martedì 25 marzo 2014

Delirio 22.3.14



Delirio, ora tocca a me!
Se non sapete cosa sia il “Delirio”, se non siete a conoscenza del suo sviluppo labirintico, se non avete idea di quanto si diverte a stupirci e prenderci per il culo, sappiate che ci sono altre tre esaustive relazioni di persone che l’hanno (in parte!) esplorata prima di me. Il problema è che…..il delirio non finisce mai!
Puntuali, anzi in anticipo, partiamo da Viale delle Scienze, io, Nina, Luisa e Mr V con le sue proposte musicali opinabili. Fuori c’è un bel sole, l’aria frizzantina, ma a noi queste cose non piacciono e da brave Taddarite preferiamo il buio, il fango e l’umidità.
Il fatto che sia una grotta orizzontale mi rassicura, perché personalmente preferisco avere le ginocchia violacee e i gomiti escoriati piuttosto che risalire, stanchissima, un pozzo verticale. E poi ammettiamolo, anche se una grotta è orizzontale non vuol dire che sia semplice o banale, specialmente se stiamo parlando del delirio..
Entro e seguo gli altri, attraversiamo velocemente una serie di ambienti che già erano stati rilevati e arriviamo nella zona nuova. Bene. A questo punto non sarei più in grado di trovare l’uscita da sola. Cunicoli, fratture, aperture, un’infinità di diramazioni si aprono a destra e a sinistra mentre avanzo. In realtà mi dicono che molti sono comunicanti tra loro ma non mi ci vorrei ritrovare sola soletta ugualmente.
La grotta è abitatissima, e forse a qualche amico rompiamo palesemente le palle. Mr V mi manda alla scoperta e mi faccio coraggio spezzando il buio assoluto con la mia flebile luce. Trovo una strada, mi infilo e striscio perché avanzare diversamente è impossibile. Sono sola con me stessa, in un posto inesplorato (che emozione!) sento solo il mio respiro. E se mi perdo? E se non riesco più a tornare indietro? E se mi faccio prendere dal panico? Niente paura!
Dopo aver fatto un giro enorme e aver perso l’orientamento sento le loro voci e vedo le loro luci. Li ho ritrovati, ma sono sbucata da tutt’altra parte rispetto al punto dal quale ero entrata. Hanno ragione, il delirio ci prende in giro!

Continuiamo così tutta la giornata con Nina l’esploratrice che si infila ovunque e ogni tanto si perde, poi rispunta da un altro lato esclamando “Ma io qui come mi ci sono infilata??”, Mr V campiona croste di vario genere e io osservo diligentemente come si rileva una grotta.
Dopo la pausa pranzo, io e Luisa riusciamo anche a fare una pennichella mentre Nina e Mr V discutono se è saggio o no scendere per l’unico profondo pozzo verticale che abbiamo momentaneamente trovato.
 Alla fine si opta per portare la prossima volta una corda e calarsi in sicurezza.

Si procede e mi sento un topolino in un labirinto. Speriamo di trovare ad un certo punto un’uscita dall’altra parte, cerchiamo disperatamente flussi d’aria che potrebbero provenire dall’esterno ma purtroppo escono tutti da aperture troppo piccole.
Quando Mr V stabilisce che siamo sufficientemente stanchi e ne abbiamo abbastanza della puzza della sua tuta, torniamo indietro e la strada da fare è diventata davvero tanta (ma quanto è grande questa grotta?!?) specialmente se oramai le ginocchia sono gonfie come patate e anche lo sfregare dei pantaloni fa male.
Usciamo all’aria aperta che il sole sta per calare e restiamo con il dubbio di quanto ancora ci resta da scoprire.

Ah, quasi dimenticavo: l’incubo in cui cado nella voragine non mi abbandonerà mai.










Notizia di Flavia
Partecipanti: Flavia, Luisa, Nina e Marco
Foto di Nina, Luisa e Marco

sabato 15 marzo 2014

VI Corso di Speleologia di I Livello - Palermo, 5-27 Maggio 2014







Mercoledì 12 Marzo 2014



            A lezione di… CARTE TOPOGRAFICHE!!

