

Appuntamento
sabato 13 giugno alle 7,30 davanti Oceania, con una puntualitá quasi da
orologio svizzero, le Taddarite sono pronte ad affrontare un nuovo
weekend all'insegna della speleologia in buona compagnia! Ultimo
controllo del materiale necessario e poi si va, incuranti della giornata
afosa perché sicuri di trovare frescura all'interno dell'abisso del
Purgatorio. Strano nome, pensai durante il tragitto, e iniziai ad
immaginare la lunghezza dei pozzi in verticale ma la realtà superò le
mie aspettative! Questa volta l'avventura, per me neotaddarita ,avrebbe
avuto un sapore diverso rispetto a tutte quelle vissute durante il
corso...non più amici-istruttori appollaiati nelle postazioni più ostili
per controllare ogni minimo movimento, niente più cronologie delle
sciocchezze commesse, né sguardi di incoraggiamento ed approvazione.
"Ora sono ca... tuoi" così ha esordito Simone prima della mia discesa.
Beh, ero talmente nervosa da montare il discensore con un fastidioso
tremolio alle mani...cercavo di ricordare alla lettera tutto ciò che
dovevo compiere ma la tensione,si sa, gioca brutti scherzi!! Prime gocce
di sudore provocate da un turbamento iniziale ma non appena udì il
suono della corda scivolare agevolmente, ogni paura è svanita! Ero sola
con il mio piccolo bagaglio di esperienze acquisite durante le palestre
ma sapevo di non esserlo totalmente perché gli Speleo veterani volgevano
un occhio attento ad ogni azione, proprio come fanno i genitori quando
insegnano a camminare al loro bambino... Lo osservano da lontano
facendogli credere di muovere i primi passetti in autonomia ma son
sempre lì pronti per evitargli delle brutte cadute! Giù per il primo
pozzo, giù per il secondo e senza accorgermene notai che la mia paura
del vuoto era scomparsa. Dopo la classica foto sullo Speleo-vespino
color ruggine antichizzato, scesi giù per il terzo pozzo...più scendevo,
più l'aria diventava frizzantina e più i miei occhi si riempivano di
immagini suggestive che nemmeno il migliore architetto riuscirebbe a
riprodurre con così tanta perfezione! Parete solcata da rigoli d'acqua,
stalattiti e concrezioni a forma di vela medusoide si aprirono davanti
ai miei occhi increduli e, come se fosse una ringhiera, lasciai scorrere
la mia mano tra il maestoso drappeggio ondulato per sentirne il suono!
Raggiunsi i miei amici aspettando l'arrivo dei compagni per la foto di
rito e per il pranzo, tutto acquista più gusto se condiviso con gli
altri!


Se scendere è stato paradisiaco perché, si sa, tutti i Santi
aiutano, risalire è stato il vero inferno!!! Ginocchiate, capocciate
sono state una costante lungo la salita ma almeno ho osservato meglio
ciò che scendendo avevo solo guardato! Su per quella corda, la
stanchezza cominciò a farsi sentire lentamente: a volte è scivolata
senza impedimenti, a volte non scendeva lungo il croll nemmeno se
cominciavo a parlare aramaico, a volte si trasformava in una liana che,
come Tarzan, mi faceva oscillare allegramente rompendo con le mie risate
il sacro silenzio nella grotta. Continuai a salire dopo questa giostra
finché non giunsi ad un frazionamento e in attesa del "libera" dei miei
amici di avventura, mi riposai! Appesa ad una parete, mi lasciai
ciondolante sul mio imbrago, ormai, di fiducia e la lucina del mio casco
mi permise di osservare ciò che mi circondava e con stupore pensai alle
meraviglie celate in una montagna apparentemente impenetrabile! Guardai
giù, buio pesto che solo uno speleologo sa cosa significa, guardai in
alto...sentii il rumore degli attrezzi di Filomena, le sue pedalate
lungo quella corda che ci avrebbe fatto vedere l'uscita. Nonostante lo
strapiombo sotto i miei piedi, mi sentii sicura allongiata al
moschettone tanto che il tempo trascorse senza quasi accorgermene tra
una chiaccherata con Simone e una risata con Angelo. Ripresi a salire
nonostante la fatica, nonostante i lividi e la puzza di piccoli topolini
morti scivolati giù... Forse non sapevano come montare correttamente un
discensore!!!

Con un poco di lentezza, continuai le mie pedalate,
sentii il mio respiro affannato, la gola un poco secca ed il sudore
scivolarmi lungo la fronte ma una strana gioia pervase il mio
cuore...era l'emozione di essere riuscita a superare le mie ansie, di
non aver mollato quando le mie braccia erano stanche e di aver
proseguito finché non ho intravisto la fiammella sul casco di Simone che
ad ogni clic di accensione credevo di saltare in aria come un
birillo!!! Solo allora capì di esser vicina all'uscita ed fu proprio
nell'ultimo tratto che abbandonai la mia pseudo andatura aggraziata per
sostituirla con le movenze goffe di un bradipo!!!! Ero fuori, sotto il
sole cocente di giugno, travolta da quell'aria talmente afosa da farmi
pentire di essere risalita...
Ps
Un' esperienza emozionante dall'inizio alla fine peccato non aver
incontrato i famosi mostri leggendari, né Dante e Virgilio lungo il
tragitto...probabilmente il famoso vespino l'hanno dimenticato loro!!!!
Tiziana Russo
Neotaddarita
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