giovedì 26 settembre 2013

Abisso del Vento 24 settembre 2013




Il Vento ha sempre qualcosa da insegnare, qualcosa di nuovo da farti vedere, anche se ci sei entrato mille volte. Il problema sorge quando il bar che custodisce le chiavi del cancelletto va in ferie (a fine Settembre...). E così Mr. V, Sausa ed io ci ritroviamo davanti ad un lucchetto chiuso. Non ci resta che piangere oppure... cercare di aprirlo in modo alternativo. Sfortunatamente oggi ho dimenticato le forcine a casa e, si sa, le forcine sono le migliori amiche degli scassinatori tradizionalisti; ma le risorse, l'ingegno e la volontà non ci mancano! E allora ecco che Mr. V esce una forcina di 1,5 cm di diametro circa e un coadiuvante a forma di martello e... voilà, il gioco è fatto (che lo dico tanto per fare bella figura nella relazione, nella realtà ci abbiamo messo una mezz'oretta abbuccata!). Sostituiamo il vecchio lucchetto logorato dal tempo (e dalla forcina) ed entriamo. Mr. V arma velocemente il primo pozzo mentre io, colta da infrattamentomania, comincio ad arrampicarmi qui ed infilarmi lì e così scopro degli ambienti che non avevo mai notato prima. E dire che da quel salone ci sarò passata mille volte... e così l'infrattamentomania si autoalimenta fino a diventare patologia (e un'oretta più in là mi sarebbe costata pure l'emarginazione sociale!). 










Arrivata alla base del primo pozzo raggiungo Mr. V e Sausa in direzione dei laghetti dove comincia l'attività di campionamento. Anche questa zona in realtà la conosco molto poco e così comincio a pascolare (capretta-mode: ON) mentre Mr. V arrampica verso luoghi improbabili alla ricerca dell'angolo più remoto e diroccato della grotta. Saggiamente monta una corda e così, noi semplici umane, lo raggiungiamo... prima di salire però la mia attenzione viene catturata da un buco, in fondo ad un liscione, che continua verso il basso. Vabbè, per il momento salgo, poi si vede. Così ci dedichiamo ad una prima sessione di foto seguita da campionamento acrobatico. Nel frattempo però quel buco mi chiama. Non resisto e ad un certo punto abbandono quei due in pausa spuntino e scendo giù, monto la corda e scivolo lungo il liscione, poi il buco, poi altro liscione e poi ... PLOP! Atterro, no no! affondo in un soffice substrato, morbido, freddo e avvolgente: chili e chili di mille tonnellate di fango, tutto concentrato in una stanzetta bassa, inutile e infida! A questo dobbiamo aggiungere che, visto che si tratta di me, riesco magicamente a impanarmi per bene, insieme ad attrezzi corda e sacco. Tutto ciò che tocco o sfioro si ricopre di una coltre di fango e così comincia una lunga storia di denigrazione in cui io sono la povera vittima... come fanno, per un pò di fango! 



Finita la visita in questa parte della grotta continuiamo la discesa arrivando alla base del 35. Ma invece di continuare lungo la normale direzione, che ci avrebbe portato ai famosi traversi, andiamo esattamente nella direzione opposta. Qui forse c'ero stata una volta sola, la prima volta che ho visto il Vento, per il mio corso. Ma è tutto diverso e più familiare: il salone, che la prima volta mi era sembrato immenso, è più piccolo e  le concrezioni mi sembrano più grandi. Stavolta non mi sento una straniera spaesata, anche se la mia eleganza nel procedere potrebbe far pensare il contrario. Altra sessione di foto e campionamenti in zone impensabili e siamo pronti per affrontare il resto della grotta, quando lo sguardo di Mr. V si illumina nel posarsi su un punto in alto e, tanto per cambiare, complicato da raggiungere. E che dobbiamo fare?! Sausa ed io, un pò rassegnate, assecondiamo l'attitudine innata di Mr. V nel cercarsi situazioni assurde. Stavolta il campionamento richiede uno sforzo quasi titanico ma la caparbietà viene premiata anche stavolta e, vittoriosi, torniamo alla base del 35. Dopo una rapida consultazione decidiamo che è arrivato il momento di raccogliere pezze, campioni e sacchi (infangati) e tornare in superficie dove ci accoglie un bel sole caldo.



Ci cambiamo, contribuiamo anche oggi alla quota munnizza destinata a sedimentare nella jeep di Mr. V e torniamo a Palermo dopo aver lasciato le chiavi del nuovo lucchetto al bar d'Isnello (sempre chiuso perché sempre in ferie a fine Settembre...).
Alla fine della giornata abbiamo imparato che:
1. fa sempre comodo avere delle forcine a portata di mano e 
2. nessun posto è irraggiungibile (come tornare, poi, è un altro paio di maniche!).



Notizia di Nina
Partecipanti: Luisa, Nina e Marco (Foto)

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