E’ da un anno che battiamo la zona di Montevago.
Il desiderio di visitarle tutte e di condividere l'esperienza con i soliti amici, ci
fa rendere conto che abbiamo bisogno di risorse umane.
Allora, considerate le esperienze
maturate ai campi a Cianciana e l’affiatamento creatosi tra i gruppi, perché
non riproporre una cosa simile anche a Montevago?

Al via col l’organizzazione,
cose da fare ce ne sono tante e fortunatamente tutti sono disponibili a fare
qualcosa.
Paolo e Ponzio si occupano dei viveri per tutti, Nina sistema
macchine e tende, Marco organizza le cose da fare e tiene i contatti con il resto
dei gruppi e la forestale e tutti gli altri si rendono disponibili qual’ora
qualcuno chiedesse.
Siamo pronti per partire. Peccato solo che dopo giorni di
caldo e sole per questi tre giorni sia previsto una abbassamento di temperature
di 10 gradi e pioggia. Ma noi non crediamo alle previsioni e partiamo lo
stesso.
Quando arriviamo la forestale si fa attendere un po’, ma alla fine le
chiavi del cancello non tardano ad arrivare. Ed eccoci, 12 Taddarite pronte ad
invadere un nuovo demanio. Neanche scendiamo dalle macchine che subito ci
accoglie un bel temporale, aspettiamo che scampi e ci mettiamo subito a montare
il campo, montare le tende, raccogliere legna e fare conoscenza con i
proprietari dei terreni interessati da grotte. Il campo è più o meno montato. Certo
non siamo molto bravi, ma abbiamo un tetto che ci ripara dall’acqua.

Svuotiamo il campo in pochissimo tempo e subito ognuno al
lavoro.
A me ovviamente è toccata la sessione didattica di rilievo insieme a
Nina, mentre Marco, Valentina e Paolo rilevano la grotta con i potenti mezzi della
tecnologia. Diciamo che a fine giornata io e Nina, con il cervello a dir poco
fumante, decidiamo di non rilevare un ultimo piccolo ramo.
Disegnare questa grotta è molto faticoso. Immaginarsela tagliata trasversalmente, longitudinalmente e planimetricamente è stato sfiancante, per poi rendersi conto, quando cominciavamo a capire come funzionava il tutto, che sicuramente mancavano molte distanze per poter rendere il disegno realistico. Fortunatamente i più fortunati di noi, dotati di tecnologia e Marco (che sembra non stancarsi quando fa il rilievo) hanno finito, quindi usciamo dalla grotta. Dentro c’è un bel tepore, fuori ad aspettarci ci sono freddo e buio. Quando arriviamo al campo troviamo i fuochi accesi e tutti gli altri pronti a raccontarci delle loro più o meno interessanti scoperte.


E anche stavolta le chiacchiere non mancano. Guardiamo le foto dei nuovi
posti visti e ascoltiamo le interessanti peripezie di chi è stato in giro ad
esplorare. Quando i discorsi “seri” si esauriscono eccoci tornare alle solite
battute attorno ad un fuoco che per riscaldarci tutti aveva una fiamma alta
almeno un 1,5 m. Ecco arrivano pure il primo pandoro della stagione natalizia
bagnato da grappa e amaro. Gli speleo non si fanno mai mancare niente. Stanchi
e sazi andiamo in tenda, un’altra fredda notte ci aspetta.
È l’ultimo giorno
eppure qualche altra attività ci aspetta, facciamo nuovamente colazione con
calma. Alcuni vanno via, altri si preparano per le attività del giorno: finire
il rilievo del delirio e visitare altri buchetti in parete.
Sembra incredibile e quasi
mi sento spaesata, eppure è finito! Soddisfatti usciamo e con questo si
annuncia ufficialmente la fine del campo.
E che campo!
Nonostante il terrorismo dei servizi meteo il
tempo ci ha abbastanza graziati (l’avevo detto di non credere al meteo)
regalandoci delle lunghe notti attorno al fuoco. Così torniamo a casa
soddisfatti e pronti per continuare le nostre prossime ricerche.
Notizia di Luisa
Foto di chi è capitato
Partecipanti:
Luisa, Nina, Marili, Valentina, Antonella, Ponzio, Paolo, Filippo, Nicola, Riccardo SVA, Dario Pusi, Roberto, Calogero, Marco.
più Piero, Sara, Ciccio, Salvo, Laura, Sebi,
Aurora, Franco, Giuseppe e la zita!
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"Le Taddarite"