
Anche questo, organizzato da Le Taddarite e dallo Speleo
Club Ibleo, con la solita cortese collaborazione del DRAFD di Agrigento, e a
cui si sono felicemente uniti speleologi del GS Belpasso, felicemente si muove
nella solita scia di grotte, vino, risate e serenità.
In due ci muoviamo da Palermo con il compito di fare un po’
di spesa, di incontrare il personale del DRAFD per le ultime indicazioni sulla
fruizione dell’area demaniale, e di fare un salto nelle piccole ma splendide
grotte dell’area, già conosciute da tempo.
In due soltanto ma comunque riusciamo a riempire un’auto...
Un po’ di formaggio di qua, delle olive di là, le punte del
trapano su, due casse di birra giù... e la lunga strada... si arriva a
Cianciana verso ora di pranzo. Giusto il tempo di mettere le birre in “frigo”
per dichiarare aperte le attività!
Senza neanche cambiarci, subito in un’altra grotta, la Grotta del Sindaco che sta
proprio a due passi da dove abbiamo intenzione di istallare il campo.
Messa la corda, si scende velocemente guardando bellissimi
esempi di speleotemi gessosi, fino a raggiungere il laghetto che per oggi
decidiamo di non sfidare.


Una sera Luna e senza stelle, ma alla fine come tante
dovrebbero essercene.
Un campo speleo è anche un felice mescolarsi di persone
emozioni e impressioni e quindi la parola ad altri che con altri occhi hanno
visto e con altra penna racconteranno.
La Zubbia degli Asparagi (Antonio)
La giornata inizia senza un sveglia.
Uno dopo l'altro iniziamo a sbucare dalle nostre tende al
naturale richiamo della luce. Caffè, marmellate, miele, pane e nutella! Uno
sguardo alle planimetrie, un gruppo di qui, un gruppo di là! Pronti! Missione
del giorno: unire Zubbia del Cavallo e la Zubbia degli Asparagi!

All'arrivo l'ingresso è accogliente, ampio...
Un saltino di qui, uno di là ed ecco il vero ingresso... non
si entra in piedi, nè in ginocchio, ne accovacciato ma disteso!
Parte Sara, a seguire Ciccio quindi è il mio turno! Infilo
la testa... ops qualche secondo di insicurezza, non si vede il fondo, la luce è
inghiottita, sembra stringersi ancor di più... sto ancora fermo qualche
secondo, non mi aspettavo qualcosa del genere! Marco avverte il mio
tentennamento e spezza il silenzio con una battuta: "l'anno prossimo
pensavo di farla fare ai corsisti..." e io nella mia testa "si,
certo...".
Sorrido e il sorriso mi fa da respiro, ok, dentro! Segue
Luisa, chiude Marco.

Si, perchè una volta infilataci la testa, e per le prossime
2.30 ore circa, l'unica "musica" che sentiranno le mie orecchie sono
i lamenti, gli spasmi, lo strisciare e le fatiche l'uno dell'altro che
riverberano in quella che per me era per me più simile ad una cassa da morto.
Qualche centinaio di metri che a passo di verme diventano come chilometri in
cui solo 3-4 volte siamo riusciti a prendere una posizione almeno seduta per
sgranchire le ossa, muscoli e respirare.
Per il resto si è andati dallo stretto allo strettissimo,
fino a non poter nemmeno tenero lo sguardo in avanti e scegliere dunque verso
quale parete volgere lo sguardo per un bel pò finchè ci sia lo spazio e per
girar la testa dall'altro lato. Tendenzialmente scegli il lato in cui al
momento hai meno crampi al collo. Il tutto condito da fango e acqua!
TANTO FANGO!
Per fortuna c'è pure la nostra Sara a far da battistrada.
Più di una volta infatti l'acqua quasi ostruiva il passaggio, abbiamo dunque
avuto bisogno di drenarla scavando a mano nel fango. A circa metà percorso, in
uno dei rari spazi in cui poter cambiare posizione, troviamo una scultura di
fango decisamente ambigua. Al grido di "minchia!", che ben descrive
le sue fattezze, facciamo tutti un pit-stop. Strategico, fondamentale, la
risata ricarica l'umore e le energie. Il laminatoio è finito!
Non sembra vero! Ancora qualche saltino a destra e sinistra,
ormai è tutto così ampio a confronto... eccoci alla FRANA!


Uno speleologo affamato non bada certo ai particolari... si
strizza il pane, si da una spolveratina allo scamorzone, una soffiatina alla
salsiccia e VIA!
Inizia un meraviglioso banchetto fatto di passaggi di cibo;
l'uno che imbocca l'altro!
E' il momento di dividersi i compiti! Marco, Luisa e Ciccio
ai rilievi; io e Sara in cerca di qualche passaggio per il Cavallo. Non Abbiamo
alcuna intenzione di rifare il laminatoio al contrario! Tuttavia (l’assenza di
Angelo, n.d.r.) e un guanto lasciato appoggiato sulla roccia da Sara indica
inesorabilmente la direzione del ritorno verso il laminatoio! Sarà un cattivo
presagio? Nel bel mezzo dei lavori ecco arrivare l'uno dopo l'altro il grido di
Marco, Luisa e Ciccio! Si, hanno sentito gli altri alla Zubbia del
Cavallo! Momento di grande euforia! Usciremo tutti dal Cavallo e lasciamo la
sorpresina degli Asparagi agli altri!
La felicità dura ben poco,infatti i nostri compagni non ci
sentono e vanno via ... momento di sconforto, ci si ferma... inizia a fare
anche freddo e il freddo ci fa realizzare che è il momento di rientrare... e la
strada è la stessa dell'andata! Forza e coraggio! Si riparte!

