Ore 8:00 appuntamento in sede per
la preparazione del materiale, dopo aver preso corde, moschettoni, trapano e
quant’altro ci mettiamo in macchina sulla Palermo-Sciacca verso il monte
Maranfusa, dove era stata individuata un’apertura che ha suscitato curiosità.
Arrivati sul posto ci tocca una
piccola passeggiata, almeno così sembrava all’andata, visto che era in discesa
e noi tutti eravamo pieni di energie.
Una vota giunti nelle vicinanze della
parete siamo andati alla ricerca di due punti ottimali dove armare intorno a noi
solo erba e piccoli alberelli.
Con un po’ di fantasia e due
alberi in aiuto, Marili e Pietro armano e inizia così la vera e propria
avventura. Parete sconosciuta e non solo, non si trattava di una “paretina” ma
di una parete con la P maiuscola. Una parete a strapiombo e altezza da
vertigini, o almeno per me, Pietro e Marili non si fanno spaventare
dall’altezza anzi apprezzano la vista offerta e continuano ad armare fino ad
arrivare all’apertura osservata dalla strada.
L’apertura è stata un flop
totale, poiché in realtà non portava da nessuna parte, ma non basta questo per
demoralizzarci, la vista è mozzafiato e la giornata è ottimale sia per stare in
parete sia per fare una passeggiata immersi nella natura respirando aria
pulita.
Marili e Pietro risalgono e ad
aspettarli c’eravamo io ed Annalucia, facciamo una piccola pausa e poi anche
noi arriviamo fino al bordo della parete, dove Pietro ci ha spiegato cosa fosse
stato fatto mentre noi eravamo su ad aspettare.
È già tardi, la fame si fa
sentire, per cui Marili disarma mentre noi iniziamo a preparare il resto delle
cose rimaste su per fare strada verso la macchina.
Una volta pronti ci tocca la
salita per ritornare alla macchina, ma noi non abbiamo fretta così con calma
iniziamo a risalire, osservando piante e fiori incrociati di cammino.
Giunti alla macchina, via gli
imbraghi e subito a pranzare, così si conclude la giornata di esplorazione che
nonostante il flop dell’apertura è stata interessante e istruttiva.
Partecipanti: Federica, Marili, Annalucia, Xò
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"Le Taddarite"