“Chi non conosce le proprie CARTE non si diverte al gioco della vita” - Non so chi abbia detto o scritto questa frase, ma penso, con tutta sincerità, che abbia ragione. A noi delle Taddarite piace molto osservare, scoprire ed esplorare i paesaggi, le grotte, i panorami che il nostro territorio ci regala. Anche in questo gioco è fondamentale conoscere le carte giuste (che sono sicuramente molto diverse da quelle della citazione). Per questa ragione, Marco ha pensato bene di farci una lezioncina sulle carte topografiche che raffigurano in dettaglio le caratteristiche morfologiche del terreno, permettendoci non solo di immaginare e osservare le forme del paesaggio, ma anche di orientarci (quindi niente più “Mi sono persa!” o “Dov’è il bagno??”).
Farò un breve riassunto della spiegazione… in questo modo chi non c’era potrà capire quali sono stati gli argomenti salienti della lezione.

La cartografia prevede la rappresentazione in piccolo della superficie terrestre. Questa operazione non è affatto semplice. Il nostro pianeta, infatti, ha una forma davvero particolare, che è necessaria da definire per il funzionamento di alcuni sistemi di posizionamento come, per esempio, il nostro amato GPS.
Se la Terra fosse omogenea e immobile la sua forma sarebbe quella di una sfera perfetta… purtroppo così non è (che culo! -.-); Pertanto è necessario adottare dei modelli per rappresentarla. Tra questi ricordo: quello che identifica la forma del nostro pianeta con quella di un solido chiamato “Geoide” (la figura che la Terra assumerebbe se il l.d.m. si estendesse in continuità anche dove si trovano le terre emerse, colmando le eventuali depressioni e cancellando i rilievi); e il modello che identifica la forma terrestre con quella di un ellissoide.
Per la complessità della formula matematica del Geoide, oggigiorno si preferisce considerare la superficie terrestre come ellissoidale (anche perchè meno approssimata). Poiché, in base al punto in cui mi trovo, posso ottenere degli ellissoidi differenti, è stato necessario nell’ 84 definirne uno che avesse una valenza universale e che fosse definito come “ellissoide di riferimento”. Su questo si basa il WGS84, un sistema di coordinate geografiche geodetico. (In questo contesto sono stati chiariti altri tipi di concetti come quello di Datum, che non sto qui a spiegare). Il sistema WGS84 non ha associata una rappresentazione cartografica ufficiale, e dunque, per tale scopo, viene utilizzata la rappresentazione UTM (Universal Transverse of Mercator). Immaginando la terra come un solido (dunque a tre dimensioni) per rappresentarla su carta (a 2 dimensioni) bisogna svolgere un’operazione definita proiezione. Esistono diversi tipi di proiezioni. La rappresentazione UTM prevede la "Proiezione Conforme di Gauss" (derivata da quella di Mercatore). Si tratta di una proiezione policilindrica inversa comprendente 60 fusi di 6° di longitudine e di 160° di latitudine. La proiezione UTM si utilizza dal parallelo di 80° sud a quello di 80° nord. Per i poli invece viene utilizzata la Proiezione UPS (Universale Polare Stereografica).
I fusi sono divisi in 20 fasce orizzontali di 8°di latitudine; l’incrocio tra una fascia ed un fuso determina una zona. Ogni zona è divisa in quadrati di 100 Km di lato indicato con una sigla a due lettere.
In Italia si parla di “sistema Gauss- Boaga” in cui il territorio nazionale ricade nei fusi 32, 33 e in parte del 34 per la penisola Salentina. I due fusi principali si riferiscono al Meridiano centrale di Monte Mario e sono chiamati Fuso Est e Fuso Ovest. Il sistema cartesiano di riferimento ha dunque l’asse delle ascisse coincidente con l’Equatore e l’asse delle ordinate coincidente col meridiano centrale del fuso. Per evitare valori negativi di ascissa si sono dati alle origine delle ascisse i valori chilometrici di 1500 e di 2520 rispettivamente per il fuso Ovest e per il fuso Est.
In passato l’Istituto Geografico Militare Italiano (I.G.M.I.) ha realizzato la carta topografica fondamentale d’Italia costituita da diversi elementi: 1) il Foglio, in scala 1:100.000, con ampiezza di 30’ di Longitudine e 20’ di Latitudine; Ogni Foglio è caratterizzato da un numero e dal nome della località in cui ricade; 2) Il Quadrante, in scala 1:50.000, nasce dalla divisione in 4 parti del Foglio. Ha un ampiezza di 15’ di Longitudine e di 10’ di Latitudine. Vengono indicati con i numeri romani a partire dal quadrante in alto a destra e proseguendo in senso orario; 3) la Tavoletta, in scala 1:25.000, nasce dalla divisione in 4 parti del quadrante e viene indicato dalla posizione geografica in cui si trova rispetto al quadrante di riferimento.
Sulle Tavolette troviamo il cosiddetto reticolato chilometrico, in cui vi è una maglia in cui i lati sono rispettivamente di 4cm è pari ad un 1 Km. Questo reticolo ortogonale facilita le operazioni di calcolo delle coordinate chilometriche di un punto con il sistema U.T.M. sulla carta (esercizio che abbiamo avuto modo di svolgere direttamente insieme ).
Chiarendo questi concetti di Cartografia si è poi passati alla definizione di scala di riduzione, di isoipse, di impluvi e linee spartiacque; e ad alcune operazioni come calcoli sulle scale e sulla quota di un punto.

