sabato 15 gennaio 2011

Grotta della Pizzuta - 15 gennaio 2011

Ore 8.25 arrivo a casa di Simone, convinta che avrei fatto una bella colazione seduta al bar, visto e considerato che l’ultima volta Mr V. ci ha fatto aspettare una bella mezz’oretta. E invece sorprendentemente Mr V. arriva praticamente contemporaneamente a me, quindi niente colazione rilassante pre grotta assieme a Simone. Entrati in macchina scopriamo che a venire con noi ci sarà anche Cristina e che quindi la macchina sarà al completo. Io e Simone corriamo a fare una colazione rapida e decisamente deludente, da lì passiamo in viale delle scienze dove ci aspettano Ceres e Averla Piccola. Da lì comincia la missione tetris tra zaini, personali, sacche d’armo e noi li dentro. Non c’entrava manco una mosca.  Comincia il viaggio e tra una risata e l’altra e le strane domande da parte di Mr V. a me ed Averla piccola sul nostro futuro speleologico arriviamo finalmente ai piedi del monte la Pizzuta. Fortunatamente la signora gip di Mr V. è riuscita a portarci, per chi conosce quella grotta, alla casetta della forestale risparmiandoci veramente un bel po’ di salita. Una volta posteggiati finalmente Cristina e Mr V. ci aprono lo sportello dietro e noi esplodiamo  proprio come le valigie riempite e chiuse a forza. Usciamo tutto il materiale e cominciamo a vestirci, c’è chi esibisce i propri nuovi sottotuta di una fantasia veramente discutibile e chi come di norma si veste in silenzio… Una volta pronti io e Averla Piccola prepariamo i sacchi d’armo che poi porteranno galantemente Ceres e Simone. Così comincia la camminata verso lo Zubbione della Pizzuta, dalla quale ci separa fortunatamente solo un km, tutto sommato fattibile avendo il gps è anche facile raggiungerla nonostante io avessi scommesso con Simone che l’avrei trovata anche senza gps.  Purtroppo (o per fortuna) Mr V che “correva” davanti a noi ci ha fatto strada. Una volta davanti la grotta, tra un mini test di nodi fatto a me ed Averla Piccola dal presidente e il mio avvitamento di un bullone in una posizione anche essa discutibile, Ceres studia il tipo d’armo da fare e comincia l’opera. Una volta completato, ad uno ad uno scendiamo tutti e una volta giù cominciano i primi scatti. Finiti quelli si prosegue e va ad armare Cristina seguita da Averla Piccola. Noi 4 rimaniamo dietro a curtigghiare un po’ del più e del meno aspettando che l’armo sia pronto… una volta terminiamo torniamo a scendere e si torna a fare altre foto stavolta la selezionata come sparaflash è Averla Piccola che segue Mr. V come un ombra, mentre io canticchio o importuno gli altri che sono in posa. Dopo le foto, prima di scendere alla sala dei laghetti, facciamo una piccola pausa pranzo e una volta scelto il tavolo da “apparecchiare” ci accomodiamo intorno. Ognuno esce ciò che ha e come da vera tradizione si ruba da quello più vicino e anche quello più lontano. Una volta mangiato primo, contorno e dolce e bevuto tanta acqua ci rimettiamo in cammino verso la sala dei laghetti dove scendiamo senza corda con mia grande critica visto la paura matta di scivolare in quelle rocce che erano lisce e bagnate ma proprio un attimo prima di scivolare arriva una corda alla quale potermi appendere e scendere con un minimo sindacale di eleganza. Una volta tutti giù cerchiamo di raggiungere i laghetti, Cristina e Simone vanno non si sa come in arrampicata per mettere una corda per noi comuni mortali,  Mr. V li segue a ruota ma durante la sua scalata distrugge simpaticamente la suola di una dei suoi scarponi. Una volta ai laghetti anche li una veloce foto e poi si scivola di nuovo giù. Tornando al salone dove avevamo pranzato cerchiamo di prendere il ramo che va verso il fondo ma dopo varie esplorazioni non capendo né come è combinato l’armo, nè dove vada a finire per non fare troppo tardi decidiamo di risalire. Non si sa bene il perché ma risalgo io per prima e la cosa era del tutto inquietante perché il mio caschetto non faceva molta luce e io non vedevo mai la fine del pozzo, anche se dopo un po’ arrivavo sempre alla meta. Finalmente siamo praticamente fuori la grotta e miracolosamente fuori c’è ancora luce. Vado sempre io avanti, ma non so cosa succede. Ad un certo punto non riesco più a salire e tra un abbattimento e un altro, noto sulla roccia sopra la mia testa, un piccolo nido probabilmente di scricciolo che mi aiuta a distrarmi da quella defaiance, dopo qualche consiglio e il ritrovamento del senno continuo a salire e una volta fuori scorgo un bellissimo panorama: davanti a me tutta Piana e S. Cristina Gela erano completamente nascoste da nuvole compatte e bianche, dal quale si scorgevano in qualche punto le vette delle montagne. Tutti lo hanno notato subito appena uscivano, forse perché era un panorama nuovo. Non avevamo mai visto Piana sotto quelle vesti. Il lago era annebbiato e dall’altro lato della sponda si scorgeva sul porticciolo una luce bluastra che rendeva il tutto molto più suggestivo. Prima che facesse completamente buio e la nebbia ci raggiungesse siamo scesi e arrivati alla macchina dove dopo le chiamate di routine ci siamo vestiti, ri incastrati nella jeep e messi in marcia verso Palermo.
Una volta in città Mr. V ci ha lasciati ad uno ad uno nelle nostre umili dimore.