Ma finalmente un filo di corrente d'aria soffia sul viso
infangato, forse siamo vicini all'uscita... "Marco sei fuori??"... e
lui: "No, manca ancora un bel pò"..........................................................gelo.
In breve arriva la voce rassicurante di Sara che ben conosce Marco: "E'
già fuori!" ... giriamo l'ultimo tornante (ogni tornante sembrava
maledettamente l'ultimo ma non lo era) e questa volta si...LUCE!!! SIAMO FUORI!
La seraficità di Ciccio, le risate continue di Sara, Luisa
che mi ha fatto fare i miei primi passi da speleologo e la sicurezza di Marco
hanno reso questa esperienza meravigliosa!
Si entra da più o meno conoscenti e si esce con un gran
senso di empatia. Questo è il miracolo che avviene in grotta. L'uno sulle
spalle dell'altro. Con uno sguardo, una parola, un sorriso, un semplice
chiamare l'altro per nome! Fotofinish e si rientra al campo! Pane e nutella ad
aspettarci! Domani si riproverà! dopo essersi "sfiorati" con il
Cavallo bisogna assolutamente unire le due grotte.
Dopo oggi tutto ha dimensioni diverse, il concetto di
stretto assume un altro significato. Cresciuto mentalmente, tecnicamente,
speleologicamente e umanamente.
La Zubbia
degli Asparagi lascia il segno, non si dimentica. Nelle varie follie che ho
fatto, questa è una di quelle che mi ha fatto chiedere
"perchè?'"...come al solito non ho avuto risposta... dunque...
si CONTINUA!!!
La Zubbia del Cavallo (Pusy)
Essendo stato per me il primo campo speleo e non sapendo
come funzionava, la sera mentre di entravamo in tenda chiedo a Filippo a che
ora ci si alza di solito al mattino, e di certo non posso dire di essere stato
contento sentendomi rispondere "ma più o meno verso le 6 e mezza".
Nonostante il dispiacere programmo il mio cervello per svegliarsi a quell'ora e
mi metto a dormire. La mattina mi sveglio verso le 7 e mezza e nella tenda
ancora tutti dormono, dopo mezz'ora esco dalla tenda e mi ritrovo davanti un
campo deserto: erano ancora tutti in tenda! Ed io che la sera prima mi ero
preoccupato di non riuscire a dormire abbastanza! Comunque il tempo di arrivare
alla fontana e Angelo esce dalla sua tenda e mette su il caffè, così mentre la
caffettiera gorgoglia, attirati dall'odore a poco a poco tutti gli speleo
escono dalle loro tende. Dopo una lauta colazione si decide il da farsi per la
giornata.


Siamo felici nel vedere un pene, fatto con il fango da
Rossella all'andata, che ci indica che siamo sulla strada giusta. Però
sbagliamo strada nuovamente pochi metri dopo quando, arrivati in una stanza da
cui partono due laminatoi quasi paralleli non sappiamo da quale siamo passati
all'andata: Filippo è sicuro che sia quello di sinistra, Giovanni propende per
quello di destra e va a dare un occhiata, dice che continua, noi lo seguiamo.
Peccato però che non era quello giusto perché alla fine si restringeva troppo e
non si riusciva a passare, quindi torniamo indietro: aveva ragione Filippo!
La stanchezza inizia a farsi sentire, a peggiorare le cose
c'è l'odioso trapano da portarsi dietro. Fortunatamente non sbagliamo più
strada e dopo un po' siamo finalmente fuori.
Torniamo al campo e dopo un selfie post-grotta andiamo a
toglierci il fango di dosso.
La Grotta del Sindaco (Pusy)
Ultimo giorno a Cianciana, dopo la solita abbondante
colazione si decide il da farsi. Non c'è tanta voglia di tornare alla Zubbia
degli Asparagi quindi una squadra si reca alla Zubbia del Cavallo per
continuare a disostruire e cercare di portare a termine l'unione delle due
grotte e un'altra va nella vicina Grotta del Sindaco per fare qualche foto e
vedere se attraversando un laghetto la grotta continua.

E' la prima volta che provo questa manovra, ma grazie a
Marco che passo passo mi ricorda i passaggi (che io ho già dimenticato
nonostante me li avesse spiegati 3 minuti prima) riesco a riportarla a terra
senza farle troppo male.



Domenica, pian piano, si inizia a smontare tutto.

Partecipanti
Le Taddarite: Luisa, Antonio, il Pusillanime, Filippo e Marco
GS Belpasso: Sara, Aurora, Rossella e Franco
Speleo Club Ibleo: Giovanni, Ciccio e Angelo
Notizia di Antonio, Pusy e Marco
Foto di Rossella e Marco
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"Le Taddarite"