E’ stata, per me e così credo per tutti, una lezione davvero interessante. Consiglio al resto delle Taddarite di unirsi a noi alla prossima lezione in cui verranno svolte delle esercitazioni! 
Presto anche una lezione sul GPS ;)
Un bacioneeeee a tutti

Wanda (Wanda 4x4, Panda, Vedova nera, Occhi da cerbiatto, Finta geologa/ naturalista, Un pesciolino di nome Wanda, Fin ché la barca va tu lasciala andare, ecc…)

 P.S. Grande Vattano…! è stato chiarissimo e ha reso leggera una spiegazione che sarebbe potuta essere di un Geoide stratosferico.

Palestra di roccia 16-03-2014



“Se qualcuno domani volesse un caffè io alle 8.15 sono al bar alba di piazza valdesi, sucuna.”
Tutto comincia con questo messaggio del buon Simone. 
E alle 8.15 (forse 8:30) io, Nina, Valentina e Riccardo siamo al bar Alba a Valdesi, trovando ad attenderci Simone e Andrea. Aspettiamo anche Gabriella per prendere un caffè e ci avviamo con i nostri comodi alla parete. Arrivati al punto stabilito Paolo e una Ponzio raffreddata ci fanno il cazziatone perché mentre noi eravamo al bar a svegliarci un po’ loro erano li da mezz’ora.
La giornata è splendida, gli uccellini cantano, i ciclisti e le famigliole in macchina si fermano guardandoci perplessi, Ponzio riesce finalmente a trovare un posto isolato dove fare la pipì. 
Insomma, va tutto meravigliosamente bene.
Più tardi ci raggiungono Maddalonza e Wanda, che ha fatto le corse perché la sveglia non aveva suonato. Non restiamo un attimo con le mani in mano: c’è chi fa sali e scendi, chi ripassa i nodi, chi prova ad armare e disarmare, chi si arrampica sugli alberi e da dimostrazioni di potatura, chi fa soccorso uomo a uomo, chi si esercita con il cambio attrezzi. La mattinata è stata assolutamente proficua e istruttiva.


Prima di pranzo Gabriella e Wanda ci lasciano, ma al gruppo si aggiunge Ceres. Prendiamo qualcosa da mangiare al bar facendoci strada tra i ragazzi della Palermo bene profumati e pettinati e ci sediamo in spiaggia per riposare e godere del sole. Qui conosciamo la mamma di Andrea a la dolcissima sorellina che stava aggrappata al fratello come una scimmietta. Io, che ancora non ero a conoscenza di questa abitudine, rimango affascinata dalla dedizione di Riccardo nello scavare buche a mani nude nella sabbia, con il braccio infilato fin quasi alla spalla, i bordi del buco ben lisciati e regolari, per poi richiudere tutto alla meno peggio e ricominciare d’accapo.
Di pomeriggio ci aspetta una lunga camminata a Capo Gallo per cercare un “pirtuso” segnalato a Ceres. Prima procediamo sugli scogli, poi sulla strada, infine tra la disa e le zecche su per il versante sempre più inclinato e impervio. Dopo un paio di scivoloni miei e di Maddalonza, noi povere donzelle scegliamo saggiamente di restare appollaiate su un grande pietrone e far continuare gli uomini (e Nina!) in questa folle ricerca. Il sole comincia a calare e il vento freddo a farsi più insistente quando tornano senza aver trovato manco un buchetto. 
Scendiamo seguendo la strada spianata da un piccolo crollo (scelgo di scendere strisciando elegantemente il culo piuttosto che cadere di nuovo) e torniamo alle macchine. Ma prima di lasciarci ci sediamo al molo per birra, patatine e una foto stile “anuwanuway”.
Ciò che ho imparato da questa giornata istruttiva è che faccio un’uscita ogni 3 mesi e vinco sempre la relazione finale.

