giovedì 27 febbraio 2020

Una giornata Santaninfese


Nella giornata del 22/02/2020 siamo partiti da Palermo alle ore 08:00 per dirigerci verso Santa Ninfa (TP). 
Eravamo un gruppo di quattro persone: io, Petra, Marili e Marco e, ad attenderci a Santa Ninfa, c’era Gianfranco che lavora alla Riserva Naturale "Grotta di Santa Ninfa". 
L’obiettivo della giornata era visitare tre inghiottitoi nella riserva, o nell'area immediatamente adiacente, considerando che da parecchi anni questi non venivano visitati.
Dopo essere arrivati nella sede della Riserva e aver incontrato gli operatori e i ragazzi che effettuano il Servizio Civile Nazionale lì, abbiamo preparato il materiale e l’attrezzatura speleologica.  
Ci siamo poi spostati verso il primo inghiottitoio: L’inghiottitoio del Biviere



Per accedervi è stata necessaria una ‘’pulizia’’ della parte finale sentierino di accesso, a causa della vegetazione che cresce molto rigogliosa a causa dell'acqua del Torrente Biviere, che scorre lungo la valle cieca e si ingrotta nell’inghiottitoio. 
Per la visita in questa grotta non è stata necessaria la progressione su corda, ma una arrampicata/disarrampicata tra alcuni massi rocciosi.





Lo spettacolo offerto, una volta arrivati sul fondo del primo dislivello era una cascata con un salto di circa 4 metri che terminava in un laghetto. La grotta presentava un pavimento concrezionato, che terminava in un altro laghetto dove il rivolo d’acqua del Biviere scompariva. 
Abbiamo notato la presenza di fauna con un grosso rospo che ci aspettava nell’ultimo laghetto, un simpatico ratto e all’ ingresso un piccolo pipistrello.
Non abbiamo potuto recarci presso il secondo inghiottitoio che pensavamo di visitare, poichè i terreni adiacenti erano tutti recintati.

Quindi ci siamo diretti, nell’Inghiottitoio Triste dove tra i terreni pieni di "veleno", in mezzo a enormi blocchi di roccia e un grande albero di fico, ci aspettava un pozzo profondo 20 m!   
Marili e Marco hanno armato il pozzo dove siamo scesi con le attrezzature. 
Il pozzo si presentava molto stretto e profondo, proseguiva con gallerie meandriformi molto strette. 
Nel silenzio della grotta si sentiva l’acqua che si andava ad accumulare e poi a cadere; un po’ come il water della sede!!!
Infine c’erano delle cascatelle che terminavano con un laghetto che sifonava. Certo che era davvero Triste!
Siamo tornati a Palermo intorno le 19, tutti bagnati e stanchi ma felici di aver visto questi bellissimi posti. 

Notizia di Brigida
Partecipanti: Brigida, Petra, Marili, Marco 

martedì 4 febbraio 2020

Palestra di roccia a Sferracavallo


Oggi, di ritorno dalla seconda palestra di roccia della mia vita, in macchina Angelo mi affida la scrittura della relazione. 
E quindi eccomi, comincio dalla fine: il pititto post palestra.
Mentre cerco di orientarmi tra le grotte 'frigorifero' e 'dispensa' la mente torna alla mattinata appena passata. Giornata di sole, calda e senza nuvole.







8.30 siamo sotto le pareti di Sferracavallo, ci cambiamo, zaino in spalla e cominciamo la salita verso la zona più alta da cui i ragazzi inizieranno ad armare. 
Nell'attesa ripassiamo nodi con Betel e Filippo e ridiamo su conigli che escono dalle tane, girano attorno agli alberi e rientrano nelle tane, mentre Betel ci spiega il nodo bolina.
Si comincia, osservo gli altri andare e nell'attesa mi godo il panorama su Sferracavallo e sul suo meraviglioso mare. 









Mentre scendo dietro i ragazzi tornano le sensazioni dell'ultima volta che ero stata lì, durante il corso di speleologia. 
La curiosità e l'adrenalina sono le stesse, la consapevolezza dello stare imparando qualcosa di importante è ancora più forte.
Facciamo su e giù più volte e tra carotine, banane, mandorle e spuntini vari, è già ora di disarmare. Già dalla mattina si parlava di quanto fosse scomodo disarmare il traverso, indovinate con cosa ho inaugurato la mia prima disarmata? Scomodo è stato scomodo. Ma più di tutto è stato bello, come sono belle le cose difficili che ti mettono alla prova.
Recuperiamo la corda, zaino con la 100 in spalla, moschettoni su moschettoni nell'imbraco e di nuovo giù, raggiungiamo gli altri. Poco dopo siamo di nuovo in macchina verso la città.
Con una giornata così, passata a coltivare amicizie e passioni, dopo il pititto non può che sorgere una domanda: quando la prossima?