In grotta a
Sant’Angelo Muxaro: e poi dicono che in Sicilia manca l’acqua!
“Palmi, che imbrago hai?”
È con l’sms di Simone che mi arriva la conferma: domenica tutti in grotta nell’agrigenDino!!
È con l’sms di Simone che mi arriva la conferma: domenica tutti in grotta nell’agrigenDino!!
La nostra destinazione è il Vallone Ponte. I Marsalesi e i
Palermitani arrivano puntuali alle 9:30.
Stavolta zecche non ne incontriamo, ma le braccia prudono e bruciano comunque data la vegetazione (non fosse stato per il casco, sarei stata un’ombra) che lascia anche ricordi appizzati sulle natiche. Sali, scendi e poi il momento “Ma Nina dov’è?” e finalmente ci accoglie il piccolo torrente. Nemmeno il tempo di godere della frescura che subito Damiano (ah, il solito spavaldo) esclama “Calma ragazzi: passeremo attraverso uno sciame di vespe, il nido sopra le nostre teste. Passate fischiettando e non accadrà nulla.” Tutti ostentano autocontrollo. Ovviamente anch’io corro a gambe levate con autocontrollo quando do una craniata al tronco dov’era il nido. Sempre detto, io, che nella vita serve self control.
Finalmente inizia la discesa nella Grotta dei Sifoni, verso un pirtuso di tre metri e, dopo aver fatto scendere Calogero per primo –che ha ovviamente tanto insistito-, decidiamo di canonizzare Santo Legnetto al grido di Simone “Piumeggiate ragazzi, piumeggiate!”
La grotta ci accoglie con una cascatella, vecchi alberi ormai morti invasi da ragnatele splendidamente zuppe d’acqua e ifee fungine come fossero decori preziosi. “Toh, zompa di là un discoglosso! Guarda, sbuca da lì una rana verde!”. E tu a volte ti senti quasi un intruso.
Ci godiamo panorama e frescura, poi la fame inizia a far montare
istinti cannibali e ci tastiamo a
vicenda per capire chi scannare prima del paninazzo.
Schiviamo rovi (loro, io mi ci sono infilata più&più&più volte), pietre instabili e rami caduti.
Schiviamo rovi (loro, io mi ci sono infilata più&più&più volte), pietre instabili e rami caduti.
“Picciò, ora mangiamu sinnò vi pigghiu a muzzicuna”. Banchettiamo, volano paninicioccolataarachidi mentre stivali (grazie a Ufisciai che me li ha tirati via) e tute si asciugano. I nostri piedi da vecchie mondine si riempiono di ogni sorta di spina ed è dura quando, alle 17, dobbiamo rivestirci di nuovo.
Ci dirigiamo alle macchine, ci cambiamo, continuiamo a rifocillarci. Poca progressione in corda stavolta, un po’ stanchi, tanto felici.
Simone si avvicina: “Complimenti Palmi! Hai vinto la relazione per il blog, contenta?!” (na manichedda, l’avia).
Qualche ora dopo scopro di aver vinto anche
la febbre: la mia vita speleo è appena cominciata.
Partecipanti:
Simone, Nina, Filippo, Marili, Calogero, Roberto, Antonio, Giorgio, Damiano, Francesco
Simone, Nina, Filippo, Marili, Calogero, Roberto, Antonio, Giorgio, Damiano, Francesco
Notizia di Il Palmipedone
Foto di Simone
Foto di Simone
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"Le Taddarite"