domenica 30 dicembre 2012

23 Dicembre 2012 - Zubbio di Pizzo Neviera


È una giornata piena di sole quella che ci vede pronti per una nuova avventura grottifera. Per colpa di qualche maledetta megera riccia (non io ma l’altra) Simone viene a prendermi per prima, poi passiamo al massimo a raccattare tutti gli altri, Ponzio (cioè la megera di prima), Nina pelosa ovvero Paolo, a cui diamo solo un passaggio e Antonella. Mollata Nina Pelosa alla stazione passiamo a prendere Riccardo che non si fa attendere e via verso Belmonte.
Oggi in programma ci sono due grotte, lo Zubbione di Pizzo Nevriera e le 7 camere, sempre se la troviamo. Il viaggio verso Belmonte si svolge serenamente se non fosse per la fastidiosa presenza di Ponzio e della più ancora fastidiosa musica di Simone. Il piano è di fermarsi prima a fare colazione e poi di comprare qualcosa per il pranzo.
Dopo esserci sfamati al bar, caffè e chiamata di rito a Mr V., ci dirigiamo verso le grotte…e il pranzo? Va beh ce lo siamo dimenticato, ma tanto ce ne accorgeremo solo molto dopo quando ormai è troppo tardi. Ci vestiamo e io provo i mie attrezzi nuovi, qualcuno si lamenta che sono l’ultima ma sto scomoda e non riesco a trovare le giuste dimensioni della mia nuova attrezzatura. Per prima cosa si va allo Zubbione, l’intento è di fare amare Riccardino e la fastidiosa Ponzio.
E cosi sarà, la fastidiosa Ponzio comincia ad armare, seguita da Riccardo con la supervisione di Simone. Si chiacchiera e discute sull’ armo, sui nodi da fare, sulle giuste strategie, e mentre i ragazzi armano, io e Antonella ci godiamo il sole fuori prima e poi le insegno a fare un paio di nodi. Finalmente tocca anche a noi scendere, per studiare l’armo abbiamo perso un po’ di tempo ed è già quasi mezzogiorno.
Io sono l’ultima ad arrivare alla base del pozzo, e do anche io il mio contributo su come poteva andare fatto l’armo. Ci intrufoliamo dentro la grotta che pare molto più asciutta di tanti anni fa. In realtà la strada da percorrere non è tanta perché la grotta chiude subito dopo, ma guardandomi intorno mi fa un po’ impressione vedere che le condizioni sembrano peggiorate.
Io decido di disarmare, uno a uno i ragazzi salgono e infine tocca a me sciogliere i nodi e raccattare tutto. Arrivata all’attaccatura del pozzo mi si presenta una strana scena davanti. A 33 anni quante cose ancora si possono imparare facendo speleo? Che si fa se vuoi fumare e non hai un accendino? Beh che puoi fare se non cercare di creare un fuoco come i nostri antenati facevano….un cordino, un bastoncino di legno, un po’ di fantasia e un braccio allenato (allenato per cosa non lo vogliamo nemmeno dire)e cosi mi unisco anche io a questa folle impresa di accendere una sigaretta. Ci riusciamo?….
Ma ovviamente no, ma quanto è bello fare i cazzoni e provarci. Ormai si sta facendo un po’ tardi e dopo uno snack di arachidi ci dirigiamo verso le 7 camere, che ovviamente non riusciamo a trovare. Eppure non siamo dispiaciuti, il sole da un tale dolce tepore che rimanere fuori è quasi un piacere. Facciamo un po’ di foto e gli auguri di natale a tutte le taddarite e via verso la macchina a cambiarci. Lasciamo Riccardo a casa e mentre ci dirigiamo verso casa di Ponzio un leggero languorino ci fa fermare da Torregrossa, qualche panella, qualche cazzilla, birra e patatine fritte e ci rifacciamo del pranzo mancato…un consiglio? Non ordinate mai la salsa rosa li. Ormai la giornata volge al termine. Ci dirigiamo verso casa pronti per la prossima avventura.

Notizia di: La Riccia
Foto di: Simone
Partecipanti: Simone, La Riccia, Ponzio, Riccardo, Antonella

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