Oggi, di ritorno dalla seconda palestra di roccia della mia
vita, in macchina Angelo mi affida la scrittura della relazione.
E quindi
eccomi, comincio dalla fine: il pititto
post palestra.
Mentre cerco di orientarmi tra le grotte 'frigorifero' e 'dispensa'
la mente torna alla mattinata appena passata. Giornata di sole, calda e senza
nuvole.
8.30 siamo sotto le pareti di Sferracavallo, ci cambiamo,
zaino in spalla e cominciamo la salita verso la zona più alta da cui i ragazzi
inizieranno ad armare.
Nell'attesa ripassiamo nodi con Betel e Filippo e
ridiamo su conigli che escono dalle tane, girano attorno agli alberi e
rientrano nelle tane, mentre Betel ci spiega il nodo bolina.
Si comincia, osservo gli altri andare e nell'attesa mi godo
il panorama su Sferracavallo e sul suo meraviglioso mare.
Mentre scendo dietro
i ragazzi tornano le sensazioni dell'ultima volta che ero stata lì, durante il
corso di speleologia.
La curiosità e l'adrenalina sono le stesse, la
consapevolezza dello stare imparando qualcosa di importante è ancora più forte.
Facciamo su e giù più volte e tra carotine, banane, mandorle
e spuntini vari, è già ora di disarmare. Già dalla mattina si parlava di quanto
fosse scomodo disarmare il traverso, indovinate con cosa ho inaugurato la mia
prima disarmata? Scomodo è stato scomodo. Ma più di tutto è stato bello, come
sono belle le cose difficili che ti mettono alla prova.
Recuperiamo la corda, zaino con la 100 in spalla,
moschettoni su moschettoni nell'imbraco e di nuovo giù, raggiungiamo gli altri.
Poco dopo siamo di nuovo in macchina verso la città.
Con una giornata così, passata a coltivare amicizie e
passioni, dopo il pititto non può che
sorgere una domanda: quando la prossima?
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"Le Taddarite"