Non
voglio scrivere la solita relazione che comincia più o meno sempre allo stesso
modo e continua poi sulla stessa linea e non voglio farlo perché questa non è
stata la solita uscita. Preparatevi quindi a leggere pensieri, sensazioni e
emozioni che ho provato durante questa giornata. Siamo stati fuori da casa
circa 12 ore eppure a me sembra siano passati almeno due giorni, a causa di
tutto quello che ho provato. Per questo ho deciso di focalizzarmi sulle
sensazioni piuttosto che le descrizioni.


Una volta armato tutto si comincia a lavorare e
via con le foto. Mettiti così, girati di li, guarda qua, guarda la, insomma si
cercava di fare cose serie, ma con Antonio, Mr.V, Nina e me il cocktail diventa
leggermente esplosivo e di serio non si riesce a far nulla. In qualsiasi
momento della giornata poteva mancare il cibo, l’acqua, la pazienza, ma mai le
risate. Penso che oggi ho riso come non facevo da tempo ed è impossibile
renderlo su carta perché le improvvisazioni di Antonio sono irripetibili. Una
volta dentro la grotta (che era piccolina, si estendeva per circa una trentina
di metri) continuiamo a lavorare e, una volta finite le foto, si parte con il
rilievo.



Fatto sta che proprio
per questa sua prerogativa era molto affascinante: non facevamo altro che
superare massi da sopra o da sotto e ritrovarci davanti delle splendide colonne
bianche o delle eccentriche davvero eccentriche. Insomma dei veri tesori.
L’unico aspetto negativo era che la grotta era bagnata, quindi scivolosa e
piena di fango che legandosi alle nostre tute non faceva altro che
appesantirle. Anche qui facciamo qualche foto e l’atmosfera è sempre la stessa
una battuta qua una risposta la e la risata non tardava ad arrivare.
L’atmosfera non si è interrotta mai un attimo. Ma è l’ora di tornare indietro e
giusto per confonderci ancora un pò Mr. V, decide di prendere un’altra strada.
Da questo lato incontriamo delle splendide cannule: bianche, perfette che
sembravano rompersi solo a guardarle. Fortuna volle che il passaggio per
l’uscita fosse accanto a quelle cannule. Passa Antonio, poi segue Nina, intanto
Mr V prova un’altra strada. Io sono in mezzo che guardo Mr. V a sinistra salire
magicamente su una parete a dir poco scivolosa e Nina a destra dover superare
le fragili cannule e poi attraversare una frattura da dove ha difficoltà a
passare. Io non vorrei prendere nessuna delle due strade da un lato “non ci
passo” e dall’altro “è pericoloso”. Alla fine vado verso Nina. Superare quelle
cannule è stata un’impressa più psicologica che fisica. L’ansia di poterle
colpire e distruggerle in un sol colpo era continuamente presente, ma superate
quelle mi rendo conto che la fessura è davvero piccola. Provo a passare lo
stesso, non voglio arrendermi. Ma sembra impossibile è come se con grandi
sforzi cercassi di far entrare un cubo in uno spazio triangolare. E quindi dopo
grandi, ma tanto grandi, sforzi decido di tornare indietro e prendere la via
dal quale eravamo scesi. Tutti sono in silenzio e io non vedo nessuno. Chi sa
che stanno pensando. Io mi fermo cerco di riprendere fiato, ma sono presa da
una fortissima voglia di arrendermi. Mi fermo qualche secondo faccio due grandi
respiri e continuo ad andare avanti, se mi fermo non riparto più. C’è ancora
silenzio e io continuo a salire, sono sempre più affaticata e nonostante tutto
cerco di restare calma e superare i tratti più complessi cercando di sforzarmi
il meno possibile industriandomi, sono senza forze. Continuo a fare profondi
respiri e finalmente poco alla volta raggiungo gli altri e ancora in silenzio
continuiamo a salire. Io non guardo altro che dove mettere mani e piedi sono
veramente esausta. Le risate si sono affievolite, ma in questo momento neanche
quelle mi avrebbero potuto aiutare, avevo bisogno solo di profondi respiri. Non
riconoscevo più la grotta, salivo come se fossi un mulo. All’improvviso
riconosco l’ultimo tratto, quello vicino l’uscita. Avevo respirato profondamente
durante tutto il percorso, non dicendo neanche una parola o quasi. Ma quando
sono uscita quasi mi ero calmata e durante la passeggiata verso la macchina mi
scappa anche qualche risata. Ho lasciato la tristezza, la delusione e lo
sconforto dentro quella intricata grotta e il pensiero che mi accompagna ora è
il suono di quelle nostre grosse risate.
Notizia di Luisa.
Foto di Nina, Lombrellone e Marco
Partecipanti: Nina, Luisa, Lombrellone e Marco
Nessun commento:
Posta un commento
Caro Utente,
i commenti non firmati verranno eliminati.
"Le Taddarite"