Sabato 22 giugno sono scesa per la seconda volta in vita mia sotto terra.
Quando fai un corso di speleologia e ti approcci a qualcosa di così nuovo, diverso da qualsiasi altra cosa mai fatta, le prove che ti si piazzano davanti alla prima discesa da non-corsista sono tante. L’emozione la senti già quando parti da Palermo e sono le cinque del pomeriggio, anche se sai che scenderai in grotta il giorno dopo.
In
macchina lungo la strada ti rendi conto che hai dimenticato cosa significa la
parola “croll”, la parola “maniglia” la conosci ma ti fa pensare ad altro e del
“discensore” ricordi solo quel “click” che durante le uscite del corso voleva
dire “ok, hai fatto bene, puoi scendere”.
Come se non bastasse solo questo a
rendere l’esperienza parecchio particolare, arrivati in spiaggia lo scirocco decide
di far diventare la tenda di Filippo un tappeto volante. Ed è solo allora che
quello che hai temuto per tutta la sera si avvera.
Si scende in notturna.
Vi
chiederete cosa cambi la presenza di luce all’esterno per una persona che
scende in grotta.
La risposta è semplice: assolutamente nulla.
Eppure per me rappresentava una
ulteriore novità, un altro particolare che avrebbe reso l’esperienza
assolutamente unica. Quindi, dopo un breve giro nella movida del sabato sera di
San Vito, un cremino al caffè ed una redbull, partiamo. Arriviamo all’Abisso
del Purgatorio verso le tre.
Federica inizia ad armare e via,
scendiamo.
Ecco, è lì che ti rendi conto che no, non hai dimenticato proprio nulla. No, non hai ansie. Senti solo tanta emozione e sei di nuovo curiosa come la prima volta.
Scendo subito dopo Angelo e solo grazie alla luce sul suo casco
mi rendo veramente conto dell’ambiente in cui mi trovo. E’ ampio, profondo ma
non fa paura.
Capisco che alla testa ed al corpo continuano a piacere gli
spazi, perfeziono i movimenti, mi soffermo sulle forme che ho davanti e mi sento
così a mio agio lì sotto che potrei dormirci.
Il tempo passa ma non sai a che
velocità e risalendo il primo pozzo non capisci se hai iniziato da 5 minuti o
l’anno prima.
Arriviamo quasi su, mi rendo conto che fuori è giorno. Usciamo.
Le facce sono stanche davanti ai caffè del bar di San Vito con i cucchiaini
strani, ma ci si confronta ancora sull’esperienza appena vissuta.
To be
continued...
Notizia di Petra
Partecipanti: Angelo, Federica, Filippo e Petra
Nessun commento:
Posta un commento
Caro Utente,
i commenti non firmati verranno eliminati.
"Le Taddarite"