Si narra che tanto tempo fa, sulla vetta del Monte Pizzuta,
esistesse una grotta con un piccolo ingresso con fattezze simili a quel
passaggio stretto e umido che solitamente si supera nascendo, e con saloni
finemente concrezionati che hanno incantato anche il buon Terranova. Ma questa
grotta venne per molto tempo dimenticata dalla Taddarite a causa della lunga e
faticosa salita da compiere prima di raggiungerne l'entrata. Così, la mattina
di una bella domenica uggiosa e umida, ci ritrovammo alla base della suddetta
salita, armati di imbraco e coordinate GPS (poco affidabili) decisi a ritrovare
lo "Zubbione della Pizzuta".
Il sudore che impregnava le fronti e le
mutande non ci fermò e finalmente, dopo un'ora abbondante, ci trovammo nel bel
mezzo di un rado boschetto popolato da rovi e rospi dal quale i nostri sguardi
dominavano l'intero paese di Piana degli Albanesi e il lago, spaziando verso
l'infinito e oltre. Ma il difficile doveva ancora venire. Solo i più impavidi
del gruppo si misero a setacciare tutta l'area come segugi guidati dall'odore
di buco, cercando la zubbia dimenticata; gli altri decisero di rimanere fermi a
chiacchierare amabilmente, pentendosene solo quando le mani cominciarono a
diventare viola per il freddo. Le speranze di poter nuovamente introdursi in
questo "scrigno" (cit. il buon Terranova) si erano affievolite e
stavano per dissolversi, quand'ecco che un grido vittorioso risuonò nel
silenzio del bosco della Pizzuta <<L'ho trovata!!!>>.
Fu Ceres,
guidato dagli omini di pietra, a fare la lieta scoperta e quindi potemmo
scendere nuovamente all'interno dello Zubbione squarciandone il buio che a
lungo aveva mantenuto, grazie anche all'abilità dell'eccellente
FilippoLoCiceroilgeometra e all'aiuto di Gandalf. I passaggi più stretti si
alternavano a grandi saloni abbelliti da concrezioni bianche e lucide, grosse
meduse, vele e stalattiti che scendevano dai tetti come lampadari preziosi.
I laghetti, limpidi e mossi solo dalle piccole gocce che si lasciavano cadere dall'alto, davano l'impressione di luoghi fantastici popolati da fate luccicanti illuminate dalle nostre luci invadenti.
Il timore di trovare buio pesto all'uscita ci fece tornate all'aria aperta senza che avessimo esplorato gli ultimi pozzi ma con la speranza di tornare presto (anche per recuperare il cordino di FilippoLoCiceroilgeometra).
Le fatiche della giornata vennero, come
sempre, ricompensate con la bevanda e il cibo prelibato preferiti dalle
Taddarite (birra e patatine).
Lo Zubbione della Pizzuta non sarà più un
mistero, l'antro ritrovato non verrà più perso... Abbiamo preso le coordinate!
Notizia di Flaviabla
Partecipanti: Simone, Nina, Ceres,
FilippoLoCiceroilgeometra, Valentina, Antonella, Nicola, Tonino, Dario,
FlaviaBla
Foto: Simone
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"Le Taddarite"