Notizia di Flavia
Foto di Nina
Partecipanti: Flavia, Nina, Wanda, Gabriella, Ponzio, Maddalonza, Valentina, Riccardo, Simone, Ceres, Paolo, Andrea

venerdì 14 marzo 2014

Rinnovo cariche nella Federazione Speleologica Regionale Siciliana

Venerdi 21 febbraio 2014, nella sede del Centro Speleologico Etneo di Catania, si sono svolte le elezioni per il
rinnovo delle cariche (triennio 2014-2016) della Federazione Speleologica Regionale Siciliana.

Corrado Bongiorno (Gruppo Speleologico Siracusano) è stato riconfermato Presidente;
Marco Vattano (ANS Le Taddarite di Palermo) è stato eletto Vice-Presidente;
Roberta Castorina (Gruppo Speleologico Siracusano) è stata riconfermata Segretaria e sarà
coadiuvata da Antonella Scrima (ANS Le Taddarite di Palermo).

Francesco Leone (Centro Speleologico Etneo di Catania) è stato nominato Curatore del Catasto delle Grotte d'Italia per la Regione Sicilia,
mentre Riccardo Orsini (Centro Ibleo di Ricerche Speleo-idrogeologiche di Ragusa) è stato confermato come Curatore del Catasto delle Cavità aritificali.

Fabrizio Camilleri e Dario Rocca (Speleo Club Ibleo di Ragusa) e Corrado Nastasi (Gruppo Grotte Cacyparis di Noto) sono sati nominati come Revisori dei Conti.

A tutti gli auguri di un sereno e proficuo lavoro.