Notizia di: Pollo Sultano
Partecipanti: Mr.V, STK, Simone, Ceres, Pollo Sultano, Averla Piccola
Foto di:  Mr.V





venerdì 14 gennaio 2011

Sentieri degli Abies 14 Gennaio 2011

Partiamo avendo come meta il famoso sentiero degli Abies nebrodensis, Simone rende partecipe il gruppo di questa uscita e io ne approfitto per rivedere la neve che sicuramente sarà caduta copiosa sulle madonie (‘nta min…). Arriviamo all’inizio del sentiero che si trova ai piedi di Monte Quacella, ad una altitudine di circa 1200 metri, presenti all’appello: Io, Simone, Rossella, Laura e Gemma (leggi Emma), queste ultime studentesse spagnole qui a Palermo per l’Erasmus. Partiamo con la consapevolezza che il giro ci porterà via solo mezza giornata. Il sentiero si trova vicino a Monte Quacella e al Vallone di Madonna degli Angeli, subito la frescanzana della zona si fa sentiere, richiedendo un obbligatorio capo di vestiario supplementare. Arrivati alla prima curva del sentiero si comincia a intravedere un panorama coperto dalle nuvole che stanno molto al di sotto di noi. Arriviamo alla biforcazione del sentiero passando su un ponticello e subito dopo entriamo in una faggeta, qui vediamo qualche timido sprazzo di neve. Ci fermiamo un po’ per mangiare qualcosa e riprendiamo il cammino. Camminando camminando la neve si fa sempre più presente con l’aumentare della quota finanche a trovare una pozza completamente gelata. Questo però era presente solo sul lato in ombra, appena arriviamo in cima (circa 1700 metri) e scendiamo la temperatura comincia a salire. Arriviamo alla macchina dopo poco, direzione Cefalù. Eh sì dalla montagna al mare, dato che c’è lo possiamo permettere. Lì facciamo un giro turistico per il paese e poi ripartiamo per casa dove torniamo per cena.
Notizia di: Ceres
Partecipanti: Simone, Ceres, Rossella, Laura e Gemma (leggi Emma)
Foto di: Ceres, Simone e Rossella