mentre Claudia e Dario aspettavano direttamente alla solfatara.
A gruppo riunito è cominciata la perlustrazione del versante
ovest, su cui erano rimasti dei cunicoli non controllati le volte precedenti.
Mariano è andato sul lato opposto a squagliarsi al sole per dare indicazioni
sfruttando una visuale migliore è così, grazie a lui, Filippo ha trovato una
cavità interessante, al cui interno ha individuato una fessura “misura Betel”,
dove Betel in effetti è entrata, con qualche difficoltà.
Mentre lei strisciava ansimante in quel budello, gli altri
seguivano la prima lezione di rilievo della giornata. Le lezioni sono poi
continuate in un’altra piccola galleria, cui è seguito il pranzo, degno di nota
esclusivamente per le noci fresche che aveva premurosamente sgusciato e portato
Mariano.
Nella seconda parte della giornata il gruppo si è spostato
sull’altro versante e sparpagliato. Claudia e Filippo sono spariti dentro a una
bella grotta, grande rispetto alle precedenti e con tre ingressi, nella quale
gli altri li hanno seguito, per fare il rilievo e le fotografie, o anche solo
per guardare. Usciti da lì con gli occhi che bruciavano per la polvere,
pensavano che il lavoro fosse finito e si potesse andare via, ma c'è stato un
imprevisto. Marco ha visto un altro ingresso, verticale, che si apriva su uno
stanzone. Si è deciso allora di calare Betel perché potesse dire se c’era
motivo di far scendere anche Marco. Disgraziatamente per Dario e Filippo, il
motivo c’era. Lì dentro si trovavano fiori di gesso di più colori, bianchi,
arancioni, verdi, e cristalli di gesso bituminoso molto molto scuri, varie
gallerie artificiali parzialmente franate, probabilmente in origine
comunicanti, e, in fondo a una di queste, il piccolo Johnny, arrivato da chissà
dove è pressoché mummificato.
Per fortuna da fuori Dario chiamava e metteva fretta, perché
il sole era tramontato da un pezzo, non c’erano più nemmeno gli ultimi segni
del crepuscolo. Era già notte. Per chi la sera non se l’era persa dentro a un
buco e aveva dovuto aspettare fuori, sicuramente il tempo era passato più
lentamente: Mirko e Mariano erano già alla macchina e Claudia a metà strada,
ferma senza luce. Era l’ora di tornare a casa.
Una piccola nota a parte merita il rilievo, che in ognuna di
queste gite in miniera è stato la cosa più interessante. Richiede una
osservazione diversa dello spazio ipogeo, un cambiamento di punto di vista
radicale, che costringe a familiarizzare con la struttura della grotta e, in qualche
modo, a farla propria. È per questo che ci aspettiamo a breve un corso!
Notizia di Betel
partecipanti: Mirko, Mariano, Filippo, Claudia, Betel, Dario
e Marco
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