http://www.federazionespeleologicasiciliana.it/

La prima volta non si scorda mai: DELIRIO 14.03.2014



Oilà, ebbene si… il titolo la dice lunga!
Premetto, e ci tengo a dirlo, che quando stamattina uscivo di casa per andare all’appuntamento con Mr. V. e Luisa sapevo già che oggi mi sarei beccata “la relazione”…
La prima volta non si scorda mai! Oggi anche io farò parte del gruppo che da settimane svolazza al DELIRIO (copyright Luisa :P)
Prima di metterci in viaggio raggiungiamo Nina e Riccardo che saranno dei nostri... io e Riccardo siamo un po’ provati dalle scorribande notturne della sera prima ( il picciotto si è laureato… e io invece ero… no, non ve lo dico!) ciò nonostante a svegliarci sono gli allegri racconti sulle prime settimane di rilievo fatti dalle ragazze e le indicazioni che Mr V ci da su ciò che avremmo dovuto fare…!
La giornata si prospetta molto interessante e a questo punto non ci resta che arrivare in grotta.
Mr V con mooolta pazienza mi spiega i primi rudimenti e tutto ciò che serve per potere effettuare dei rilievi e soprattutto mi mostra le attrezzature che utilizzeremo spiegandomene nei dettagli i funzionamenti.
Tutto e pronto si parte!
Attraversiamo l’ingresso e ci fermiamo nella prima sala, lì ci aggiornano sull’ultimo lavoro fatto la settimana scorsa e decidiamo di procedere per il terzo ramo.
A questo punto ci separiamo: Nina e Mr V procedono con il rilievo e io, Luisa e Riccardo svolazziamo un po’ in giro.
E’ il momento di attraversare la zona “senza pavimento” di cui parlava Luisa la volta scorsa.. Riccardo zitto zitto, muto muto ce la fa.. adesso tocca a me. Per un attimo la paura di scivolare in un abisso non conosciuto è tanta ma dura giusto il tempo di innescare l’adrenalina dell’avventura e (non chiedetemi come) anche io attraverso il tratto. Quindi anche Luisa ci raggiunge e si va. Tra piccoli anfratti, insenature e cunicoli ci ritroviamo in una piccola stanza con delle nicchie cosi “perfette” che, con la scusa di emulare statue di santi, ci fanno riposare un po’. D’un tratto una voce familiare… Nina.. ci divideva solo una parete, ma noi riuscivamo solo a vedere una fioca luce e nulla più.
 Dopo esserci riuniti tutti insieme procediamo ad esplorare questo terzo ramo, io seguo Mr V e Riccardo cercando di imparare quanto più possibile, mi sento tra l’emozionato e l’euforico… per me è la prima volta, fin’ora le mie uscite sono sempre state in grotte conosciute, ben definite e con percorsi già segnati. Oggi è tutto nuovo si va “a zonzo” e si esplora ognuno dove vuole per poi riunirsi con l’entusiasmo di bambini che scoprono posti nuovi.
D’un tratto un buco, si ma verso l’alto... cosi Luisa e Riccardo mi invitano a esplorarlo. E’ il primo che mi fanno affrontare da sola, i loro sorrisi mi incoraggiano ad osare… andare oltre, iniziare a svolazzare da sola e quando riesco a salire nonostante le pareti lisce mi si apre un “cupolone” ampio e alto, è bellissimo alla vista e invito gli altri a dare un’occhiata.
Ormai il ghiaccio è rotto, come una giovane taddarita lascia la madre e svolazza da sola percorro anfratti e luoghi in cerca di nuove zone! Sono felice sono già passate quasi 4 ore e Mr V annuncia:”Ninaaaa apparecchia!!”. Pausa pranzo, panini tutti i gusti + 1 intanto che guardiamo perplessi Riccardo che mangia cibo liofilizzato come se fosse su un’astronave... bah, questi giovani di oggi! :P
A questo punto, pausa finita si ricomincia! Si arriva ad un bivio, scegliamo un ramo e a quel punto ci dividiamo nuovamente, stessa formazione della mattina. Riccardo rimane a perlustrare la zona superiore e io e Luisa ci infiliamo in cunicoli, pirtusi, anfratti e quant’altro uno più assurdo di un altro. Incredibile è davvero il delirio, la grotta continua e continua e continua ora scende e poi di nuovo risale. Con Luisa arriviamo ad un punto in cui la grotta ci chiede di continuare a scendere... abbiamo fatto già diversa strada e cosi decidiamo di fermarci e tornare indietro, abbiamo già molti elementi da dare a Mr V.
Sulla strada del ritorno strisciamo in spazi talmente bassi e stretti che per un attimo mi disoriento, credevo che fossimo passati da un pirtuso super stretto e quando Luisa mi fa notare che la strada è quella parallela non mi resta che esclamare: “Amica, e io che credevo che la nostra dieta avesse funzionato!”.
Torniamo da Riccardo e sulla strada del ritorno attraversando un piccolo corridoio stretto e basso decidiamo di fermarci un po’ a scambiare due chiacchiere. Così mi distendo e alzando gi occhi una pioggia di cannule mi si presenta dinnanzi. E’ emozionante scoprire come un luogo cosi stretto e cupo possa trasmetterti la stessa emozione di un cielo stellato, la compagnia è buona e il tempo è tutto nostro..le parole scivolano veloci, a volte malinconiche a volte divertenti. Riccardo dall’alto ci osserva e se la ride, adesso decidiamo di raggiungerlo, dobbiamo ancora esplorare un’altra parte di questo ramo prima che tornano MR V. e Nina.
Eccoci di nuovo a percorrere nuovi spazi stretti…io ne scopro altri due, stessa cosa delle precedenti..e ancora continua. Torniamo indietro e di Mr V e Nina nessuna traccia, con Luisa scendiamo a cercarli ma nulla, come risucchiati! Incontriamo una piccola colonia di pipistrelli e cosi ci allontaniamo per non disturbarli, risaliamo da Riccardo chiamiamo a voce: “Marcooo, Ninaaaa!”. Il nulla..i minuti passano e ci chiediamo che fine abbiano fatto. Ci sediamo e aspettiamo e, d’un tratto sentiamo la risata di Nina..ebbene si avevano fatto un percorso lungo ma che alla fine li aveva riportati al punto di partenza.. e Nina esclama “Mi sento un criceto sulla ruota”, la sua faccia la dice lunga, è stanca ma sorride, sorride sempre, cosi come tutti noi, perché quando sei in grotta è come stare nel grembo materno e i compagni di avventura sono tuoi fratelli e c’è amore…amore per quello che si fa, amore per ciò che ti circonda, amore per questi luoghi che ti fanno sentire piccolo, minuscolo ma VIVO!
Si è fatto tardi, decidiamo di fare strada verso l’uscita, Mr V è soddisfatto e anche noi, sulla strada del ritorno nessuno parla, lo fa la radio..noi guardiamo i paesaggi che ci circondano e le luci del crepuscolo. Io sono stanca parecchio ma felice. Felice per questa esperienza, la prima. Felice perché non c’è altro luogo dove vorrei essere se non lì, felice perché quando un giorno si parlerà del DELIRIO potrò dire: IO C’ERO!

