La giornata inizia bene, Simone passa con mezz’ora di anticipo, mi preparo con calma e scendo che ancora manca abbondante tempo all’ora prefissata. Andiamo quindi al bar per fare colazione e a mettere benzina alla macchina (anche loro anno bisogno di nutrimento).
Arriviamo sul luogo dell’appuntamento dove Nina e Ceres ci aspettano sulla jeep scappottata, ci imbarchiamo e partiamo alla volta della riserva di Santa Ninfa. La giornata è afosa ma, grazie all’abbondante vento (forse fin troppo) che ci arriva, si può sopportare.
Durante il viaggio noto che l’assenza di copertura della macchina rende visibili molte cose che normalmente sfuggono, così osservando il paesaggio il viaggio termina in fretta e arriviamo al castello dove ci aspetta Gianfranco. Salutiamo Enrichetta, una dolce asinella che è tenuta in uno spiazzo davanti al castello, e si parte per Volpe Rossa!
L’ingresso è vicino al punto in cui lasciamo le macchine, ma l’afa del centro Sicilia è insopportabile. Il tempo di cambiarci e siamo già morti di caldo.Mentre Ceres arma il primo pozzo io e Nina ci droghiamo allegramente di zucchero per meglio sopportare il caldo.
Finalmente si scende! Un po’ di fresco, che sollievo. Ceres pianta i fix per il secondo pozzetto continua a proseguire ma Simone fa notare che per essere più sicuro è meglio fare una giunzione con la corda del primo pozzo e lascia a Nina il compito di farla, ma aimè quest’ultima commette “una cosa grave, una cosa a cui mai si rimedia”,
Da qui comincia il bello della grotta, un eterno meandro che sembra non finire mai. Arriviamo all’ultimo pozzetto e inizialmente Simone lo fa armare a me. Un singolo attacco in naturale, molto scomodo e non nella migliore delle posizioni, la corda va di taglio sulle rocce.
La grotta continua con un altro meandro e poi con un cunicolo basso in cui mi distruggo le ginocchia. La grotta termina in una stanzetta in cui scorre un fiumiciattolo, arrivati lì vediamo un topo, e il povero Gianfranco che ne ha il terrore resta indietro finché il topo non si nasconde nel suo nido tutto tremante di paura. Notiamo un osso e Ceres lo identifica come… Decidiamo di tornare, ormai è tardi, e la fame chiama. All’uscita ci aspetta l’inferno… caldo troppo caldo!
Ci cambiamo velocemente e ci incamminiamo verso casa di Gianfranco che molto gentilmente ci aveva invitato a pranzo. Dopo mangiato dobbiamo andare a vedere di trovare l’ingresso di un’altra grotta di cui abbiamo tre possibili punti gps. Dopo aver visto i primi due, rimasti senza acqua e morti dal caldo, rinunciamo ad andare a guardare il terzo, che è lontano dal punto in cui si lascia la macchina, e andiamo a dissetarci in un bar che miracolosamente è aperto. Volevamo andare a mare, ma ormai è tardi e ci incamminiamo verso casa.
Notizia di: Riccardo alias Pegaso alias “La Cavalletta”
Foto di: Simone
Partecipanti: Simone, Ceres, Gianfranco, La Cavalletta, Nina.
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