Abisso dei Cocci –
sabato 9 marzo 2019
Volevo andarci da… da
quando so che esiste, probabilmente.
Eravamo dieci: Giuliano, Claudia, Federica,
Gaia, io (Betel), Piero, Laura, Filippo, Simona e Gianfranco, in ordine di
macchina.
Quando siamo arrivati nell'area demaniale di Monte Inici faceva caldo, e poi sempre più caldo man mano che salivamo verso l'ingresso basso della grotta, sotto il sole e assaltati dalle prime zecche della stagione, in particolare Piero con la sua tuta gialla.
A me bruciavano gli occhi per l’allergia, a Federica prudeva la
gola, Simona si era messa troppe maglie termiche… insomma entrare al fresco è
stato un sollievo per tutti.
E poi una volta dentro…sbam, la grotta più bella di tutte, finora.
Colonne e colonnine come dentro una cattedrale, falli, colate
brillanti asciuttissime nonostante sembrassero acqua corrente, edicole votive
in cui potevamo sistemarci a turno per riposare, candelabri, rachidi, vele, laghetti
(evviva!), volte, tantissime volte, broccoli (lessi, arriminati, in pastella).
Il
pranzo (eccezionalmente anche per Gaia) ha interrotto la contemplazione estatica
delle concrezioni, restituendo ai partecipanti la concentrazione necessaria per
degli esercizi: valutazione dell’armo più opportuno per questa grotta e ripasso
di alcune tecniche, per tutti, ma in particolare per gli aspiranti AI.
Il tempo
a nostra disposizione purtroppo era poco e stava finendo, quindi siamo dovuti
correre fuori, sperando di tornare presto.
Notizia di Betel.
Foto di Giuliano e Claudia
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