Notizia di Francesca
Foto di .. un pò chiunque
Partecipanti: Francesca, Luisa, Nina, Riccardo e Marco

mercoledì 12 marzo 2014

In sede si gioca a carte!

Appuntamento sta sera, per i soci interessati, con le carte!

No, non quelle... non quelle da gioco.
Sta sera si parla di carte, cartografia, proiezioni, coordinate, datum, unicum e jagermeister (sperando che qualcuno ne porti...)
Fino a sfinimento, si faranno discussioni semiquasiserie per cercare di capire bene come sono fatte, come si leggono le carte topografiche.

notizia di Marco

lunedì 10 marzo 2014

Il Delirio Continua_7.3.14



E’ da qualche settimana che abbiamo appuntamento lo stesso giorno alla stessa ora per fare la stessa cosa: IL RILIEVO! Lo scrivo maiuscolo perché questa grotta se lo merita davvero. 
Il lavoro se non mi sbaglio è cominciato cinque settimane fa. Io lo seguo da tre e ancora non si sente odore di fine. Si perché sembra che questa grotta si diverta a creare cunicoli nuovi ogni volta che ci torniamo, andando contro tutte le teorie dei tempi geologici. Questa grotta sembra si formi in tempi praticamente istantanei.
Questo venerdì però c’è una cosa diversa: siamo in due ad andare, io e il disegnatore del delirio su carta (o meglio su palmare!) Mr V. 
Oggi cominciamo un  nuovo ramo. Ne abbiamo completati due nelle settimane precedenti e io innocentemente penso che ora mai manca poco alla fine. Povera illusa!
Andiamo con ordine:
La prima zona che andiamo a visitare è nel secondo ramo, dove la scorsa settimana il nostro amabile palmare ci aveva fatto lasciare in tredici il lavoro. Entriamo nel rametto che ci mancava e ovviamente ci sono dei piccoli rami laterali da rilevare. Ci infiliamo e alla fine di questo c’è un pirtuso minuscolo dove Mr V. mi chiede di infilarmi. Un po’ scettica tolgo il contenuto dalla mia tasca e mi tolgo anche la cinta, comincio ad infilarmi, mi tolgo il casco, lo porto avanti e subito vedo che superato quel buchino la grotta si allarga sia a destra che a sinistra. Comincio con difficoltà ad infilarmi sempre più. Le spalle e le braccia sono passate, passa anche il petto, i fianchi passano pure credo ora mai di avercela fatta e invece il mio sedere non ce la fa, l’arco di passaggio è troppo basso, devo tornare indietro. Ecco questo è un problema! Centimetro alla volta e poi millimetro alla volta indietreggio, improvvisamente capisco come mi devo muovere ed ecco che riesco a uscire più velocemente, sono salva.
Mr V. in un modo o nell’altro riesce a rilevare quella parte ed ecco che torniamo al punto di partenza, c’è il terzo ramo che ci aspetta.
Curiosa della nuova parte di grotta seguo Mr V. attentamente, quando dopo una discesa abbastanza ripida sparisce il pavimento. Mr V. supera il tratto apparentemente con grande semplicità ma quando arrivo io (che ovviamente avevo fatto la discesa a strica culo) ho difficoltà persino a mettermi in piedi. Eppure ogni volta che incontro queste difficoltà e credo di non farcela improvvisamente dal nulla trovo il posto giusto dove poggiare il piede, dove aggrappare le mani e il modo in cui passare, eppure fino ad un attimo prima ero convinta di tornare indietro!
Una volta superata la parte difficile inizia la grotta. Si perché in realtà i rametti che avevamo rilevato nelle settimane precedenti strisciando e infilandoci in buchi improponibili non sono niente a paragone.
La galleria qui è abbastanza ampia, sembra essere più calda e più o meno sembra avere una via principale che io e Mr V. presi dalla confusione su dove cominciare decidiamo di percorrere per il rilievo di oggi.
