Salve a tutti i
nostri lettori, vi voglio raccontare una delle 1000 avventure che si vivono con
ANS Le Taddarite. Giorno 18 luglio 2016
è stata organizzata un’uscita in una delle grotte più particolari che si
possano vedere, il famoso Abisso del Purgatorio, situato nella Penisola di San
Vito proprio nella frazione di Purgatorio. Per poter ammirare con maggior
tranquillità la grotta l’organizzatore dell’uscita, il nostro caro Simone, ci
da appuntamento di fronte all’Oceania alle ore 6 e 30. Tutti assonnati e pieni
di corde, attrezzature e tende ci mettiamo in macchina direzione Purgatorio, ma
prima di arrivare nella nostra bella grotta, è d’obbligo una fermata al bar per
fare colazione. Dopo esserci riempiti la pancia finalmente si arriva alla
grotta, ma come ogni volta che si fa un’uscita arriva il momento più stancante
di tutti, anche più stancante della stessa grotta, mettersi l’imbrago; c’è a
chi sta largo, a chi sta stretto, qualcuno non riesce a chiudere il delta,
fatto sta che più o meno tutti eravamo già stanchi e sudati neanche il tempo di
incominciare.
Risolti i problemi con l’attrezzatura finalmente mettiamo il
caschetto e ci direzioniamo verso l’entrata della grotta, che si trovava in
mezzo a una campagna piena di piante con spine che ci pungevano ovunque.
Arrivati all’imbocco della grotta ad uno ad uno siamo scesi dal primo pozzo di
circa 10 m. Mentre scendevo immaginavo cosa ci potesse essere in questa grotta,
e fantasticavo con la mente pensando a colonne, stalattiti, stalagmiti, vele e
meduse, ma sicuramente non immaginavo che arrivati alla base del secondo pozzo
che era lungo 60 m si potesse trovare una vespa, ma non l’insetto, proprio la
moto, arrivata fino al li senza che qualcuno sappia come. Fatte le foto di rito
a questa prima particolarità della grotta, si continua a scendere, scendere e
ancora scendere per un altro pozzo di 60 m pensando che tutti questi metri che
abbiamo fatto a scendere ci toccava rifarli in salita. Arrivati giù tutti i
pensieri per la risalita sono svaniti in un attimo quando ai nostri occhi ci è
apparsa una magnifica colata di calcite che luccicava quando veniva illuminata
dalle nostre torce, ma non finisce qui, infatti alzando lo sguardo verso il
tetto di questo salone grandissimo, abbiamo ammirato una bellissima medusa che
pazientemente lo scorrere dell’acqua ha creato.
Nel frattempo che ci godevamo
queste meraviglie, il nostro speleologo Montes che ha una spiccata dote
artistica ci ha intrattenuto con la
registrazione di una delle sue puntate del suo Vlog; ovviamente anche lui
parlava della grotta che prontamente ha rinominato grotta di Montes.
Prima di
risalire e dire arrivederci a quelle meraviglie nascoste agli occhi di tutti,
abbiamo pranzato per metterci in forze per la lunga risalita. Mai fu più ardua
la risalita di una grotta, ero stremato ma un pensiero mi faceva andare
avanti,<<devo uscire perché mi aspetta una bella birra fredda>>.
Oltre a questo pensiero materialistico affiancava un pensiero più alto cioè
quello di uscire per poter raccontare le meraviglie di quella grotta a chi non
è mai andato. Arrivati all’uscita ho fatto un bel sospiro ed ero soddisfatto di
me stesso perché ero riuscito a farcela, avevo fatto ben 130 m di pozzi.
Ovviamente come avevo già detto ci aspettava una bella birra all’uscita e come
sempre la nostra foto di rito per immortalare quella soddisfazione che si ha
sempre all’uscita di una grotta, quella soddisfazione che ti porta a continuare
ad essere speleologi.
Salutiamo una
parte del gruppo che non rimane a dormire con noi e pianifichiamo la serata, il
tempo non è granchè e sicuramente non riusciamo a fare il tanto desiderato bagno
a calamancina.
Nonostante le
condizioni meteo non ideali la voglia e il piacere di stare ancora insieme ci
spinge a decidere di rimanere a dormire in tenda, dopo accurate valutazioni
troviamo un posto riparato dove passare la notte. Un gruppo di speleo in tenda
con vista mare cosa volere di più? sicuramente qualcosa in meno! le zecche!
Al nostro
risveglio piove e siamo abbastanza scoraggiati ma non ci arrendiamo, andiamo ad
un bar a Macari per temporeggiare e sperare in un cambiamento delle condizioni
meteo, che effettivamente nel giro di un paio di ore sembrano cambiare;
decidiamo di approfittare di una finestra di tempo discreto per conquistare la
vetta del monte Monaco, dove ci accoglie un caldo sole che dura giusto il tempo
del pranzo, decidiamo quindi di scendere velocemente prima che piova, tempo
scaduto!
Notizia di:
Gandolfo e Simone
Partecipanti:
Alida, Annalucia, Chiara, Claudia, Damiano, Gabriele, Gandolfo, MarcoM., Nina,
Paolo, Riccardo, Roberto, Simone, Ugo(l’uomo che ha detto no).
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