martedì 4 dicembre 2012

02 Dicembre 2012 - Monte Finestrelle - Alla ricerca di due buchi...anzi tre

Ebbene si, sono di nuovo io a scrivere, tocca di nuovo a me l’onore della relazione.
Abbiamo trascorso una piacevole notte al castello Rampinzeri di Santa Ninfa. Il risveglio è tranquillo anche se l’aggettivo “tranquillo” non esiste per gli speleo, è tutto un discorso di relatività.
Prepariamo gli zaini, invadiamo un bar per la colazione e, dopo un “testa o croce” per il disarmo della Volpe Rossa vinto da Francesco (per mia fortuna), ci dirigiamo verso Monte Finestrelle, denominato così per le sue peculiari cavità artificiali di forma rettangolare usate come tombe in tempi antichi.
Indossiamo tuta e stivali, lasciamo le macchine e si parte per un sentiero. Il tempo non è dei migliori, inizia a piovere ma, grazie a Luisa che invoca a gran voce il sole, il cielo “s’allarga” e possiamo procedere senza problemi.
Ci dividiamo in due gruppi: il primo (compostoda Mr V, Luisa e Riccardo) esplora la parte alta di un versante;  il secondo (composto da Gianfranco, Maddalonza e me) esplora la parte bassa resa impervia dalla fitta rete di rovi che non facilitano affatto l’individuazione delle due grotte.
Sono quasi le 13, i due gruppi s’incontrano, fanno un po’ di largo fra la vegetazione e si pranza. A quanto pare il primo gruppo ha trovato l’entrata di una grotta segnalata da un tizio circa 30 anni fa.
Ora, tutti assieme, ci arrampichiamo alla ricerca della seconda entrata. Dopo un po’ Riccardo grida il tanto atteso “L’ HO TROVATA!”.  Una volta dentro restiamo affascinati dalle concrezioni di gesso e dagli enormi cristalli. Riccardo e Gianfranco controllano un ramo sulla sinistra, io e Maddalonza andiamo avanti mentre Luisa e Mr V restano a prelevare dei campioni e successivamente a scattare qualche foto.
Bene,  grotta semplice, uscita tranquilla direte voi. In effetti sarebbe stato così se, ad un certo punto, non mi fossi sentito letteralmente mancare la terra sotto i piedi. Ho scoperto involontariamente un buco, che si collega ad altri buchi riscontrati quasi all’entrata della grotta, battezzato col grazioso nome di “buco di Antony”  … che fantasia.
Usciamo dalla grotta, un altro pezzo in arrampicata e siamo alle macchine. Il cielo è plumbeo, sembra possa piovere da un momento all’altro, il sole è nascosto dalle nuvole e questo contribuisce a dare un’aria suggestiva al paesaggio.
Rientriamo al castello, gli ultimi saluti e siamo già sulla strada di ritorno con la fantastica Suzuki di Ceres strapiena di zaini e roba del genere.
Le mie impressioni? Due giorni bellissimi di puro divertimento trascorsi in serenità … assolutamente da rifare!!

Notizia di: Anthony
Foto di: PuntoeVirgola
Partecipanti: Mr.V., PuntoeVirgola, Anthony, Riccardo, Gianfranco, Maddalonza





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