Oggi il mio compito è quello di segnare i punti della poligonale, lavoro non facile soprattutto in certi tipi di roccia, ma anche evitare i laser che Mr V. mi spara contro. Sono davanti e sono la prima a vedere come si articola la grotta e nonostante tutto continuo a sorprendermi della sua espansione. Improvvisamente sento arrivare da davanti a me zaffate di aria e appena capisco che Mr V. non ha più bisogno di me vado a vedere cosa c’è oltre quella strettoia. 
Un salone molto bello abbastanza grande dal quale, ovviamente, si dipartono tre strade. Dobbiamo scegliere quale percorrere. Scelto il punto dal quale ricominceremo la settimana prossima comincio a percorrere le tre strade per capire quale è la più corta. Una volta individuata e dopo aver calibrato il disto continuiamo a rilevare. Il ramo è abbastanza ampio e breve. Anche qui troviamo una piccola strettoia dalla quale riesco a passare dopo una “lieve” forzatura. E all’uscita di questa che mi auto appello semi-strettoista. 
Certo, le strettoiste sono necessarie ma devo dire che ho supplito alla loro assenza con dignità.
Bene considerato che non so che ore siano, che i palmari non ci hanno abbandonati e che un ramo l’abbiamo completato decidiamo di fermarci con il rilievo. Ma presi dalla curiosità decidiamo di andare a vedere cosa ci aspetterà  nelle settimane future…
Ora noi lo sappiamo, voi mi sa che dovrete aspettare la prossima uscita e il simpatico racconto di qualcun altro. Non mi sembra corretto rubargli l’effetto sorpresa o semplicemente qualcosa di nuovo da raccontare.

Per oggi siamo abbastanza soddisfatti, abbiamo rilevato quello che dovevamo rilevare, i palmari non ci hanno abbandonato (le minacce funzionano sempre) e sappiamo a cosa andremo incontro alla prossima settimana. C’è solo un piccolo problema: devo riattraversare quel famoso tratto senza pavimento. 
Riguardo Mr V. e di nuovo mi butto in questa impresa impossibile, eppure anche stavolta improvvisamente trovo dove mettere mani e piedi (anche se in realtà ho più paura dell’andata) e nel momento del bisogno trovo chi mi tende una mano che afferro senza troppe vergogne. 
Stavolta è finita davvero, non ci pensiamo più, è andata. Fuori è ancora giorno, soddisfatti e stavolta sorridenti ci cambiamo e ripartiamo per la grande metropoli aspettando la prossima puntata che comincerà Venerdì prossimo alle ore 8.20 (con ammesso ritardo) nella stessa grotta da me, neo appellata IL DELIRIO.
 
Notizia di Luisa
Partecipanti e foto: Luisa e Marco

 

mercoledì 5 marzo 2014

Delirio. 28.2.14



Ed eccoci ancora una volta qui, ancora una volta ad avere a che fare con questa semplice, labirintica, capricciosa grotta orizzontale.
Il primo obiettivo di oggi è quello di concludere il rilievo interrotto bruscamente la volta precedente per il prematuro abbandono del palmare... Quindi, muniti di tutte le buone intenzioni, Mr. V, Sausa ed io, entrati in grotta, ci avviamo immediatamente in quella zona e in tempi relativamente brevi riusciamo, senza sorprese o complicazioni varie, a concludere questa parte del lavoro. Quindi torniamo alla stanza principale e passiamo al secondo obbiettivo: rilevare il ramo successivo. Ci muoviamo lungo una faglia, sotto ammoniti che si nascondono agli osservatori distratti e grandi cupole che si susseguono una dopo l'altra, tra meravigliosi fossili che, emergendo dalla roccia, sembrano quasi volersi liberare. Continuando il rilievo arriviamo alla fine di questa galleria... possibile che finisca tutto così??? Ovvio che no! proprio là, dove la galleria sembra voler chiudere, si aprono non uno, non due, ma ben tre (!!!) piccoli passaggi, bassi ma invitanti. 


Uno di questi è invitante a matula, come molti altri passaggi in questa grotta, che spesso portano a piccole stanzette che chiudono lì, a volte smorzando l'entusiasmo. Avendo due possibilità, mi getto quasi istintivamente in quello che dei due buchi sembra il più angusto, senza però aspettarmi molto. Superata la strettoia noto con piacere che non è stata fatica sprecata; comincio a strisciare, poi camminare, e di nuovo strisciare, tra colonne, stallattiti e stalagmiti, su gours e pietruzze. L'ambiente è abbastanza articolato e quando, dopo un po' di tempo, torno indietro per riferire cosa ho visto, sono più confusa che persuasa. Poco importa! tutt'e tre attraverso quel pirtusetto! Continuiamo il rilievo e il palmare comincia a dare i primi segni di cedimento ma per fortuna c'è quello di riserva, che poi è QUEL palmare di riserva...
Intanto mi avventuro nell'ennesima strettoia e scopro un altro piccolo pezzo di grotta da rilevare. Stavolta però Mr. V a primo tentativo non riesce a passare e quindi... prima che il palmare titolare ci abbandoni provo per la prima volta l'emozione di disegnare un piccolo pezzo di grotta! Come una bambina all'asilo che disegna un quadrato sgummato per fare una casa, comincio a tracciare le linee per segnare le pareti. Però al posto della maestra che dice "brava! che bello" c'è Mr.V... che, dopo aver ridacchiato con aria sbeffeggiante (ferendo la mia sensibilità artistica!), decide di forzare la strettoia con non poca fatica... va bene, capito, messaggio ricevuto... che siamo pignoli però!!!
Quasi stiamo terminando il rilievo di questo settore, quando ecco che in fondo: ta-daaaaaaaaaan! un altro pirtuso!!! Sembra non voler finire mai questa grotta; come dice Sausa, un delirio!
Strettoie improbabili, che potrebbero passare quasi inosservate e trascurate, diventano passaggi verso ambienti nascosti. Fa un po' la preziosa lei, la grotta... se non ti comprimi un po' modificando la tua stessa forma, se non fai un po' di contorsionismo, se non moduli il respiro per superare quei punti tanto striminziti, allora vedi solo quello che anche tutti gli altri possono vedere... questi invece sono piccoli angoli riservati a chi vuole avere qualcosa di più! E quindi continuiamo ancora, guardando il numeretto che segna l'estensione della grotta crescere sempre di più, anche se lentamente e a costo di tanta fatica. Ma... il palmare di riserva, probabilmente soffrendo del complesso di inferiorità, dichiara forfait alla prima botta, lasciandoci in tredici proprio quando mancano pochi metri per concludere questo ramo. Sembra una maledizione! Dopo vari tentativi di rianimazione andati a vuoto il povero palmare si becca anche qualche offesa non troppo delicata! A questo punto non ci resta che stimare la quantità di lavoro che rimane da fare e uscire. Prima tocca al terzo dei tre buchi incontrati quasi all'inizio... anche questo strettoia-munito, connessa, manco a dirlo, ad un altro ambiente abbastanza grande.
Ultimo giretto in un buco che va verso il basso, nella sala principale. Qui assistiamo allo strano fenomeno del restringimento del passaggio per aumento istantaneo dell'ingombro, molto simile a quello che negli anni si è più volte verificato già in altri contesti (ad esempio all'ingresso dell'Addaura...), di natura infidamente antropica!
La giornata si conclude così, con un po' di lavoro che rimane da fare e ... un palmare da esorcizzare!


Notizia di Nina
Foto di Nina e Luisa
Partecipanti Lulisa, Nina e Marco